Novara - Un 2011 all’insegna della stabilità per le imprese femminili novaresi, che a fine dicembre registrano una variazione annua del +0,1%, risultato pressoché in linea con la media regionale (+0,3%). Le imprese femminili registrate ammontano a 7.443, il 23,2% delle imprese provinciali, quota in linea con quella italiana (23,5%) e leggermente inferiore a quella piemontese (24%). Tra le imprese “rosa” novaresi si contano inoltre 561 imprese straniere e 1.021 “under 35”.
«Le difficoltà che hanno colpito il nostro tessuto produttivo emergono con ancora maggior evidenzia dall’andamento demografico delle imprese femminili – commenta il presidente Paolo Rovellotti – Non mancano, tuttavia, dati positivi, come la crescita delle società di capitali e una quota di imprese giovanili superiore alla media provinciale. L’imprenditorialità femminile rappresenta una risorsa strategica, ma spesso non adeguatamente valorizzata: per questo abbiamo istituito, attraverso il nostro Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile e in collaborazione con la provincia di Novara, un premio riservato alle imprese femminili novaresi che si siano particolarmente distinte per iniziative a favore dell’economia del territorio e che verrà a breve presentato».
Dall’analisi per forma giuridica emergono dinamiche più favorevoli per le società di capitali, cresciute del +4,7% rispetto al 2010, così come per le altre forme. Appare negativa, invece, laperformance delle società di persone (-2,3%), mentre si mantengono sostanzialmente stabili le imprese individuali, che rappresentano quasi il 60% delle imprese femminili provinciali, distaccando di gran lunga le società di persone (25,1% delle preferenze) e le società di capitali (13,1%).
Sotto il profilo settoriale le imprese femminili si concentrano prevalentemente nel commercio e negli altri servizi, scelti in misura maggiore rispetto al totale delle imprese novaresi (77,9% delle imprese attive femminili contro il 59,4% di quelle provinciali). Decisamente più contenuta la presenza di imprese femminili nelle costruzioni (4,6% contro il 19,8% provinciale), mentre le quote dell’industria in senso stretto e dell’agricoltura risultano più allineate ai dati complessivi.
È il terziario, inoltre, a evidenziare le variazioni annuali più significative delle imprese femminili registrate, sebbene il commercio arretri del -0,9%. Ad aumentare sono anche le costruzioni, che mettono a segno un +4,5% rispetto al 2010, mentre le manifatture si mantengono stazionarie e l’agricoltura diminuisce del -3,3%.