Novara - Questa la relazione (integrale) del presidente dell'Associazione Industriali di Novara, Fabio Ravanelli alla parte pubblica dell'assemblea svoltasi la mattina di lunedì 13 giugno nel capoluogo.
"Autorità, colleghi imprenditori, signore e signori, un grazie sincero per la vostra partecipazione alla nostra assemblea, che è il più importante appuntamento annuale dell’Associazione Industriali di Novara. Ringrazio anche il Dr. Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria, che ci fa davvero molto piacere avere con noi oggi. Nel Novarese il sistema economico sta finalmente registrando alcuni spiragli di ripresa. Il 2010 è stato l’anno in cui la produzione industriale del nostro territorio ha ripreso a crescere dopo una serie ininterrotta di 11 trimestri negativi. La variazione tendenziale media è stata del +11,3%. L’andamento della produzione ha registrato una ripresa in tutti i comparti: il chimico-gomma si è allineato alla media provinciale, ma è stato superato dal metalmeccanico (+15%), mentre sono cresciuti con un ritmo meno intenso tessile-abbigliamento (+3,3%) e alimentare (+2,4%). Nel 2010 le esportazioni manifatturiere della provincia di Novara sono cresciute del 14,8%, raggiungendo i 3,7 miliardi di euro in valore. Nel 2010 è cresciuto molto l’export di sostanze e prodotti chimici (+30,9%), che ha superato i 500 milioni di euro, risultando secondo in valore soltanto all’export di rubinetteria e valvolame, pari a quasi un miliardo. Le esportazioni dirette verso i Paesi dell’Unione europea a 27, che sono il 63,5% dell’export manifatturiero della provincia, nel 2010 sono cresciute del 13,3%, mentre quelle dirette verso i Paesi extra UE a 27 sono cresciute del 17,5%. Germania e Francia si sono confermati, rispettivamente, al primo e secondo posto in classifica tra i Paesi di destinazione dei nostri prodotti. Insomma, la nostra provincia si è confermata, anche nel 2010, come una delle più vocate all’ esportazione. Anche nel primo trimestre del 2011 la nostra produzione manifatturiera è cresciuta. I dati Unioncamere dicono che l’incremento è stato del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2010, meglio della media regionale (+6,8%). Sono cresciuti soprattutto il chimico (+9,8%) e il metalmeccanico (+7,9%), mentre è stato più contenuto l’incremento nelle rubinetterie (+4,5%), nell’alimentare (+5,2%) e nel tessile (+2,4%). Gli ordini hanno registrato un incremento, che è stato, mediamente, superiore del 7% rispetto al primo trimestre 2010. Le commesse estere sono aumentate con velocità quasi doppia (+8,6%) rispetto a quelle interne (4,9%), portando a un incremento del fatturato delle esportazioni di circa il +17%, a fronte di un +10% di incremento medio del mercato interno. Le aziende novaresi realizzano, mediamente, con l’estero il 36% del proprio fatturato; questa percentuale sale al 43% nel settore metalmeccanico, con le rubinetterie al 59%. Per quanto riguarda le prospettive future, le nostre previsioni congiunturali confermano una progressiva uscita dalla crisi, grazie soprattutto alla ripresa delle esportazioni. Al livello settoriale registriamo una solida ripresa del metalmeccanico (in cui tutti i principali indicatori, comprese le aspettative di occupazione, sono improntati all’ottimismo), e una tenuta del chimico, mentre migliorano le attese di produzione e di ordini anche nel tessile. Credo che questi dati ci possano consentire di guardare con un moderato ottimismo al futuro, anche se non dobbiamo dimenticare che a pagare il prezzo più alto della crisi è stato, e continua ad essere, il “fronte” occupazionale. Nonostante nel Novarese il 27,2% degli occupati sia impiegato nell’industria in senso stretto, a fronte di una media piemontese del 25,7% e nazionale del 20%, e nonostante nel 2010 il tasso di occupazione provinciale si sia ridotto solo di tre decimi di punto, passando dal 64,1% al 63,8%, allargare lo sguardo a prima della crisi ci fa comprendere la gravità di quanto accaduto, e la necessità di porvi rimedio attraverso misure strutturali di attrazione di nuove imprese. L’anno scorso, infatti, sempre secondo i dati Unioncamere, le persone in cerca di un’occupazione nella nostra provincia sono state quasi 13mila rispetto alle circa 7.600 del 2006, contribuendo all’aumento del tasso di disoccupazione dal 4,7% del 2006 al 7,7% del 2010. Un dato decisamente preoccupante, non solo da un punto di vista