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CNA presenta le 100 semplificazioni per liberare le energie delle piccole imprese

Marco Pasquino

Novara - Le semplificazioni della burocrazia realizzate nel corso degli anni sono state numerose, ma imprese e cittadini non avvertono il necessario cambio di marcia: la cattiva burocrazia rimane una foresta pietrificata che penalizza e frena il dinamismo delle imprese. Per CNA la burocrazia è un ostacolo che va superato, per favorire la competitività, rafforzare la produttività e dare vigore alla crescita. Per questo nel VI Rapporto dell’Osservatorio CNA Burocrazia l’Associazione ha individuato 100 proposte di semplificazione, presentate il 18 marzo a Roma, alla presenza del giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, del presidente nazionale DI CNA Dario Costantini, e con un videomessaggio del ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.

“Le 100 semplificazioni contenute nel VI Rapporto dell’Osservatorio CNA Burocrazia – afferma il direttore CNA Piemonte Nord Marco Pasquino, che ha assistito alla presentazione nella sede nazionale di CNA a Roma - non si limitano a segnalare lacci e ostacoli, offrono la soluzione operativa senza pregiudicare le necessarie tutele o abbassare il livello dei controlli, puntando a migliorare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. Molte delle semplificazioni proposte sono accompagnate da un’analisi dell’impatto economico”.

Alcune semplificazioni contenute nell’Osservatorio sono di sistema e riguardano l’intera platea imprenditoriale, le altre si concentrano su 29 settori (dal tessile alle costruzioni, dalla meccatronica all’oreficeria) che esprimono circa 830mila imprese e 3,6 milioni di lavoratori. Il Centro studi CNA ha stimato in modo prudenziale che la messa a terra delle 100 proposte può contribuire a ridurre da 313 a 263 ore l’anno il tempo dedicato alle pratiche burocratiche con un risparmio netto di quasi 1.500 euro a impresa e un taglio da 7 miliardi di costi della burocrazia che pesano oltre 43 miliardi l’anno.

Oltre a ridurre i costi della burocrazia, le 100 proposte di CNA non comportano oneri per le finanze statali, snelliscono il lavoro della Pubblica amministrazione e migliorano l’efficienza del sistema economico.

In Italia, dalle leggi ai regolamenti e perfino alla modulistica, tutto è fatto per le imprese più grandi. E la marea di piccole imprese è costretta ad adattarsi, mentre sarebbe più facile e più giusto fare il contrario.

“Come ha affermato il presidente nazionale CNA, Dario Costantini – riferisce Pasquino – la semplificazione amministrativa e normativa è la principale riforma che serve al Paese, alle imprese, ai cittadini e alla stessa pubblica amministrazione. Semplificare non significa ridurre controlli e tutele, al contrario rendere più trasparente il rapporto con il sistema burocratico a tutti i livelli assicura una maggiore efficacia delle norme. CNA con l’Osservatorio Burocrazia da molti anni, con le sue analisi, offre un contributo al decisore politico nella consapevolezza che il processo di semplificazione è un motore che non si deve mai arrestare. Le 100 proposte si possono realizzare rapidamente senza pesare sui conti pubblici, con consistenti benefici per l’intero sistema economico italiano”.

Alcune proposte CNA per ridurre il peso della burocrazia. Tra le numerose e dettagliate proposte, eccone in sintesi alcune di carattere generale.

Industria insalubre - Anche se da 20 anni esiste il codice ambientale, è ancora in vigore un decreto del 1934 che obbliga l’imprenditore a inviare al sindaco, 15 giorni prima di avviare l’attività, una dichiarazione di industria insalubre, che si sostanzia nella presentazione di un modulo e dei relativi allegati che attestino la salubrità dell’ambiente. In caso di abrogazione della dichiarazione, i costi per preparare la documentazione, in media oltre 3mila euro, si ridurrebbero di oltre il 50%.

Insegne d’esercizio - Posizionare un’insegna può diventare un incubo. Fino a 9 enti coinvolti (Comune, Soprintendenza se l’edificio è storico, ANAS se è vicino a una strada statale, e in alcuni casi anche della Regione), moduli e istruttorie diverse da comune a comune e in base alla zona di insediamento. Il risultato? Un’attesa di 90/120 giorni e costi che possono superare i 1.500 euro. Un’impresa deve poter installare un’insegna senza dover aspettare mesi, semplicemente attraverso una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al Suap (Sportello unico attività produttive).

Piattaforme appalti - Per partecipare al mercato degli appalti una piccola imprese si registra in media a 25 piattaforme con una spesa di 5mila euro (200 euro a piattaforma), dedicandovi 5 giorni di lavoro e altrettanti di formazione per replicare gli stessi documenti. Un registro nazionale dei fornitori accreditati e un’unica piattaforma farebbero scendere i costi del 70%.

Super Suap - Lo sportello Suap, quello per l’edilizia (Sue) e quello ambientale dovevano semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione, ma i procedimenti sono ancora frammentati e articolati. Con l’accorpamento digitale degli sportelli unici (Super Suap) i tempi di rilascio delle autorizzazioni si dimezzerebbero a 30-45 giorni.