Novara - Si è svolta domenica 6 giugno, in forma privata con collegamento on line e parziali presenze nelle sedi di Novara, Vercelli e Gravellona Toce, l’assemblea dei soci CNA Piemonte Nord che ha eletto i nuovi organi dirigenti che guideranno l’Associazione degli artigiani e delle piccole imprese per i prossimi quattro anni. A sostituire nel ruolo di presidente il novarese Donato Telesca, che termina il suo doppio mandato dopo l’elezione nel 2013 e il rinnovo nel 2017, è il vercellese Massimo Pasteris.
Pasteris, 61 anni, artigiano autotrasportatore, già presidente per l’area di Vercelli dal 2017 (in seguito alla fusione che ha trasformato le tre CNA provinciali di Novara, Vercelli e VCO in CNA Piemonte Nord) sarà affiancato da Lorella Metaldi, 60 anni, imprenditrice del settore autotrasporto, che assume la carica di presidente dell’area VCO, e da Filippo Calcagno, 57 anni, imprenditore edile, come presidente dell’area Novara. “Faccio parte della CNA da 35 anni - ha dichiarato il presidente Pasteris appena dopo la sua elezione all’unanimità – e ne vado orgoglioso. Questa è una nuova sfida che cercheremo di affrondare nel migliore dei modi tutti insieme. Garantisco il mio e il nostro impegno, in particolare, verso i giovani e le giovani imprese. Sono il nostro futuro e hanno bisogno di tutto il nostro supporto”.
Ad introdurre i lavori è stato il direttore CNA Piemonte Nord Marco Pasquino, il quale ha evidenziato la crescita e il rafforzamento dell’Associazione negli ultimi anni, in termini numerici come associati, e in termini di credibilità, affidabilità e autorevolezza. Di cambiamento, futuro e nuove opportunità per le piccole imprese e il territorio che le risorse del Recovery Plan potranno portare ha invece parlato il presidente di CNA Piemonte Fabrizio Actis, ospite dell’assemblea nella sede di Novara.
Nella sua relazione il presidente CNA Piemonte Nord uscente Donato Telesca ha ripercorso gli otto anni del suo mandato, iniziato nel 2013 e continuato nel 2017 dopo la riconferma della fiducia (in allegato il testo integrale del suo intervento).
Hanno poi preso la parola alcuni degli artigiani e imprenditori presenti nelle sale, che hanno affrontato diversi temi.
All'evento ha partecipato in collegamento on line da Roma il presidente nazionale CNA Daniele Vaccarino che ha rimarcato l’impegno della Confederazione per gli artigiani e le imprese. Il presidente ha sottolineato il ruolo chiave delle associazioni di categoria e la validità del sistema associativo, oltre che l’importanza che gioca l’aggregazione per il sistema economico.
L’assemblea ha poi proceduto con le votazioni e l’elezione di Direzione, Direttivi d’Area, Presidenza, Presidente, Collegio Garanti e Collegio Sindacale, dei delegati all’assemblea regionale e nazionale CNA. I nuovi organismi resteranno in carica fino 2025.
LA NUOVA PRESIDENZA CNA PIEMONTE NORD
PRESIDENTE CNA PIEMONTE NORD - MASSIMO PASTERIS, 61 ANNI, DI TRONZANO VERCELLESE - Artigiano autotrasportatore di merci conto terzi, ha continuato la tradizione famigliare, che da tre generazioni svolge questo lavoro. È specializzato nel trasporto del riso in tutto il Nord Italia. Dopo un periodo in affiancamento nella ditta del padre, nel 1984 ha aperto la sua azienda e nello stesso anno si è associato a CNA Vercelli, dove ha partecipare da subito all’attività associativa, fino a fare parte della Direzione, ricoprire per due mandati il ruolo di presidente di CNA FITA Vercelli e, nel 2017, essere eletto dall’assemblea CNA Piemonte Nord, presidente dell’area di Vercelli, in affiancamento al presidente CNA Piemonte Nord Donato Telesca. E’ membro del Consiglio di Amministrazione del Cotraver (Consorzio Trasportatori Vercelli) di cui è stato presidente dal 1997 al 2012.
PRESIDENTE CNA PIEMONTE NORD AREA NOVARA - FILIPPO CALCAGNO, 56 ANNI, DI BARENGO - Artigiano edile in società con il fratello in una famiglia che svolge questo lavoro da tre generazioni, prima in Sicilia e poi in provincia di Novara, ha fondato la sua azienda C. & C. nel 1999. E’ componente la Direzione CNA Piemonte Nord dal 2013. Nel 2021 è stato nominato anche presidente del direttivo di Mestiere del settore delle costruzioni.
