Novara - Antonio Centrella è stato riconfermato per i prossimi 4 anni presidente della Confesercenti di Novara e Verbano-Cusio-Ossola. Con questo nuovo mandato il 58enne novarese, attuale vice presidente della Confesercenti regionale piemontese e presidente regionale dell’Anva (Associazione Nazionale Venditori Ambulanti), è il primo presidente provinciale nella oltre trentennale storia dell’Associazione ad essere riconfermato per tre mandati pieni. Alla direzione dell’Associazione è stato confermato Luigi Minicucci, attualmente anche direttore regionale Piemonte, che così affronta il suo quinto mandato i primi tre da segretario generale, il secondo da direttore dell’Associazione di Novara e Vco.
“Ringrazio i componenti dell’Assemblea Elettiva che, all’unanimità - ha detto Antonio Centrella - mi hanno confermato alla carica di presidente soprattutto in un momento di crisi come quella che stiamo attraversando. Inizia un altro ciclo, ma, sicuramente, la linea tracciata negli ultimi quattro anni sarà perseguita. Non sarà semplice vista la situazione economica attuale. L’economia italiana sta attraversando la peggiore crisi negli ultimi 120 anni (guerre escluse). Questa crisi, iniziata sul finire del 2008, durerà ancora almeno per l’anno in corso. Pochi numeri sono eloquenti per descrivere le evoluzioni negli ultimi anni: nel 2013 il PIL italiano espresso a prezzi costanti ritornerà sui valore del 2000; il PIL pro-capite toccherà il livello del 1998, mentre per il reddito disponibile delle famiglie sempre espresso in termini reali pro-capite si ritorna addirittura sui livelli della metà degli anni ottanta. La crisi - ha proseguito Centrella - ha impatti negativi su tutte le componenti della domanda: i consumi delle famiglie, la produzione industriale, l’export. Si registra una decisa contrazione dell’occupazione un forte ricorso alla cassa integrazione guadagni, la chiusura di alcune migliaia di piccole imprese del commercio, del turismo, artigiane. Nella nostra città ad esempio solo nei primi due mesi dell’anno abbiamo avuto 5 nuove aperture e ben 23 chiusure. Tutta aperta la “questione fiscale”: siamo passati dal 41,3% del 2000, e si arriverà al 45,3% nel 2013, un’aumento di pressione fiscale che porta a quasi 5 punti il divario, rispetto al resto d’Europa. Il commercio, il turismo e l’artigianato e, più in generale, il terziario sono tra i settori più esposti: la rilevata riduzione dei consumi investe direttamente e pesantemente le aziende orientate al mercato interno”.
Centrella, nella sua relazione all’Assemblea ha sottolineato le priorità per riprendere la crescita: “Una vera spending review che aggredisca gli sprechi ed una profonda riforma istituzionale sono urgenti e necessarie: stop agli sprechi, riformare il Parlamento, abolire tutte le province, ridurre le comunità montane, ridurre le società partecipate a tutti i livelli, accorpare le funzioni dei piccoli comuni, privatizzare le aziende municipalizzate; eliminare i privilegi di cui gode il personale politico e sfoltire le consulenze, dismettere il patrimonio pubblico per ridurre debito ed interessi e liberare risorse per lo sviluppo. Stop al fisco oppressivo. Attraverso riduzioni vere di spesa bisogna abbattere la pressione fiscale: ridurre l’Irpef sulle famiglie e le imprese, ridurre il costo del lavoro per accrescere la competitività, lottare contro l’abusivismo e la contraffazione; stabilire un tetto massimo di pressione fiscale individuale. Riformare il “Federalismo all’Italiana”. Negli ultimi anni, complici anche i tagli per mettere in sicurezza i conti pubblici, gli enti locali non hanno saputo recuperare margini di efficienza, quindi la pressione fiscale locale ha manifestato dinamiche di crescita eccessiva. In particolare due imposte appaiono particolarmente opprimenti: l’IMU, che ha generato nela sua applicazione esborsi molto più elevati rispetto alla precedente ICI, soprattutto per le imprese; la TARES, la nuova tassa comunale sui rifiuti, che secondo alcune prime simulazioni, porterà ulteriori incrementi per le imprese e per le famiglie numerose. Stop alla burocrazia e maggiore trasparenza negli atti pubblici: entro 3 anni solo documenti telematici e meno dipendenti pubblici. Riforma della Pubblica Amministrazione per dare trasparenza e lottare contro la corruzione. Meno criminalità: più poliziotti nelle strade, più certezza delle pene, premiare chi denuncia taglieggiatori e usurai. Decidere per le PMI del commercio: abolizione della norma che sancisce la liberalizzazione selvaggia delle domeniche, che costituisce una spinta alla ulteriore desertificazione delle nostre città; incentivi per la realizzazione di centri commerciali naturali, meno tasse locali, sconti fiscali sull’energia, computer ed internet per tutte le PMI. Andranno previsti strumenti per rendere più facile la diffusione della moneta elettronica in tutti gli esercizi. Decidere per il turismo: allungare la stagionalità, abbattere tasse e tariffe locali, fare una vera politica di promozione del territorio che ridurrebbe gli sprechi; ridurre il costo dell’energia elettrica nella bassa stagione; ridurre l’IVA da noi più alta rispetto a molti paesi concorrenti.