economico, ma anche sociale. Il fatto di essere pressoché allineati alla media regionale e in una situazione più favorevole rispetto a quella nazionale non ci è, in questo caso, di nessun conforto. È quindi indispensabile trovare ulteriori misure di stimolo alla crescita del tessuto economico provinciale, che consentano di integrare e implementare quanto varato dalla Regione Piemonte nel 2010, con il Piano straordinario per l’occupazione e lo sviluppo economico. A questo proposito ho il piacere di registrare che alcuni segnali positivi si stanno concretizzando e che, ad esempio, l’insediamento di un nuovo stabilimento della “Matica System srl” nel Novarese, annunciato alcuni mesi fa dall’assessore regionale Massimo Giordano, potrebbe portare, a regime, a una settantina di nuovi dipendenti. Ricordo che anche l’anno scorso la nostra Associazione è stata tra gli enti promotori e sostenitori del “Fondo Emergenza Lavoro”, coordinato dalla Prefettura per sostenere, con un contributo “una tantum”, le famiglie monoreddito della provincia che per motivi non dipendenti dalla loro volontà si sono trovate senza lavoro e senza alcun tipo di ammortizzatore sociale. Colgo l’occasione per ricordare a tutti che è sempre possibile dare, in questa fase ancora difficile dal punto di vista occupazionale, il proprio sostegno per incrementarne la consistenza. Una fase di concreto e duraturo sviluppo può però, come ben sappiamo, avviarsi soltanto se verranno realizzate tutte le infrastrutture necessarie a consentire al Novarese di approfittare nel modo migliore della propria posizione di “baricentro logistico” del Nord Ovest. Il tema della realizzazione dell’Alta Velocità Torino-Lione è paradigmatico al riguardo, e voglio qui ricordare il forte impegno di Confindustria Piemonte e dell’intero sistema delle territoriali regionali per sollecitare il Ministero a dare il via a lavori che, se non troveranno un immediato inizio nelle prossime settimane, rischiano di farci rimanere isolati dal resto d’Europa, facendoci tra l’altro anche perdere preziosi contributi economici da parte dell’Unione Europea. Per fortuna il Novarese può contare su un costante sviluppo del “suo” centro intermodale. Il Cim sta, infatti, continuando a crescere, sia dal punto di vista delle unità di carico movimentate, sia sul versante dello sviluppo del traffico. Ritengo ci siano tutte le premesse per fare in modo che Novara diventi davvero un polo di potenziale sviluppo anche in tema di logistica avanzata. Un altro aspetto della dotazione infrastrutturale del territorio sul quale la nostra attenzione è costante è poi quello del miglioramento dei collegamenti stradali con Malpensa: nonostante i tempi sempre ancora molto lunghi mi sembra che qualcosa si stia muovendo concretamente nella direzione di un prolungamento della tangenziale da Agognate verso Malpensa e che ci siano le premesse per poter essere più ottimisti rispetto al passato. Per quanto riguarda l’aeroporto, inoltre, credo valga la pena evidenziare che, nonostante il disimpegno di Alitalia, altre compagnie straniere hanno intensificato i propri voli. Si tratta di una importante dimostrazione della vivacità del territorio circostante, Novarese compreso, e della necessità di non rallentare i nuovi investimenti intorno all’area dello scalo. Un altro argomento sul quale si è discusso nei mesi scorsi è quello della possibilità che Novara diventi il centro di una “zona franca industriale”. Quando la Onlus “Territorio e cultura” ci ha portati a conoscenza di questa iniziativa abbiamo ritenuto la proposta meritevole di approfondimento e abbiamo coinvolto l'Università del Piemonte Orientale commissionando una apposita ricerca alla Facoltà di Economia. Attendiamo gli esiti della ricerca per comprendere la realizzabilità concreta della proposta ed essere in grado di valutarne i pro e i contro. Il progetto, infatti, può funzionare solo nella misura in cui andrà a tutelare gli interessi legittimi del vero “Made in Italy”, che sul nostro territorio è rappresentato da un numero particolarmente significativo di realtà produttive. Ma la questione che più ci sta a cuore è quella relativa alle aree industriali per nuovi insediamenti produttivi. Da questo punto di vista auspico fortemente che il risultato della recente tornata elettorale non provochi ripensamenti, né ritardi, rispetto a quanto già stabilito dalla precedente amministrazione. Altro tema