PRESIDENTE CNA PIEMONTE NORD AREA VCO - LORELLA METALDI, 60 ANNI, DI VERBANIA - Nel 2004 ha aperto la ditta AL.VER Trasporti che occupa 15 persone, con sede a Premosello Chiovenda, che effettua trasporti conto terzi su scala nazionale e con particolare specializzazione nel settore legato all’ambiente. E’ una solida realtà che conta diversi anni di esperienza maturata insieme al marito nell’azienda di famiglia. Dal 2013 fa parte del Direttivo CNA Piemonte Nord del VCO.
INTERVENTI ARTIGIANI E IMPRENDITORI
GAETANO CESSATI, PRESIDENTE USCENTE CNA GIOVANI IMPRENDITORI, PRESIDENTE CNA COMUNICAZIONE PN – FOTOGRAFO, WEB DESIGNER - Tutti sappiamo da quale difficile situazione arriviamo e quali opportunità si stanno configurando nel nostro Paese grazie alla mole di risorse in arrivo. Dato il ruolo ricoperto negli ultimi anni, quello di Presidente dei Giovani Imprenditori di CNA Piemonte Nord, vorrei proprio provare a dare voce a questa categoria, che rappresenta il futuro del Paese, oltre che quello della nostra amata Associazione. Cosa chiedono i giovani imprenditori, i giovani artigiani per ripartire? O per entrare a far parte del mondo legato all’imprenditorialità? Chiedono soprattutto di essere ascoltati e coinvolti. C’è un altissimo livello di consapevolezza riguardo l’importanza delle decisioni e delle iniziative che verranno prese nei prossimi mesi, sanno che li investiranno da vicino e hanno una visione precisa del futuro. Questa visione differisce un po’ da quella dei loro genitori, sentono il problema del cambio generazionale e vogliono aiutare i “grandi” ad affrontare le prossime sfide con nuovi mezzi. Fare rete, inclusività, più welfare, semplificazione della burocrazia – che vorrebbero davvero digitale, sempre accessibile, con tutte le informazioni messe a sistema. I giovani imprenditori del nostro territorio hanno moltissimo da dire e, se saremo in grado di ascoltarli e di fidarci di loro, della loro visione, prenderemo sicuramente la strada migliore.
PAOLO ROMEO, PRESIDENTE CNA COMMERCIO - ESERCENTE - Buongiorno a tutti e grazie per la disponibilità che mi date per portare il mio contributo al dibattito. Saluto e ringrazio il presidente nazionale Vaccarino. Io vorrei porre l’attenzione sui costi, direi quotidiani, del sistema bancario che ricadono sulle nostre piccole attività commerciali e artigianali. Costi che sono in contrasto con la doverosa, e da noi condivisa, azione del governo nell’incentivare i pagamenti digitali, a discapito del contante. Penso al cashback, alla lotteria degli scontrini e comunque alla doverosa lotta al nero e all’evasione fiscale. Noi chiediamo solo che l’Italia si adegui, davvero, alla direttiva europea, datata 2015, che fissava a 0,2% il tetto massimo di queste commissioni. Io le porto un esempio freschissimo della mia attività: a fronte di 5.000 euro di transato nel mese di aprile, le commissioni sono state di 50 euro. Cinque volte il limite fissato dall’Unione Europea. Noi ci accolliamo volentieri il compito di attuare questa transizione verso i pagamenti digitali, ma non ne possiamo pagare interamente i costi. Se aggiungiamo poi le spese per adeguare i registratori di cassa a invio telematico delle chiusure, lotteria degli scontrini e tutti gli aggiornamenti richiesti dall’Agenzia delle Entrate, si arriva a costi importanti. A fine anno salta fuori un mese di affitto gratis… Altra partita molto importante è quella dell’accesso al credito che deve essere più agevole, snello e veloce nell’erogazione, grazie al supporto dei Confidi. Spesso i nostri artigiani e commercianti hanno bisogno di risposte in tempi rapidi. Io concludo invitando quindi lei, presidente Vaccarino e tutta la Cna nazionale, a spingere perché il sistema bancario italiano ascolti queste problematiche e l’Italia a rendere davvero effettiva la direttiva europea sulle commissioni bancarie. Questo ci sarebbe di grande aiuto per poter ripartire in questo momento cruciale. Vi ringrazio ancora, e auguro buon lavoro a tutti.
