Novara - “L’artigianato sta soffrendo, l’artigianato sta morendo!” questo è il drammatico allarme lanciato da Michele Giovanardi, Presidente, e Amleto Impaloni, Direttore, di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, che sintetizzano i dati delle consistenze degli Albi artigiani presso le due Camere di commercio di Novara e del VCO. “Nonostante i segnali sembrassero in controtendenza nelle scorse settimane, dobbiamo prendere atto della durezza dei dati: 10.092 imprese artigiane nel Novarese, 4.458 nel VCO, per complessive 14.450 imprese, cioè un saldo negativo di meno 253 imprese artigiane in dodici mesi” afferma il presidente Giovanardi. Dal 2008 abbiamo perso nelle nostre province quasi 1.600 imprese artigiane, per oltre quattromila posti di lavoro, e questo solo nell’artigianato”. “Abbiamo sì contenuto le perdite: dai – 515 del saldo negativo dello scorso anno siamo passati al – 253 però invito a non dire che abbiamo dimezzato lo sbilancio: per l’ennesimo anno consecutivo dal 2008 sono di più gli artigiani che chiudono rispetto a quelli che scelgono di fare impresa. In questi anni abbiamo più che azzerato il vantaggio dato da anni di continua crescita di imprese e di posti di lavoro, siamo ormai tornati, numericamente, ai dati di quasi venti anni fa, quando gli scenari erano di tutt’altro tenore” nota il direttore Impaloni.
“Questi dati confermano quanto denunciamo da sempre: la crisi la pagano soprattutto i piccoli, le piccole imprese, gli artigiani, costretti quotidianamente a slalom mortali fra burocrazia, credito, nuove norme e regolamenti farraginosi. Non ci neghiamo nulla, non ci fanno mancare niente, soprattutto: di essere presi in giro sul SISTRI, il sistema di tracciabilità dei rifiuti; di ‘controllare’ il regime dell’IVA attraverso il meccanismo del reverse charge, i nostri pensionati hanno dal 1988, ripeto 1988, lo stesso livello di assegni familiari. L’unica cosa che è cambiata è che nel 1988, il lavoro c’era: oggi no!” denuncia Giovanardi.
“E’ storia di pochi giorni fa, l’ultima in ordine di tempo: l’ennesima azienda che chiude non perché il lavoro mancava, in questo caso c’era, ma perché non c’erano clienti che pagavano. E’ il dramma di molti artigiani: lavorare sottocosto praticamente in perdita oppure non lavorare proprio: questa crisi finirà solo nel momento in cui l’ambiente in cui vivono e lavorano le nostre imprese sarà meno ostile” concludono Giovanardi e Impaloni.