di particolare rilevanza è quello dell’Expo 2015. Oltre alle innegabili ricadute sul piano turistico che caratterizzeranno il Novarese, ritengo si debbano concentrare gli sforzi per fare in modo che gli appalti dei “general contractor” che saranno incaricati di realizzare le opere di maggiori dimensioni possano coinvolgere direttamente anche le imprese del nostro territorio. La nostra associazione sta “presidiando” il progetto Expo con un rappresentante sia nel Comitato tecnico sia nel gruppo di lavoro dedicato all’innovazione e allo sviluppo sostenibile. In più occasioni abbiamo agito da sprone, nei confronti degli enti locali, affinché fossero pianificati interventi di supporto all’iniziativa privata, in un’ottica “di sistema” volta a cogliere ogni possibile opportunità. In questo periodo stiamo vagliando alcuni progetti ad alto contenuto di innovazione che potrebbero trovare collocazione all'Expo, dando visibilità al nostro territorio e conferendo il giusto riconoscimento alla spirito innovativo che anima le aziende novaresi. La logica “di sistema” è un altro aspetto cruciale. Si tratta, infatti, di un metodo fondamentale per riuscire a ottenere risultati tangibili e dare una prospettiva di sviluppo stabile e duratura al nostro territorio. Da questo punto di vista posso garantirvi che il nostro impegno di imprenditori è assiduo, costante, e non verrà mai meno. Il nostro impegno di imprenditori, però, deve essere altrettanto serio e determinato anche nel perseguire adeguate politiche di tutela della salute e della sicurezza all’interno delle nostre aziende. Si tratta anche in questo caso di un tema che mi sta particolarmente a cuore e che i recenti episodi di cronaca, per fortuna non riguardanti il Novarese, ci impongono di non trascurare. Ritengo infatti che tanto in termini di impegno, quanto in termini di investimento diretto, sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sia indispensabile, da parte nostra, non abbassare mai la guardia. E consentitemi di dire chiaramente che ritengo che tutti noi imprenditori dobbiamo essere in prima linea per fare in modo che tragedie come quella della Tysshen non debbano mai – e, ripeto, “mai” – più ripetersi. C’è però anche un altro aspetto a riguardo del quale mi sento di dover rivolgere, oggi, un invito ai colleghi imprenditori. È la necessità di perseguire con tenacia le politiche di innovazione all'interno delle proprie aziende. Le nostre imprese, soprattutto quelle piccole e medie, che costituiscono il 97% delle aderenti all’Associazione Industriali di Novara, hanno un grande bisogno di continuare a innovare per riuscire a restate competitive. E voglio sottolineare che si tratta di un processo che non riguarda solamente la dimensione produttiva, ma tutti gli aspetti dell'attività aziendale. Come Ain ci siamo molto impegnati, nell'ultimo anno, su questo tema, anche attraverso un percorso di sensibilizzazione sulla “Lean Production” che ha ottenuto un riscontro molto positivo da parte delle Pmi nostre associate. Il percorso è stato strutturato in sessioni di alta formazione e in visite guidate in aziende che hanno intrapreso con successo la riorganizzazione dei propri processi interni attraverso l’applicazione delle logiche del “pensiero snello” a tutte le aree aziendali: dalla produzione alle risorse umane e alla progettazione, dal commerciale alla logistica. Ma l'innovazione più importante, quella che deve toccare il cervello e il cuore di ciascuno di noi, deve essere soprattutto l'innovazione “culturale”: reti di impresa, fusioni e aggregazioni, finanza strutturata sono soltanto alcune “parole d'ordine” dei temi che stanno assumendo crescente importanza nell'universo delle piccole imprese, ma che saranno, senza alcun dubbio, fondamentali per il loro futuro. Su questi temi, cari colleghi, dobbiamo riuscire a confrontarci sempre di più, senza preclusioni e senza pregiudizi, in una logica di relazioni “orizzontali” che vanno oltre, pur senza esserne alternative, a quelle della subfornitura, della filiera o della contiguità territoriale. I contratti di rete di imprese, ad esempio, non sono soltanto uno strumento giuridico, ma un modo flessibile ed efficiente per aggregare le competenze, integrare le soluzioni e mantenere bassi i costi, in una fase in cui la globalizzazione porta con sé più concorrenti e meno clienti e le risorse finanziarie delle piccole aziende sono spesso neppure