MASSIMO PASTERIS, PRESIDENTE USCENTE AREA VERCELLI - AUTOTRASPORTO - Il tempo degli annunci e delle promesse è scaduto, ora servono responsabilità, buon senso e lungimiranza. La situazione in Piemonte è drammatica ed è sotto gli occhi di tutti. Molte imprese hanno già chiuso e altre è molto probabile che lo faranno nei prossimi mesi. A fronte dei fatturati in picchiata non c’è ristoro che tenga. Inoltre, se non verrà prorogato il blocco dei licenziamenti ci sarà un’ulteriore grave problema da affrontare. Secondo le rilevazioni periodiche della Camera di Commercio, la provincia di Vercelli risulta il territorio più colpito dalla crisi economica a livello piemontese. Il tessuto imprenditoriale vercellese è paralizzato e la situazione pandemica impedisce alle imprese di programmare il loro futuro. I provvedimenti fin qui messi in campo per il sostegno al reddito e i ristori alle imprese hanno permesso di contenere i danni economici causati dall’emergenza sanitaria, ma non riescono a garantire l’apertura di nuove imprese o, in molti casi, la continuità della propria azienda. A regnare sono ancora l’incertezza e la paura, elementi che fanno male a qualsiasi sistema economico. In questo momento è quanto mai necessario che il Governo approvi misure chiare e concrete, che veda nelle associazioni di categoria degli interlocutori credibili e leali con cui collaborare per consentire al Paese di uscire dalla crisi economica e sociale provocata dalla pandemia. Per ripartire insieme le strade che dobbiamo percorrere sono quelle dell’innovazione tecnologica e digitale. Io vedo nei giovani la speranza di ripartire e la voglia di mettersi in gioco per avere un futuro concreto, fatto di lavoro e stabilità economica. Servono azioni attive, concrete e un supporto economico ai giovani che vogliono iniziare un’attività, in particolare l’accesso al credito deve essere semplice e privo di burocrazia inutile. Un ambito fondamentale su cui investire è la scuola. Bisogna cogliere l’occasione per colmare il gap di competenze di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro, al termine del suo percorso scolastico o universitario. Per creare futuri nuovi giovani imprenditori servono anche competenze pratiche e finanziarie che la scuola non fornisce. Solo con un sapiente utilizzo dei fondi del Recovery Plan sapremo trasformare il debito in opportunità. In caso contrario andremo a creare un indebitamento insostenibile. E’ il momento di abbandonare le forme di assistenzialismo a pioggia, per dare la priorità, con qualsiasi strumento a nostra disposizione, agli interventi che creino occupazione e lavoro, per consentire a chiunque la possibilità di esprimere al meglio le proprie aspirazioni, e ripartire insieme.
FRANCO LOBASCIO, EX PRESIDENTE CNA VERCELLI - TIPOGRAFO - Nel parlare di ripartenza non posso fare a meno di immaginarmi e sperare che quando ripartenza sarà, potrà essere una ripartenza solida, forte e durevole, nel nostro Paese, nella nostra area e, soprattutto nella provincia di Vercelli. Come diceva prima di me il collega Pasteris, il Vercellese è un territorio dove gli effetti della crisi economica del 2008 si sono fatti sentire in modo molto pesante. La sua vocazione agricola, con la coltivazione del riso, da una parte, rappresenta una risorsa importante ma da sola non basta a garantire la tenuta economica del territorio. Il settore produttivo, in particolare il manifatturiero, è in forte difficoltà da diversi anni e non riesce a riprendersi. I dati del 2020, che ovviamente sono condizionati dalla crisi Covid, hanno sancito una ulteriore frenata della produzione. Nel mio caso specifico, ho una tipografia, ho perso almeno il 30% del fatturato rispetto agli anni precedenti, dove la situazione, come detto, era già in contrazione. Serve una scossa per invertire questa situazione, per ripartire davvero, per recuperare fiducia, per rimettere in moto questo territorio, servono investimenti, serve visione. Mi auguro che le risorse che arriveranno dal Recovery Plan possano aiutare a dare questa scossa, anche alle piccole imprese. Personalmente ho avviato una fase di ristrutturazione ‘digitale’ della mia impresa, con l’introduzione di nuovi macchinari e nuove tecnologie, che ci consentono di proporre soluzioni personalizzate e di qualità più elevata ai nostri clienti. In questo momento stiamo avendo un buon riscontro, ci auguriamo di poter proseguire in questa direzione con nuove risorse che ci aiutino a sviluppare questi progetti e che possa essere così anche per altri artigiani e piccoli imprenditori. Si dice che dopo le grandi crisi c’è sempre un momento di rinascita. Mi auguro che vengano create le condizioni perché questa rinascita sia decisiva per fare un salto di qualità, necessario al nostro territorio e al nostro Paese. E’ il momento di intercettare le forze positive presenti nelle imprese e nei giovani che hanno idee e sogni da sviluppare, perché si possano realizzare e arricchire così il nostro sistema economico.
