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Decaduti gli accordi verbali: Cia scrive anche a Regione e Arpea

Le ragioni e gli strumenti di Cia per oltrepassare i problemi burocratici
Andrea Padovani

Novara - Cia Piemonte ha inviato una lettera alla Regione Piemonte (Direzione Agricoltura e Cibo) per chiedere le ragioni della mancata applicazione di una norma di legge sulla semplificazione che, se applicata in un territorio quale quello piemontese con una spiccata frammentazione fondiaria, renderebbe più facile la vita degli agricoltori e, soprattutto, impedirebbe l’esclusione di notevoli superfici di terreni agricoli. Ma facciamo un passo indietro. Cia Novara Vercelli VCO aveva già denunciato il problema e inviato a propria volta ai parlamentari del territorio, lo scorso dicembre, un documento con il quale sottolineava come le nuove disposizioni, operative dal 1° gennaio 2023, che escludono la dichiarazione di affitto verbale, abbondantemente diffusa in molte aree territoriali e che si è rivelata, nel tempo, di utilità strategica per consentire la messa a coltura di ampie superfici di terreno.

Secondo le nuove disposizioni, in vigore dall’1/01/23, gli accordi per la conduzione dei terreni dovranno essere formalizzati con una dichiarazione sottoscritta dal proprietario del terreno che dovrà inoltre fornire copia del suo documento di identità. Se questo non avverrà, la conseguente esclusione dei terreni dai fascicoli aziendali comporterà la perdita di importanti diritti quali, ad esempio, l’assegnazione di gasolio agricolo agevolato, i sostegni comunitari di Pac e Psr, la richiesta di danni a seguito della presenza della fauna selvatica.

Cia Novara Vercelli VCO ha quindi chiesto alla Regione e ad Arpea, di dare immediata applicazione all’art.1 comma 702, della Legge di Bilancio 2019, che estende anche ai comuni di collina, pedemontani e della pianura non irrigua, la possibilità di dichiarare nel fascicolo aziendale terreni condotti in affitto di superficie catastale inferiore ai 5.000 mq, anche in assenza di un contratto scritto.

Dichiara il presidente interprovinciale Cia Andrea Padovani (foto): «Questa norma consente di restituire ai territori importanti risorse comunitarie essenziali per lo svolgimento dell’agricoltura che altrimenti rischiano di essere congelate per l’impossibilità di dimostrare il possesso dei terreni condotti, considerata la ritrosia nel formalizzare rapporti esistenti da lungo tempo. Cia stima che oltre il 50% della superficie interessata, senza l’applicazione di questa norma, andrà persa per la mancata volontà dei proprietari di adeguarsi alle attuali regole».

La normativa prevede che il Ministero dell’Agricoltura provveda alla determinazione delle aree ubicate nei comuni prealpini di collina, pedemontani e di pianura non irrigua legate a specifici fattori di svantaggio: gli elenchi, evidenzia Cia, di fatto esistono da anni e sono alla base dell’applicazione di Pac e PSR.