Novara - Il balzo dell’inflazione porta più di un italiano su due (51%) a tagliare la spesa nel carrello. E’ quanto emerge dall’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa. L’aumento record dei costi energetici ha un effetto valanga sulla spesa per importare cibi e bevande dall’estero che aumenta in valore del 31% per acquistare una quantità maggiore di appena l’8%.
“Il rischio è quello di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare – fanno notare il presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani - Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Occorre invertire la tendenza e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni. Serve intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende e poter programmare il futuro”.