FILIPPO CALCAGNO, COMPONENTE USCENTE LA DIREZIONE CNA PIEMONTE NORD – IMPRESA EDILE - Nel settore dell’edilizia la pandemia di Covid non ha rallentato il lavoro, se non per i due mesi della primavera 2020 in cui siamo stati completamente fermi. Il nostro però è un settore che vive una crisi lunghissima che si trascina dal 2008. Le misure che hanno introdotto le agevolazioni fiscali a sostegno delle ristrutturazioni degli immobili e degli interventi per il risparmio energetico fortunatamente hanno movimentato il mercato e creato occasioni di lavoro. Si può dire che il 90% delle nostre commesse sono legate a questi provvedimenti. Anche il bonus 110% sta creando ricadute positive, ma in misura ridotta rispetto alle effettive potenzialità, a causa delle complicazioni burocratiche imponenti richieste dalla pratica di autorizzazione. Da parte dei clienti c’è una percezione sbagliata: si aspettano infatti di poter ristrutturare la propria casa gratuitamente. Quando però si scontrano con la complessità delle procedure si scoraggiano e rinunciano. Per questo ritengo che questa agevolazione non sia ancora stata utilizzata come potrebbe. Se penso alla RIPARTENZA ritengo sia necessario intervenire per la semplificazione di questa misura, per la sua estensione agli immobili produttivi, agli alberghi. Il Decreto semplificazioni va in questa direzione, ma purtroppo sembra che gli alberghi siano stati esclusi. Si creerebbero ottime opportunità di riqualificazione del patrimonio immobiliare destinato al turismo, in un momento in cui servono tutte le forze per rilanciare un settore colpito il modo drammatico dalla crisi. E poi è assolutamente necessario confermare e rendere strutturali le detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni, che hanno appunto dimostrato di funzionare ed essere un traino per le imprese delle costruzioni e per tutta la filiera, compresi posatori, impiantisti, serramentisti. Per avviare una seria ripartenza, che dia certezze e stabilità, è però necessario avere norme semplici, chiare e certe, ed è quello che ci aspettiamo.
LORELLA METALDI, COMPONENTE DIRETTIVO CNA VCO - AUTOTRASPORTO - Buongiorno, mi chiamo Lorella Metaldi, dirigo con mio marito un’azienda di trasporto merci, sono in CNA da circa 12 anni. Ritengo di essere stata fortunata in questo ultimo anno perché ho potuto tenere aperta la mia attività, diversamente da tanti altri imprenditori, artigiani e commercianti, che per la natura del loro lavoro hanno dovuto tenere chiuso le loro attività in rispetto della normativa Covid, subendo perdite economiche ed attanagliate dall’ansia di non potercela fare. Mi immedesimo in questa situazione che mi riporta alla sensazione di insicurezza già provata durante la passata crisi finanziaria. Allora trovai nelle persone nella mia Associazione, CNA Piemonte Nord, un valido sostegno, persone di fiducia, che mi fecero sentire meno sola ad affrontare i problemi di quel momento. Dico questo perché secondo me RIPARTIRE INSIEME (che il tema di questa assemblea) significa che noi tutti imprenditori, artigiani, commercianti, personale CNA, dobbiamo adoperarci a cogliere il meglio dalle opportunità che il cambiamento ci offrirà. L’augurio che faccio ai nuovi organismi direttivi che eleggeremo è quello di riuscire a trasmettere in modo contagioso l’entusiasmo di ripartire.
FAUSTO SGRO, EX PRESIDENTE CNA VCO – SERVIZI ALLA COMUNITA’ - Sono del VCO e ho un’impresa nel settore dei servizi alla persona. Per me è quindi d’obbligo avere una particolare attenzione verso il settore turistico. Negli anni precedenti alla pandemia le presenze turistiche nel VCO erano in costante crescita, in larga parte per la presenza di molti stranieri. Non serve spiegare come la crisi pandemica abbia letteralmente messo in ginocchio questo settore e tutto il suo indotto, con pesanti effetti anche sulle imprese dei servizi alla persona, sulle imprese artigiane, sui commercianti. Insomma sull’intero sistema economico della nostra area. Bisogna intervenire a sostegno delle imprese del turismo e dei servizi, non più attraverso forme di sostegno economico di emergenza, ma con investimenti sulle infrastrutture e sulle strutture. Servono misure che guardino all’efficientamento dei servizi e alla garanzia della sicurezza sanitaria. Tutto questo porterà benefici al territorio, non solo agli alberghi, ai ristoranti, ai campeggi, ai negozianti, con ricadute occupazionali importanti. Abbiamo la fortuna di vivere circondati da un patrimonio naturalistico e culturale che il mondo ci invidia. Non vediamo l’ora di ripartire tutti al cento per cento delle nostre possibilità, lo percepisco ogni giorno, parlando con altri artigiani, con i commercianti, con chi gestisce le strutture alberghiere. Chiediamo solo di poterlo fare in piena sicurezza, con il completamento del piano vaccinale, con il sostegno economico che ci serve per migliorare le nostre strutture, per tornare ad accogliere in modo adeguato chiunque voglia venire da noi.
Relazione fine mandato presidente Donato Telesca
Buongiorno a tutti, ai partecipanti collegati on line, ai presenti nelle sale riunioni qui, nella sede CNA a Novara, nella sede a Vercelli e nell’ufficio di Gravellona Toce. Un ringraziamento speciale anche al nostro presidente nazionale Daniele Vaccarino, collegato con noi. L’assemblea elettiva, che si tiene ogni quattro anni, rappresenta un momento importante di unione e condivisione per la nostra Associazione. In giornate come questa si fa un bilancio del passato e si progetta il futuro, si respira sempre entusiasmo e positività. Incontrarci è sempre un gran piacere. Per la prima volta nella storia dell’Associazione del nostro territorio, l’assemblea elettiva si svolge in modalità ‘a distanza’.