sufficienti a sviluppare il “core business”. Sviluppare i contratti di rete, come l'aggregarsi in consorzi, in “joint ventures”, in associazioni temporanee di imprese, dà infatti alle Pmi l'opportunità di lavorare insieme su nuovi mercati o prodotti, continuando a mantenere quell'autonomia decisionale che ognuno di noi ritiene, giustamente, un elemento imprescindibile della propria attività. Da questo punto di vista alcune iniziative promosse dall'Ain in passato sono state “pionieristiche”, diventando un punto di riferimento nel mondo delle piccole e medie imprese ben oltre i confini provinciali. Mi riferisco al “San Giulio”, che è stato il primo consorzio di acquisto a diventare operativo per l’energia elettrica in Italia, nel novembre 1999, e che l’anno scorso ha aumentato di circa il 25% il numero delle aziende consorziate, che sono attualmente 111, e di oltre il 43% le forniture di gas naturale. I risparmi in bolletta ottenuti complessivamente sono quantificabili ogni anno nell'ordine di alcuni milioni di euro. Penso all'impegno profuso dall’Ain per la costituzione e lo sviluppo, a Novara, del Polo regionale di innovazione per la Chimica sostenibile, che ha sede legale e operativa proprio presso la nostra associazione. Ma mi riferisco anche all'attività del Consorzio “Ruvaris”, che riunisce alcune decine di imprese della rubinetteria e del valvolame anche oltre i confini della nostra provincia, e che insieme alla ricerca sui nuovi materiali e sulle soluzioni più innovative nel settore della domotica si è distinto, nei mesi scorsi, per la collaborazione con la Guardia di Finanza nello smascherare prodotti di importazione, soprattutto cinesi, gravemente nocivi per la salute. A questo proposito vorrei soffermarmi un istante su un altro principio che credo debba essere al centro dell'attività imprenditoriale: quello di avere sempre la legalità e il rigore etico come vere e proprie “stelle polari” del nostro agire. Non possiamo infatti permetterci, se vogliamo assumere in pieno la nostra responsabilità di essere “classe dirigente” esemplare e apprezzabile, alcuna deroga ai principi morali di onestà e di rispetto delle regole, e delle leggi, che devono ispirare ogni nostra azione. Mi rendo conto che spesso noi imprenditori ci sentiamo, e in molti casi siamo realmente, “schiacciati” dalle incombenze burocratiche e fiscali, dai controlli, dalle verifiche e quant'altro... Ma proprio in ragione della nostra onestà, intellettuale e operativa, dobbiamo cercare di fare in modo che le leggi vengano modificate nella direzione di una maggiore equità, non cercare di eluderle. Quello che invece non possiamo accettare, proprio in virtù di questi principi, è che si utilizzino cavilli formali o pretestuosi per mettere in difficoltà l'attività delle persone e delle aziende oneste anziché, solo per fare un esempio, potenziare la lotta all'evasione fiscale. Su questi temi credo che il nostro impegno come associazione di rappresentanza degli interessi dell'industria, anche a livello nazionale, debba essere sempre massimo. Dobbiamo infatti contribuire a evitare che ulteriori lacci e lacciuoli si frappongano, come troppo spesso accade, alla libera attività d'impresa. Ritornando a noi voglio ricordare ancora due settori nei quali l'azione dell'Ain è stata e sarà sempre molto intensa: i rapporti con il mondo del credito, caratterizzati da un numero crescente di accordi finalizzati a favorire soprattutto l'accesso ai finanziamenti delle Pmi nostre associate, e il settore dell'orientamento e della formazione, che consideriamo imprescindibile, dal punto di vista strategico, al fine di creare le condizioni affinché il futuro del Novarese sia soddisfacente per il maggior numero possibile di persone. Sul fronte finanziario voglio annunciare pubblicamente che è allo studio una interessante novità, consistente nell’emissione di un “bond territoriale” e nel conseguente stanziamento di un plafond, ad esso collegato, da destinare al finanziamento di imprese nostre associate operanti nel Novarese. Sul fronte dell'education, invece, le iniziative realizzate sono così tante che spero che anche il loro semplice elenco possa dare l'idea di quanto questo tema sia davvero centrale nella nostra strategia di rilancio, sul medio-lungo termine, dell'economia territoriale. Approfitto della presenza di Gianfelice Rocca, che in Confindustria ha la specifica delega all'Education, per chiedere