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Giornata dell’Economia

Il punto su dinamiche e prospettive dell’economia del territorio all’incontro in Camera di Commercio

Novara - Un quadro all’insegna di luci ed ombre, dove non mancano elementi positivi, ma c’è ancora molto lavoro da compiere: è quanto emerso in occasione della Giornata dell’Economia organizzata da Camera di Commercio di Novara e Banca d’Italia nel pomeriggio di giovedì 27 giugno presso la sede camerale. Ad aprire i lavori è stato il presidente della Camera di Commercio Maurizio Comoli«Nonostante l’incertezza legata all’accorpamento degli Enti camerali piemontesi, le cui procedure sono state sospese, la Camera di Novara ha mantenuto un forte impegno su temi strategici per le imprese, quali internazionalizzazione, semplificazione e innovazione. In particolare sono state incrementate le risorse del bando Voucher Impresa 4.0, portandole a oltre 96mila euro ed estendendo i termini per la partecipazione al 21 ottobre». 

È quindi intervenuto per portare i saluti della Regione Piemonte Matteo Marnati, neo assessore all’Energia, Ambiente e Innovazione, il quale ha sottolineato la volontà della nuova amministrazione di affrontare tempestivamente le questioni più importanti del territorio, tra cui la Città della Salute.

È seguita la presentazione del Rapporto annuale sull’economia piemontese della Banca d’Italia, introdotto da Luigi Capra, direttore della sede di Torino, i cui dati principali sono stati illustrati di Luciana Aimone Gigio della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale. «Nel 2018 è proseguito il graduale recupero dell’economia piemontese, ma nel corso del 2019 produzione e fatturato industriali hanno subito un nuovo rallentamento: il ritardo di crescita del Piemonte si concretizza in un gap con i valori pre-crisi di oltre 6 punti percentuali, evidenziando andamenti demografici più sfavorevoli e un recupero più debole della produttività rispetto al Nord-Ovest».

Dopo un focus sul settore della logistica in Piemonte a cura di Alessandro Cavallero della Banca d’Italia, si è scesi nel dettaglio provinciale, con l’analisi di alcuni dei dati più significativi riguardanti il tessuto produttivo locale, commentati dal presidente camerale Maurizio Comoli: «In provincia di Novara il valore aggiunto pro-capite risulta cresciuto a ritmi più lenti di Piemonte e Italia tra 2001 e 2018, con un calo dal 28° al 40° posto nella graduatoria provinciale. Bene invece l’andamento dell’export, passato dal picco negativo dei 3,2 miliardi di euro del 2009 ai 5,2 del 2018, con una previsione di crescita media annua del +2,4% nel triennio 2018-2022».  

L’analisi dei dati ha dato il “la” alla tavola rotonda a cui hanno preso parte interlocutori privilegiati di livello locale e nazionale, tra cui Eliana Baici, direttore del Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa dell’Università del Piemonte Orientale, la quale ha sottolineato: «l’importanza dell’industria nel sistema economico per rafforzare reddito pro-capite e domanda interna. Serve una visione strategica chiara da parte dell’operatore pubblico che dia un segnale forte delle direzioni da seguire e anche legame più stretto tra Università e mondo produttivo».

Alessandro Canelli, sindaco di Novara, ha ribadito la necessità di procedere con tempismo nella realizzazione delle opere previste: «Occorre lavorare, sia a livello macro che micro, su consumi, investimenti, cuneo fiscale e burocrazia: per stimolare gli investitori privati a venire sul nostro territorio bisogna essere credibili».   

Tra le priorità da compiere è stato ricordato anche il tema delle infrastrutture, in particolare da Maurizio Grifoni, presidente di Confcommercio Alto Piemonte: «Servono collegamenti migliori e più veloci con Milano e Malpensa e un’apertura all’innovazione: oltre all’industria ci sono settori d’eccellenza a cui guardare, tra cui il turismo, che sta avendo ottimi risultati. Giusto puntare sulle nuove tecnologie, ma occorre fare attenzione alla fuga di cervelli».

La realtà delle piccole imprese è stata ben tracciata da Carlo Napoli, segretario di Confartigianato Imprese Piemonte: «Prima della crisi del 2009 le imprese artigiane piemontesi erano 136mila, a fronte delle 120mila di oggi. Il credito rappresenta una nota dolente per le PMI: servono grandi opere, formazione per il cittadino e un potenziamento della pubblica amministrazione».   

Difficoltà che non hanno risparmiato anche imprese di più grandi dimensioni, come ha ricordato Fabio Ravanelli, presidente di Confidustria Piemonte: «Il Piemonte sta vivendo una crisi più intensa delle altre regioni del Nord e in diverse aree è in atto una desertificazione industriale. Condizioni per lo sviluppo sono infrastrutture, giustizia rapida e certa, burocrazia snella e una formazione adeguata alle reali esigenze lavorative: il rapporto tra studenti di Istituti Tecnici Superiori in Italia e Germania è di 1 a 100».

Il tema della formazione è stato sottolineato anche da Carlo Robiglio, presidente nazionale della Piccola Industria di Confindustria: « «Il ritardo del Piemonte rispetto alle altre regioni benchmark deriva dalla mancanza di un ecosistema favorevole, che passa anche dal tandem scuola-università-industria: per innescare un circuito favorevole occorrono giovani specializzati e una ricerca di alto livello che sostenga l’innovazione. Novara conta su imprese molto diversificate con forte vocazione all’export – ha sottolineato Robiglio – e può qualificarsi come Fashion Valley: c’è però ancora moltissimo lavoro da fare e non solo qui».       

Gli atti del convegno sono disponibili sul sito della Camera di Commercio di Novara www.no.camcom.gov.it .