Quello che è successo nell’ultimo anno e mezzo non ci ha permesso oggi di ritrovarci fisicamente vicini nello stesso luogo. Posso affermare, però, che ci sentiamo comunque uniti, cosa che continua a darci forza in questo momento così particolare, che sta mettendo a dura prova anche noi e le nostre imprese.
Vi ringrazio quindi per aver voluto partecipare insieme a noi a quest’evento.
Con oggi, termina il mio doppio mandato di presidente di CNA Piemonte Nord.
Ho accettato l’incarico nel 2013 e ho continuato l’esperienza per altri quattro anni, dopo la conferma della fiducia nel 2017. È ora arrivato il momento di passare il testimone.
Quando ho assunto la presidenza pensavamo, o forse meglio, speravamo, che la fine della crisi economica esplosa nel 2008 fosse vicina. E invece, era ancora lì, insieme a tutte le sue difficoltà. Per certi aspetti sembrava essere diventata cronica.
Quella crisi ha cambiato, probabilmente in modo irreversibile, il modo di lavorare e il modo di gestire le nostre imprese, che è dovuto diventare più attento e oculato oltre che più competitivo. In quegli anni sono cambiate le dinamiche del mercato che a loro volta hanno influenzato l’andamento dell’economia su scala globale ed anche locale. Molte piccole imprese non ce l'hanno fatta a reggere l’urto, ad adattarsi alle novità e perciò hanno chiuso.
Il nostro territorio non è stato risparmiato e i dati dell’Albo Artigiani delle Camere di Commercio delle nostre province ne sono la prova.
Nel 2008 in provincia di Novara si contavano 11.011 imprese artigiane, in quella di Vercelli 5.725, nel VCO 5.027, per un totale di 21.763 imprese artigiane.
Al 31 dicembre del 2020, anno segnato dalla pandemia, nel novarese si contavano 8.959 imprese artigiane, nel vercellese 4.514, nel VCO 4.145, complessivamente quindi 17.618. Abbiamo perso 4.145 imprese artigiane.
Ci auguriamo sia la fine di un ciclo e che a partire dal 2022, che tutti gli indicatori danno come l’anno della svolta, possa iniziare davvero un’inversione di rotta per tornare a crescere, di numero e di qualità.
Nel 2020 è successo l’inimmaginabile, che ha sconvolto tutto il mondo: la pandemia causata dal virus Covid-19.
La grave situazione sanitaria ha avuto contraccolpi notevoli in molti ambiti, economia in primis, dopo l’ambito sanitario. La pandemia ha colpito l’economia italiana più di altri Paesi europei. Del resto, siamo stati i primi in Europa a vivere gli effetti dei contagi e delle restrizioni per limitare il diffondersi del virus.
La crisi si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Risultato, nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2 per cento.
Il 2020 è stato un anno terribile per l’artigianato e le piccole imprese. Quattro imprese artigiane su cinque sono finite in profondo rosso l’anno scorso, come ha attestato una recente indagine del Centro Studi CNA.
Nei comparti che più hanno sofferto le chiusure forzate, il distanziamento sociale, la drastica riduzione dei consumi, come ad esempio il settore dei servizi, della ristorazione, in molti casi le perdite si avvicinano al 100 per cento.
Oggi come ieri, CNA è sempre al fianco delle imprese, soprattutto nei momenti difficili. Lo ha fatto negli anni della crisi cominciata nel 2008, lo ha fatto in particolare in questo ultimo anno di totale emergenza.
Fin dall’inizio della pandemia CNA si è messa in moto per essere vicina alle proprie imprese associate, e non solo, cercando di essere un punto di riferimento capace di dare risposte in un momento così delicato e complesso. Ci siamo fatti promotori a tutti i livelli perché i diritti delle micro, piccole e medie imprese fossero tutelati.
L’impegno in questi mesi è stato intenso. I rappresentanti di CNA nazionale hanno portato avanti il confronto con il Governo, sul territorio abbiamo portato le necessità delle imprese sui tavoli di Regione, Prefetture, amministrazioni comunali, enti del territorio.
Abbiamo aiutato le imprese a capire e applicare le norme sul distanziamento, a richiedere gli interventi di sostegno, e le abbiamo sostenute anche nei momenti di incertezza e di sconforto. Tutto ciò, nonostante le difficoltà oggettive che anche la nostra organizzazione si è trovata a fronteggiare.
Abbiamo fornito specifica assistenza alle imprese. Per fare qualche numero, nel 2020 abbiamo presentato più di 500 domande di cassa integrazione per i dipendenti delle imprese associate, abbiamo sfiorato le 2.000 domande per i bonus dei 600 e 1.000 euro a fondo perduto, abbiamo fornito assistenza e predisposto 200 protocolli di sicurezza Covid-19.