anche a lui di fare qualche considerazione su come operare al meglio in questo settore. In termini di progettazione formativa l'Ain ha partecipato alla costituzione di una fondazione, denominata “Istituto Tecnico Superiore per la Mobilità sostenibile-Aerospazio/Meccatronica”, che vuole assicurare la formazione di tecnici a livello post-secondario in relazione a figure che rispondano alla domanda proveniente dal mondo del lavoro. L’Its costituisce un’opportunità nuova in ambito scolastico, perché è un percorso formativo progettato proprio per le aziende, che vi partecipano in maniera diretta, erogando docenza e attivando stage per gli allievi, e fornisce in due anni un titolo di studio riconosciuto a livello europeo. Dal prossimo novembre partiranno due corsi, uno a Novara e uno a Torino, su profili professionali afferenti i sistemi aeronautici e la meccatronica a supporto della produzione aerospaziale. Mi sembra evidente che tra gli sbocchi professionali siano prevedibili degli inserimenti lavorativi nel progetto di assemblaggio dei caccia “F 35” nella base dell'Aeronautica militare di Cameri. L'avvio dei lavori di realizzazione delle strutture a supporto delle attività produttive è un segnale molto importante per il nostro territorio e auspichiamo, a questo riguardo, una ricaduta, la più concreta possibile, sulle imprese del Novarese. L’Ain ha anche svolto, in sinergia con gli enti e le istituzioni scolastiche, un'analisi dei fabbisogni formativi del territorio, dalla quale è emerso che il diploma tecnico di scuola secondaria superiore è il principale livello di istruzione richiesto. È anche risultata in crescita, negli anni scorsi, la percentuale di aziende novaresi che hanno effettuato corsi di formazione per i propri dipendenti e utilizzato stage e tirocini. I valori relativi al Novarese sono molto più elevati sia rispetto alla media regionale sia a quella nazionale. Questo può essere dovuto alla particolare sensibilità delle nostre imprese in tema di aggiornamento e qualificazione professionale dei propri addetti, ma anche al fatto che, in alcuni casi, la scuola secondaria offre una qualificazione ritenuta non adeguata alle esigenze delle aziende. Questi dati ci hanno fatto aderire con convinzione alla campagna di valorizzazione e di rivalutazione dell’istruzione tecnica superiore promossa dal “Club dei 15”, il sodalizio che riunisce le 17 associazioni del sistema Confindustria con la più elevata percentuale di attività manifatturiere sul proprio territorio di riferimento. Nell’ambito del “Club degli istituti dell’innovazione manifatturiera”, che è stato costituito a livello nazionale, l'Ain ha “adottato” l’Istituto tecnico industriale “Omar” di Novara, scegliendolo in base al criterio della rispondenza alla maggiore richiesta di figure professionali da parte delle imprese del territorio. Stiamo contribuendo alla realizzazione di stages per studenti e docenti, all’alternanza scuola/lavoro e all’aggiornamento del suo patrimonio di conoscenze scientifiche e tecnologiche. Durante l’ultimo anno abbiamo anche avuto parte attiva nella creazione di un nuovo “Polo formativo dell'Istruzione tecnica superiore”, che riunisce i quattro istituti tecnici della provincia (“Omar”, “Fauser”, “Nervi”, e “Itis” di Borgomanero) e con cui stiamo organizzando alcune iniziative congiunte. Il fine ultimo della nostra azione, vorrei precisarlo ulteriormente, è proprio quello di ridurre il più possibile il divario tra preparazione scolastica, magari accurata ma spesso teorica, ed esigenze, molto concrete ed operative delle nostre imprese. La nostra partecipazione è stata convinta anche ad altre iniziative volte alla rivalutazione dell'istruzione tecnica, con un messaggio rivolto ai ragazzi, alle ragazze e alle loro famiglie che ha cercato di “sfatare” il pregiudizio secondo il quale l’istruzione tecnica sarebbe “di serie B” rispetto a quella fornita dai licei. Anche se non ho un riscontro diretto sull'esito delle “campagne promozionali” da noi intraprese, né voglio attribuire all'Ain tutto il merito di una innegabile inversione di tendenza che si è registrata negli ultimi mesi, credo che i dati relativi alle iscrizioni alle classi prime per l'anno scolastico 2011-12 costituiscano un importante segnale di attenzione alle esigenze del mondo produttivo. Rispetto all'anno scolastico 2010-11, infatti, le iscrizioni negli istituti tecnici industriali del Novarese