Novara - "Da sempre - scrivono dall'associazione Globoconsumatori - le festività natalizie sono la cartina di tornasole per testare lo stato di salute degli italiani. Così, non c'è troppo da meravigliarsi se il Natale festeggiato nelle passate ore sarà ricordato come il peggiore degli ultimi dieci anni. Gli analisti, che hanno monitorato gli acquisti degli italiani fino alle ultime ore di apertura dei negozi, hanno infatti evidenziato un crollo dei consumi. Chi sperava in una impennata delle vendite grazie agli acquisti dell'ultim'ora è rimasto deluso. Le famiglie hanno fortemente tirato la cinghia, riducendo il numero di regali e la loro entità, e tagliando anche sulle spese per la casa, sempre più spesso riciclando gli addobbi degli scorsi anni. Il crollo dei consumi è la diretta conseguenza di un anno difficile che ha visto il pil decrescere e la pressione fiscale aumentare a livelli da record. Ormai è sotto gli occhi di tutti: la "cura" Monti non ha funzionato. E i consumi sono in caduta verticale anche durante le vacanze di Natale. Tendenza inversa solo per gli alimentari: le tavole degli italiani rimangono imbandite. "È la dimostrazione di come le famiglie siano disposte a ridurre i consumi su altre voci di spesa, ma restino fedeli alla tradizione del cenone e del pranzo di Natale". Analizzando le spese degli italiani per il Natale 2012, si nota infatti come le principali riduzioni dei consumi si siano registrate nel settore regali. I negozi hanno riscontrato drastici cali negli acquisti. Su abbigliamento, calzature, arredamento e oggettistica per la casa il crollo è stato del 22/26 %. Malissimo anche i comparti viaggi, ristorazione e cultura (-18%). Le vendite possono ritenersi soddisfacenti unicamente nel settore giocattoli, informatica e cellulari, mentre si è speso addirittura più dello scorso anno (mediamente il 6% in più) per gli alimentari. "Il calo delle vendite di Natale , è il segno evidente della crisi economica che investe il nostro paese, e di una politica economica sbagliata che finora ha preferito aumentare la pressione fiscale anziché salvaguardare le tasche delle famiglie e incentivare i consumi". E’ evidente come, in assenza di una inversione di tendenza, il 2013 si candidi ad essere come l'annus horribilis sul fronte dei consumi, con pesanti ripercussioni per il settore del commercio. Alla luce dei pessimi dati di Natale, milioni di attività rischiano l'imminente chiusura".