E ancora, abbiamo presentato 180 domande per i finanziamenti previsti dal decreto liquidità, più di 300 per i contributi a fondo perduto erogati dalla Regione Piemonte e dagli enti territoriali, abbiamo inviato oltre 110mila e-mail attraverso le newsletter con le informazioni sulle novità dei decreti e delle misure per le imprese.
Nei periodi in cui è stato possibile, siamo riusciti a garantire lo svolgimento in presenza dei corsi di formazione obbligatoria in materia di sicurezza, senza dimenticarci le esigenze delle varie categorie, che abbiamo incontrato attraverso videoconferenze su vari argomenti, inerenti le misure di contenimento del Covid-19 e finalmente abbiamo iniziato anche a programmare la ripresa delle attività.
In questa situazione il rafforzamento dell’Associazione attraverso l’unione delle CNA provinciali di Novara, VCO e Vercelli, seguita a quella della società di servizi, si è rivelata una scelta vincente e lungimirante, che ha permesso un notevole miglioramento organizzativo. Un valore aggiunto che ha garantito il sostegno e l’assistenza alle nostre imprese, soprattutto in momenti che non hanno precedenti, come quello dell’emergenza sanitaria.
L’assemblea elettiva del 2013 aveva segnato l’avvio di una nuova fase per la nostra Associazione territoriale, con la nascita di CNA Piemonte Nord per effetto dell’unione delle CNA provinciali di Novara e del VCO. Quel momento è stato un nuovo punto di partenza per la nostra Associazione. Un percorso di rafforzamento iniziato alla fusione fra l’area dei servizi e successivamente rafforzato con l’aggregazione con CNA Vercelli nel 2015 che ha portato all’attuale CNA Piemonte Nord, l’associazione degli artigiani e delle imprese delle province di Novara, Vercelli, VCO.
CNA Piemonte Nord è oggi una realtà solida che conta quasi 5.000 imprenditori associati, 4.500 imprese, 2100 pensionati. Che ora ha a disposizione 3 sedi provinciali; 3 sedi di zona; 13 uffici di permanenza.
Una riflessione merita il rapporto con CNA Regionale, dove, non sempre la collaborazione è stata facile.
Nel dibattito regionale CNA Piemonte Nord ha sempre cercato di portare idee e proposte con l’obiettivo di dare un contributo sulle questioni che riguardavano la crescita e lo sviluppo organizzativo del sistema CNA piemontese.
Una certa disattenzione, solo recentemente recuperata, sulle politiche associative, la scelta sulla fusione, direi quasi svendita, di COGART CNA, che noi abbiamo contestato, scegliendo di continuare a fare credito con il Confidi Sviluppo Artigiano, e le decisioni prese sulla Società Servizi di Asti, sono alcune delle vicende che hanno indebolito il nostro sistema associativo regionale.
Auspico che in futuro, soprattutto a livello regionale, si creino le condizioni perché ci sia una visione strategica condivisa con tutti i territori e che il nuovo Segretario regionale adotti un metodo di lavoro con misure inclusive per una CNA davvero partecipata e capace di rilanciarsi su tutti i territori.
L’impegno sindacale di CNA per la tutela e la rappresentanza degli artigiani e delle piccole imprese è sempre stato costante nel tempo.
Le questioni ancora aperte su cui CNA chiede al Governo di intervenire (e da molto tempo prima della pandemia) per sostenere le piccole e medie imprese, riguardano la semplificazione della burocrazia, l’alleggerimento della pressione fiscale, l’accesso al credito. Questioni cruciali per permettere alle imprese di continuare a vivere e ripartire pienamente al meglio delle loro potenzialità.
Siamo stanchi di ripetere che va tagliata la cattiva burocrazia. Non è semplice farlo, ma vorremmo che la politica si impegnasse seriamente a mettere termine alla Via Crucis che quotidianamente percorriamo.
Non possiamo accontentarci di impegni e promesse, peraltro poi puntualmente disattesi, o di interventi sporadici e inadeguati. Non è più rinviabile un’autentica rivoluzione incardinata su tre semplici principi: autocertificazione; onere della prova a carico dell’amministrazione per favorire l’iniziativa imprenditoriale; chiarezza e semplicità normativa per garantire rapidità nella comprensione e attuazione delle leggi.
Per artigiani e piccole e medie imprese servono misure specifiche, non interventi a taglia unica.
Sono temi, questi, costantemente monitorati dalla nostra organizzazione, attraverso il nostro Osservatorio nazionale. Proprio in questi giorni è in atto l’ennesima rilevazione, attraverso le sedi territoriali di tutta Italia, sul peso della burocrazia in alcuni particolari ambiti. I risultati ci verranno utili per formulare nuove proposte al Governo.
