Novara - È stata un’assemblea annuale ricca di contenuti quella dei Consulenti del Lavoro di Novara che si è svolta giovedì 13 luglio 2023 al Castello di Novara e che ha visto la partecipazione quasi completa degli iscritti all’Albo novarese. Annalisa Coda Zabetta, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Novara, ha aperto la parte istituzionale della giornata affiancata dai membri del Consiglio Stefano Rotondo (segretario), Cecilia Brustia (tesoriere), Fabio Brega (consigliere), Antonio Marrone (consigliere), e Roberta Angelé (presidente del Collegio dei revisori dei conti). Ha relazionato sul positivo andamento dell’Albo provinciale, che ad oggi conta 103 iscritti, 10 praticanti e 8 persone che hanno concluso il periodo di praticantato e si accingono a sostenere l’esame di abilitazione. Ha poi citato i numerosi corsi di formazione organizzati, gli incontri e i convegni con approfondimenti su novità normative e di adempimento, i rapporti di collaborazione instaurati con istituzioni, enti e altri ordini professionali del territorio. Al termine l’approvazione del bilancio all’unanimità.
La parola è poi passata a Claudio Rorato, responsabile scientifico e direttore dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale al Politecnico di Milano, il quale ha presentato un progetto di ricerca da lui condotto insieme ad ANCL (Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro). L’interessante studio ha analizzato i modelli organizzativi degli studi professionali dei Consulenti del Lavoro e ha tracciato una mappa con strategie per orientarsi nelle sfide del futuro e cogliere nuove opportunità di sviluppo per la professione.
Si è poi arrivati al cuore dell’assemblea con gli interventi di Lorenzo Miazzo, Pietro Antonietti e di Emanuele Galli (in rappresentanza dello Studio Badà), che hanno raccontato le loro esperienze in merito all’evoluzione degli studi professionali dei Consulenti del Lavoro.
Miazzo, 43 anni di esperienza come Consulente del Lavoro e fondatore dello studio novarese che porta il suo cognome, ha proposto un intervento ‘motivazionale’ e particolarmente sentito che ha coinvolto i Consulenti.
Galli, in rappresentanza di Marco Badà dell’omonimo studio fondato a Novara dal padre Enrico negli Anni ’70, ha spiegato come l’introduzione dell’innovazione tecnologica ha cambiato negli anni il modo di svolgere l’attività dello studio, con cui lo stesso Galli collabora da tempo. Una testimonianza pratica e concreta su procedure e metodi di lavoro che hanno incuriosito perché hanno sempre precorso i tempi.
Antonietti, iscritto all’Ordine dei Consulenti del Lavoro dal 1980 e fondatore nello stesso anno del suo studio a Novara, ha raccontato in maniera diretta e sincera il suo animato rapporto con la professione, esortando all’apertura di forme di collaborazione.
“Capita di rado negli ordini professionali – ha commentato Coda Zabetta – che colleghi di grande esperienza decidano di condividere e mettere a disposizione di tutti le loro conoscenze e i loro metodi di lavoro, perché c’è sempre il timore di veder aumentare la concorrenza. Noi abbiamo la fortuna di avere tra noi persone lungimiranti e attente, che hanno dimostrato anche in questa occasione di voler fare qualcosa di utile a vantaggio dell’interesse collettivo. Una cosa in più che mi rende fiera di essere presidente dell’ordine novarese, del quale loro sono la colonna portante da decenni. I loro interventi sono stati un valore aggiunto notevole per l’assemblea annuale, un momento per noi molto importante di unione e condivisione. Con la loro testimonianza hanno offerto ai colleghi elementi di riflessione utili per il miglioramento e la crescita di tutta la categoria”.
Gli interventi in sintesi di Miazzo, Galli e Antonietti.
Lorenzo Miazzo: “Mi sono avvicinato ai temi sindacali negli anni Settanta, il periodo delle Brigate Rosse, dello Statuto dei lavoratori, del cambio del sistema pensionistico, dell’istituzione della cassa integrazione. Da allora il tema del lavoro ha guidato il mio percorso. Il bello della nostra professione è che viviamo sul campo tutti i cambiamenti del contesto sociale e siamo i primi ad essere chiamati a gestire le problematiche. È sempre stato così e lo è ancora oggi, se pensiamo ad esempio al periodo della pandemia. Per il futuro della nostra professione resta di certo importante l’elaborazione delle buste paga, la nostra base, ma dobbiamo rivolgere la nostra attenzione anche verso la gestione delle persone. L’intelligenza artificiale andrà a toccare il mercato della gestione dei cedolini, ma non gestirà i rapporti umani”.
Emanuele Galli (Studio Badà): “La nostra è una professione variegata e la tecnologia ci viene in aiuto. Permette di organizzare l’attività del cliente nelle fasi di condivisione con lo studio, armonizza i carichi di lavoro individuali, libera risorse per altre attività a maggiore valore aggiunto e fidelizza il cliente. L’innovazione, da strategica, deve diventare innovazione di sistema, la gestione dei flussi di dati tra studio e cliente così diventa sempre più semplice e veloce e permette di fare sempre di più, ma meglio”.
Pietro Antonietti: “Dall’esterno, come avviene quando si guarda un’automobile, anche dell’attività del Consulente del Lavoro alla fine viene vista solo la carrozzeria e l’estetica, e non ci si accorge della quantità e complessità di tutte le parti, compreso il motore. La nostra sfida è riuscire a rivestire il nostro motore, ossia la gestione della busta paga e l’amministrazione del personale, con tutte quelle soluzioni che anticipano le richieste del cliente. Dobbiamo offrire l’auto intera, un prodotto composto da tante parti che possa essere più apprezzato. Dobbiamo quindi andare oltre il cedolino, utilizzare tutti i dati che possediamo per creare nuove strade alla consulenza, sviluppare l’area delle risorse umane, utilizzare la business intelligence per permettere al servizio tradizionale di payroll di evolvere. Parliamo con tutti e soprattutto ascoltiamo tutti: da chi si occupa di controllo e gestione alla produzione, dalla contabilità alle risorse umane, fino ai dipendenti delle aziende clienti, perché possiamo sempre imparare. Abbiamo grandi potenzialità che ci distinguono: elevata competenza professionale, spirito di servizio, capacità di formare figure nell’ambito delle risorse umane, sappiamo usare strumenti innovati e introdurre nuovi servizi. Per evolvere dobbiamo però fare un nuovo passo e superare l’anacronistico e dannoso individualismo. All’innovazione deve aggiungersi l’aggregazione e la collaborazione della categoria”.