sono cresciute del 9,9%, passando da 546 a 600. In aumento sono risultati gli indirizzi "Meccanica, Meccatronica ed Energia", "Elettronica ed Elettrotecnica" e "Trasporti e Logistica". In calo sono risultati solo l'indirizzo "Informatica e Telecomunicazioni" e le iscrizioni agli istituti tecnici commerciali, passate da 428 a 414 (-3,4%). Le iscrizioni agli istituti professionali sono invece cresciute del 4%, da 151 a 157. L’impegno dell'Associazione Industriali di Novara per il futuro si sviluppa, in quest'ambito, su tre direttrici. La prima ci vede al lavoro per la costituzione di un “comitato tecnico-scientifico” all’interno di ogni istituto tecnico del Novarese e per la promozione della “didattica laboratoriale” all’interno di queste scuole. I “comitati tecnico-scientifici” sono organi di consultazione in cui studenti, docenti e rappresentanti delle imprese del territorio possono confrontarsi e adottare strategie comuni. Pur avendo solo funzione consultiva sono molto importanti, perché possono costruire un elemento di raccordo diretto con la realtà economica e con il mondo del lavoro. Un altro ambito sul quale siamo molto impegnati è il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro. L’Ain ha avviato un progetto-pilota con i quattro istituti del Polo dell'Istruzione tecnica superiore che andrà a regime a partire dal prossimo anno scolastico. Il periodo di alternanza coinvolgerà una classe quinta per ogni indirizzo di studio, i cui alunni entreranno in azienda per un periodo compreso tra le due e le tre settimane, nel mese di marzo 2012. È in fase di pianificazione un percorso di preparazione specifica che vedrà gli studenti affiancati da due “tutor” (uno aziendale e uno scolastico) e che consenta di presentare all'esame di maturità una relazione sull'attività svolta. Il nostro Gruppo Giovani Imprenditori, inoltre, ha avviato, di concerto con la Provincia, un progetto-pilota che è stato il primo a livello regionale: dallo scorso maggio e fino a settembre 2011, una ventina di fabbriche del novarese hanno cominciato ad accogliere, per visite guidate, oltre 600 studenti delle classi seconde di 18 scuole secondarie inferiori del territorio. Stiamo pianificando anche interventi in aula di esperti e manager aziendali, per le classi seconde e terze, in modo da contribuire a far entrare nel mondo della scuola non soltanto nuovi contenuti ma anche nuove metodologie didattiche, più interattive, per favorire l'autonomia e la partecipazione attiva: proprio quelle competenze che il mondo delle imprese ritiene sempre più importanti per rendere i giovani davvero protagonisti del proprio futuro. Il futuro! Signore e signori, colleghi imprenditori, è proprio su questa parola, e su ciò che evoca e su cui ci impegna, che voglio concludere il mio intervento. È infatti al futuro che tutti noi dobbiamo guardare se vogliamo continuare ad essere costruttori attivi del progresso economico e sociale del nostro territorio. Ed è al futuro che devono guardare gli imprenditori novaresi: sia quelli che hanno fondato e fatto crescere le aziende che hanno reso così importante questa provincia, sia quelli delle “nuove generazioni” che ne hanno raccolto l'eredità per perpetuare una tradizione e i suoi valori di impegno e di dedizione al proprio lavoro. Questi anni di crisi sono anche serviti a ricordarci, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto sia importante “ancorare” lo sviluppo e il profitto alla sua fonte materiale, produttiva, manifatturiera, evitando di diventare preda delle sirene del “guadagno facile”, ottenibile senza fatica, con un “clic” su una tastiera di computer ma, in molti casi, altrettanto facilmente disperdibile come fumo al vento. Colleghi imprenditori. ll futuro è nell'industria! È l’industria una delle componenti essenziali che hanno tenuto a galla il sistema Italia durante la crisi appena trascorsa! Guardiamo avanti, quindi, con tutta quella fiducia, tutta quella tenacia e tutta quella determinazione che contraddistinguono da sempre il tratto saliente del nostro essere e del nostro agire. Dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi, di ciò che abbiamo fatto come di ciò che faremo; delle nostre radici come delle nostre prospettive. Dobbiamo, in una parola, continuare a intraprendere nel futuro. L'industria è il futuro. Noi siamo l'industria. Noi siamo il futuro! Grazie per l'attenzione, e buon lavoro a tutti!".