Il peso del fisco sulle spalle di artigiani e piccole imprese continua ad essere troppo elevato. Ora più che mai deve essere garantita una rimodulazione del carico fiscale che consenta alle imprese di conservare risorse da reinvestire. L’indagine ‘Paese che vai fisco che trovi’ aveva evidenziato che noi artigiani e piccoli imprenditori lavoriamo mediamente 200 giorni all’anno per lo Stato. Solo da agosto iniziamo a incassare per noi. Questo non è più sostenibile.
C’è un altro aspetto. Abbiamo sempre affermato la necessità di un rafforzamento del processo di integrazione delle banche dati fiscali, ma è fondamentale arrestare la tendenza a ribaltare sui contribuenti l’onere di adempimenti formali propedeutici all’attività di controllo dell’Amministrazione finanziaria. Nonostante la digitalizzazione il sistema tributario italiano rimane un ginepraio inestricabile e la semplificazione un obiettivo ancora lontano.
Un esempio di questi giorni: si potevano evitare le complicazioni per la compilazione del quadro degli aiuti di Stato nella dichiarazione per il 2020 per comunicare il risparmio d’imposta per l’esonero della tassazione dei contributi a fondo perduto. Anche per i contributi a fondo perduto potrebbe essere introdotto il riconoscimento automatico da parte dell’Agenzia delle Entrate senza gravare i contribuenti di ulteriori oneri amministrativi come la presentazione delle istanze.
Alle piccole imprese deve essere garantita la possibilità di accedere al credito e di poter usufruire di tutte le misure messe in atto per contrastare gli effetti della pandemia.
Il Decreto Sostegni bis ha prorogato la moratoria sui mutui e sulle linee di credito fino al 31 dicembre 2021. CNA aveva richiesto con forza la proroga, perché in caso contrario oltre un’impresa su tre non sarebbe stata in grado di rispettare gli impegni aperti con il credito e quasi la metà avrebbe avuto molte difficoltà. A confermarlo è una indagine promossa dalla CNA su oltre 5mila imprese di cui l’87% con meno di 10 addetti, un campione che riflette in modo coerente il tessuto imprenditoriale italiano
Una buona cosa, dunque, non fosse che è stata aggiunta una complicazione burocratica: entro il 15 giugno le imprese che hanno usufruito della moratoria sui mutui e sulle linee di credito dovranno presentare una specifica comunicazione al soggetto finanziatore, pena la perdita del beneficio che era stato introdotto dal decreto Cura Italia e ora prorogato al 31 dicembre dal decreto Sostegni Bis. Va sottolineato inoltre come questa proroga opererà, diversamente dalle precedenti, solo sulla quota capitale e non sugli interessi.
Anche nell’ambito del credito per le imprese, quindi, serve un’inversione di rotta.
Nonostante tutto, l’occupazione nelle piccole imprese ha tenuto. Nel complesso le misure a salvaguardia dell’occupazione e di sostegno al reddito tra le imprese artigiane, micro e piccole, hanno consentito di attutire i pesanti effetti della crisi provocata dalla pandemia. Queste misure devono però essere ulteriormente rafforzate e prorogate fino a quando l’emergenza non sarà rientrata e l’attività delle imprese non tornerà a pieno regime, soprattutto nei settori colpiti dalle chiusure forzate e dal calo dei consumi.
Ora che si riapre servono strumenti a sostegno del lavoro e dell’occupazione, con forti incentivi a chi mantiene il personale e a chi assume. A questo proposito, apprezziamo gli interventi che riguardano la defiscalizzazione sulle nuove assunzioni di donne e giovani under 35, misure contenute nella Legge di Bilancio 2021, che, secondo gli annunci, potranno contare anche sulle cospicue risorse del Programma Next Generation EU.
Le prime ipotesi di riforma del sistema degli ammortizzatori sociali presentate dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nel corso di una recente riunione con le parti sociali, sembrano fare riferimento a un unico modello di ammortizzatore sociale, per tutti i lavoratori e tutte le imprese, con una graduazione di tutele in base alle dimensioni aziendali. Per questo non ci trova d’accordo. Il percorso di riforma degli ammortizzatori sociali allo studio del Governo non dovrà cancellare l’esperienza in atto, il valore e le specificità dell’artigianato, attraverso il rafforzamento della bilateralità, un sistema che in questo periodo di emergenza ha dimostrato di funzionare, seppure con qualche criticità e nodo da risolvere.
Non condividiamo l’idea di una gestione centralizzata in capo all’Inps dei vari strumenti di sostegno al reddito: i Fondi di categoria rappresentano un mezzo di snellimento del sistema centrale, di semplificazione per le aziende e di prossimità per i lavoratori e in nessun caso costituiscono un aggravio per lo Stato. Ammortizzatore universale sì, unico no.
Su quali risorse potremo fare affidamento per ripartire insieme?
L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica finanziando un Piano di Ripresa chiamato ‘Next Generation EU’. Per l’Italia rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme senza precedenti nella storia.
Il piano può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni.
