Novara - Una delegazione di Coldiretti Novara-Vco ha incontrato il Prefetto di Novara, sua Eccellenza Francesco Garsia, per esporre il proprio dissenso in merito alla decisione dell’Est Sesia di chiudere le bocche che riforniscono di acqua i campi novaresi. Il vertice è avvenuto questa mattina, giovedì 14 luglio: oltre al Presidente Sara Baudo, al Direttore Francesca Toscani, all’intera giunta e ai Presidenti di Sezione della Federazione, erano presenti decine di agricoltori che hanno voluto far sentire la loro voce per protestare contro questa scelta del Consorzio che rischia di mandare in fumo gran parte del loro raccolto. “Stiamo cercando di mettere in atto tutte le azioni in difesa del mondo agricolo e dei nostri soci – hanno commentato Baudo e Toscani – Evidenziamo da parte di Est Sesia la mancanza di una corretta ed uniforme informazione sulle manovre e disparità di trattamento. Siamo di fronte ad un’emergenza straordinaria, ma il Consorzio sta dimostrando un’assenza di conciliazione di trattamento tra le utenze. Abbiamo richiesto ed ottenuto un incontro lunedì scorso con il Consorzio e le risposte ottenute le reputiamo insoddisfacenti e poco motivate. Per trovarci poi di fronte al pomeriggio stesso e senza alcun preavviso ad una comunicazione pervenuta telefonicamente e direttamente ai distretti di chiusura del 100% di prelievi dal Canale Cavour e dal Quintino Sella. Per questo – proseguono - abbiamo deciso di dare mandato ad un esperto di diritto amministrativo di analizzare l’operato dei vertici di Est Sesia”. Sua Eccellenza il Prefetto Francesco Garsia ha dimostrato estrema disponibilità, incontrando, seppur con breve preavviso, la delegazione di Coldiretti: “Mostro innanzitutto grande vicinanza a tutto il mondo agricolo, che è il cuore pulsante del nostro territorio, che sta attraversando un periodo mai visto prima a causa dell’emergenza siccità – ha affermato Garsia – Porrò sicuramente il mio personale interesse ed attenzione alla questione cercando di trovare una soluzione che possa essere positiva per tutti. Serve gioco di squadra e che venga instaurato un dialogo anche a livello interistituzionale per avere una gestione dell’acqua più equa possibile con un coordinamento più efficace , soprattutto tra il consorzio e le parti agricole”.
Perugini (Lega) su questo importante tema afferma: “Ridate acqua all’agricoltura novarese. Stiamo vivendo giorni incandescenti. E l’agricoltura e risicoltura novarese ancora di più! In parallelo al complesso lavoro di programmazione che Regione Piemonte sta portando avanti per la futura gestione dell’acqua, oggi, benché altrettanto difficile e complesso, è imprescindibile che chi materialmente ‘apre e chiude i rubinetti’ della distribuzione d’acqua alle nostre colture ne verifichi la più equa ripartizione possibile rispetto alle diverse necessità, migliorando al massimo la gestione contingente. Non è giusto che agricoltori di diverse zone entrino in conflitto tra loro per una mancata proporzionalità del servizio. Pur consapevole delle decine di metricubi al secondo che quotidianamente mancano, l’auspicio è che in questo picco di caldo non si registri per nessun motivo un ‘dove troppo’ e un ‘dove troppo poco’, nel rispetto reciproco delle regole ed attraverso una comunicazione alle aziende interessate adeguatamente anticipata. Non si può immaginare di compromettere irreversibilmente raccolti ancora recuperabili. L’acqua sia distribuita al comparto con comprovato equilibrio di sistema e proporzionalità. L’agricoltura novarese ha necessità che devono essere rispettate come tutte le altre. Quando Cavour promosse il canale, questo fu costruito e ideato a supporto dell’agricoltura, in particolare della coltura del riso. Oggi, a maggior ragione, deve funzionare così”. Il consigliere novarese è membro della Terza commissione Agricoltura e in passato è stato consigliere per il comparto risicolo dell’ex ministro dell’Agricoltura Luca Zaia.
Infine la dichiarazione di Riccardo Lanzo, consigliere regionale Lega: “Gli agricoltori non possono rimanere senz’acqua e tanto meno possono rimanere senz’acqua gli agricoltori novaresi. La drammatica situazione idrica che sta vivendo il nostro bel territorio è sotto gli occhi di tutti”. Esordisce così il vicecapogruppo regionale della Lega Salvini Piemonte Riccardo Lanzo, su un tema quanto mai attuale che sta preoccupando ormai da mesi il Piemonte. “In questo momento - fa notare Lanzo - sullo stesso territorio comunale si possono trovare aziende che hanno già decretato la perdita del raccolto sul 50% della superficie e altre che riescono ancora a far sopravvivere le colture: ma per quanto ancora? Queste differenze sono causate dalle diverse derivazioni dei canali e da dove questi canali a loro volta pescano. Fino a oggi la parte coperta dal fiume Sesia sembra tenere, mentre le altre stanno soffrendo terribilmente. La parte alta del Cuneese non risente ancora molto del fenomeno utilizzando pozzi profondi per l’approvvigionamento idrico, spostandosi verso la bassa Cuneese si vedono già molte situazioni compromesse. Per ora se la cava la zona viticola anche se si vedono parecchie morie in vigneti giovani dove le barbatelle con un apparato radicale poco profondo in molti casi non riescono a sopravvivere. Tutti i settori zootecnici - ricorda ancora il vicecapogruppo Lanzo - stanno affrontando spese enormi per cercare di mantenere gli animali in condizioni accettabili, ma i costi per le irrigazioni analizzati dagli esperti in molti casi raggiungono e superano i mille euro al giorno di gasolio per alimentare idrovore e rotoloni. Altro accenno alle centrali a biogas per la produzione di energia elettrica che molto probabilmente, come le stalle, non avranno trinciato di mais a sufficienza per garantire l’approvvigionamento necessario ad affrontare un anno intero, con il rischio conseguente di spegnimento degli impianti. Trovandoci solo nella prima quindicina di luglio abbiamo di fronte ancora un mese e mezzo prima che si possano raccogliere i cereali primaverili, quindi se mancherà ancora di più l’acqua aumenteranno proporzionalmente le aziende costrette ad abbandonare parti sempre più significative di superficie. I prezzi dei fertilizzanti sono in molti casi quadruplicati, i costi per l’energia elettrica raddoppiati, pezzi di ricambio introvabili e venduti a peso d’oro”. Una doverosa premessa che però non può distogliere l’attenzione da quanto sta accadendo sul territorio Novarese: “Chiudere le bocche di derivazione - continua Lanzo - che portano l’acqua a migliaia di ettari del novarese coltivati soprattutto a riso per convogliare tutta l’acqua disponibile verso al Lomellina appare una decisione quanto meno discutibile. La Lomellina non ha un terreno vocato al riso e cercare di salvare quelle coltivazioni ormai compromesse a danno di chi invece ha vera vocazione risicola può rivelarsi una scelta economicamente e socialmente pericolosa. La Regione sa bene quali siano le necessità e dove indirizzare correttamente i contributi. L’analisi di eventuali risarcimenti per lo Stato di Calamità saranno ben ponderati per evitare che cadano a pioggia invece di raggiungere gli imprenditori realmente colpiti dalla siccità. Occorre effettuare in tempi rapidi un processo di educazione del comparto agricolo così che possa arrivare il più preparato possibile ad affrontare cambiamenti radicali senza i quali migliaia di imprenditori agricoli piemontesi potrebbero vedere la fine delle loro aziende”.