Novara - Nella mattinata di oggi sono stati incontrati il Sindaco di Novara Alessandro Canelli e l’Assessore al Commercio Elisabetta Franzoni, a cui il Presidente della Confesercenti Antonio Centrella, il Presidente dell’Anva (Associazione Nazionale venditori su aree pubbliche) Luigi Angilè ed il coordinatore regionale Confesercenti Luigi Minicucci hanno consegnato il dossier riguardante la petizione nazionale dell’associazione “Portiamo le Imprese fuori dalla Pandemia”. “Abbiamo presentato al Sindaco e all’Assessore la petizione della Confesercenti e le proposte – ha detto il Presidente Centrella – in cui sono inserite le richieste che la Confederazione ha trasmetto al Governo come, ad esempio, un contributo sostenuto una tantum automatico alle imprese, il sostegno reale e trasversale per la ripresa e la continuità aziendale, la tax credit locazioni fino al 30 giugno, una tax credit per le imprese e lavoratori autonomi di minori dimensioni almeno del 60% dei costi effettivamente sostenuti, la proroga delle moratorie bancarie fino al 31 dicembre, la riapertura della ristorazione e dei bar; la riapertura anche per i generi vari nei mercati cittadini; apertura di parrucchieri ed estetiste. Abbiamo evidenziato – prosegue Centrella – che le attività di piccole dimensioni, ovvero le micro imprese, sono ormai allo stremo, hanno necessità di lavorare e tentare di riportarsi al più presto in bonis”,
“Non ce la facciamo più signor Sindaco e signora Assessora – ha proseguito Luigi Angilè – le imprese del comparto dell’ambulantato che trattano generi extralimentari sono in situazioni drammatiche. A loro è proibito lavorare, hanno investito denari per acquistare la merce per la stagione primaverile ed è li nei magazzini assieme a quella dell’inverno e ci rimarrà li se non ci permettono di poter posizionare i nostri banchi nei mercati. E’ necessario avere certezza sulle aperture oltre a sostegni adeguati per il periodo di obbligo di chiusura. Se non si interverrà con certezza ed immediatezza si va a distruggere un patrimonio di imprese che fa parte della cultura e storia italiana. Abbiamo bisogno di concreti finanziamenti, sotto forma di prestito, con la garanzia dello Stato da cominciare a restituire dopo il quarto anno. Quasi 16 mila imprese ambulanti hanno chiuso da inizio pandemia, non vogliamo che se ne aggiungessero molte altre se non si interverrà urgentemente”.
“Stamattina avremmo potuto portare molti altri imprenditori – ha detto il coordinatore regionale della Confesercenti Luigi Minicucci – e farvi ascoltare il loro grido di allarme. Gli imprenditori vogliono lavorare, vogliono essere in sicurezza, vogliono non perdere la loro dignità. Hanno bisogno di sentire vicine le istituzioni, hanno bisogno di certezze e sostegni reali e non di elemosina come hanno ricevuto, e non tutti, in questi mesi. Vogliono riaprire la propria bottega, il proprio ristorante, il bar, il proprio negozio di parrucchiere e di estetista, vogliono tornare in una pseudo normalità. Gli imprenditori si arrabbiamo quando vengono quasi tacciati di essere fonte di trasmissione del virus, mentre poi vedono dal vivo ed in tivù folle calcate nelle metropolitane, sui bus, nelle corsie dei supermercati”.