L’Italia è la prima beneficiaria, in valori assoluti, dei due principali strumenti: il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) che garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. L’Italia intende inoltre utilizzare appieno la possibilità di ottenere finanziamenti a tassi particolarmente agevolati, tramite i prestiti della RRF, per una stima di 122,6 miliardi di euro.
Come richiesto dall’Europa anche il nostro Paese ha dovuto presentare un pacchetto di investimenti e riforme, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che si articola in sei Missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.
Il virus ha accelerato dei processi di trasformazione tecnologica e digitale che già negli ultimi decenni hanno attraversato ogni piega del nostro modo di vivere e lavorare, di produrre e consumare. E, paradossalmente, ha reso più urgente la scelta di operare la transizione verso un nuovo modello di sviluppo in grado di coniugare, grazie anche al contributo pieno dei giovani e delle donne nelle attività di impresa, la crescita economica con la sostenibilità sociale e ambientale.
L’arrivo di queste importanti risorse rappresenta una formidabile sfida per modernizzare il nostro Paese. Non possiamo perdere questa occasione, non ne arriverà un’altra.
Giovani, Donne e Pensionati per CNA sono importanti. Sono risorse coinvolte attivamente nella vita dell’associazione.
Abbiamo bisogno di coraggio, di intraprendenza, di voglia di fare. Abbiamo bisogno di innovare, di recuperare i mestieri tradizionali, di sperimentare. Abbiamo bisogno di un cambiamento e di giovani che vogliano ‘fare impresa’, di giovani con spirito imprenditoriale. Alcuni giovani imprenditori che abbiamo conosciuto qualche anno fa in occasione del Concorso “Che Impresa fare Impresa” sono entrati a far parte del nostro gruppo dei Giovani Imprenditori, siamo orgogliosi del loro percorso e del prezioso apporto alla costruzione della CNA di domani. Alcuni sono qui con noi, entrati a far parte dei gruppi dirigenti.
Per incentivare l’imprenditoria giovanile sarebbe una piccola rivoluzione, ad esempio, agevolare la trasmissione d’impresa e il ricambio generazionale all’interno delle aziende, permettendo agli imprenditori di poter lasciare nelle mani migliori la propria impresa senza essere obbligati a svenarsi per il fisco. Abbiamo chiesto di inserire questo tema anche nel Piano Strategico della nuova Camera di Commercio di quadrante, in discussione in questi giorni.
L’apporto delle donne al mondo imprenditoriale non è ancora sufficientemente riconosciuto come fondamentale. Troppo spesso il loro ruolo rimane secondario. Quella di dare finalmente il giusto valore e risalto alle donne imprenditrici è un’urgenza sociale a cui dobbiamo anche noi dare risposte concrete. Servono misure che permettano una vera conciliazione dei tempi fra famiglia e lavoro e valorizzino il lavoro femminile. In CNA il gruppo Impresa Donna è attivo e propositivo e troverà sempre più spazio.
Non dimentichiamo certo il ruolo dei pensionati: la loro esperienza è importante e ci fa da guida. Sono le nostre radici, le nostre fondamenta, la nostra storia. Il gruppo CNA Pensionati Piemonte Nord ha rinnovato nei giorni scorsi il suo direttivo. Faccio quindi i miei auguri di buon lavoro al presidente Renato Ciocchetti, appena confermato.
Prossimamente saranno rinnovati anche i direttivi dei gruppi Giovani Imprenditori e Impresa Donna, siamo certi continueranno a lavorare per il bene della CNA.
Insieme a loro, lavoreranno anche gli 11 gruppi di Mestiere, una nuova organizzazione data alle precedenti Unioni e Categorie, che permetteranno a CNA di essere ancora più utile alle imprese.
Oggi è una giornata importante, per diversi motivi.
Per la CNA perché verranno eletti il nuovo presidente e gli organismi direttivi. Persone con cui CNA e le imprese potranno ripartire, insieme.
È una giornata importante per me, perché oggi termino il mio doppio mandato come presidente della CNA Piemonte Nord. Non nascondo di essere emozionato, perché per me si chiude un’esperienza importante, sia dal punto professionale che personale.
Voglio ringraziare le persone che hanno condiviso con me questo percorso. Che con dedizione, passione, serietà e attenzione hanno rappresentato diverse migliaia di imprese, facendosi portavoce dei loro problemi e delle loro istanze. Ringrazio perciò i componenti della presidenza e della direzione, il personale e soprattutto gli artigiani e i piccoli imprenditori associati.
Infine, al nuovo presidente e ai nuovi presidenti di area, a tutti i membri dei nuovi organismi direttivi di CNA Piemonte Nord, che saranno eletti tra qualche istante, auguro buon lavoro, nel segno della ripartenza.
A noi tutti, artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, collaboratori, auguro di lavorare, impegnarsi, per trasformare questa crisi imprevedibile in una grande occasione di rinascita. Per ripartire, tutti insieme.