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Coldiretti, grano: al via la trebbiatura con -10% raccolti per clima pazzo

Elevata qualità frumento tenero piemontese valorizzato con progetto di filiera Gran Piemonte

Novara - L’arrivo del caldo torrido segna anche l’inizio della raccolta del grano in Italia ed in Piemonte, stimata in calo del 10% a causa del clima pazzo con una fredda primavera dopo un inverno mite. E’ quanto emerge dal monitoraggio Coldiretti. Il Piemonte è particolarmente vocato alla produzione di frumento tenero con una superficie di circa 84 mila ettari tra tutte le province. Sul territorio del novarese e del Vco ci sono 2,3 mila ettari con 130 mila quintali di produzione.

“Un segnale di ripartenza nelle campagne dove – evidenzia Sara Baudo presidente di Coldiretti Novara-Vco - con l’emergenza Covid non si è mai fermato il ciclo naturale delle lavorazioni per garantire l’approvvigionamento alimentare delle produzioni in uno scenario segnato da speculazioni, accaparramenti e distorsioni del commercio a livello internazionale. Uno dei prodotti simbolo del Made in Piemonte è proprio il frumento tenero oggetto dell’accordo di filiera Gran Piemonte volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed  ottenere prodotti da forno preparati con la farina piemontese per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Un trend spinto dalla crescente richiesta di prodotti 100% Made in Italy come dimostra l’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale l’82% degli italiani, con l’emergenza Coronavirus, sugli scaffali cerca prodotti italiani per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio. Una tendenza confermata dal successo della campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia che ha coinvolto industrie e catene della grande distribuzione. Una svolta patriottica favorita anche dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta sotto il pressing delle battaglie degli agricoltori della Coldiretti. Proprio l’allarme globale provocato dal Covid ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza – conclude Baudo – per cui occorre intervenire sulle fragilità presenti in Italia per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero in un momento di grandi tensioni internazionali. Una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni, soprattutto da quelle aree del pianeta che, come il Canada per il grano, non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese dove è vietato l’uso del diserbante chimico glifosato in preraccolta”.