Novara - Il Futuro non (si) chiude è il grido di grido di allarme per la situazione drammatica che le micro e piccole imprese stanno vivendo in questo delicato momento storico. La stanchezza, la disperazione, la preoccupazione per il futuro di tante categorie del Terziario si esprimeranno giovedì 1° aprile alle 11 in piazza Duomo (piazza della Repubblica) a Novara nella manifestazione organizzata da Confcommercio Alto Piemonte per le imprese delle province di Novara e Verbano Cusio Ossola. Obiettivo è quello di raccontare la crisi, ma anche la voglia di ripartire degli imprenditori e soprattutto di sostenere la necessità e l’urgenza - condivise da tutte le imprese associate - di consentire, nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza, la riapertura delle attività per scongiurare le drammatiche chiusure di imprese e la perdita di posti di lavoro. Il Terziario è un settore strategico per numeri, imprese e lavoratori coinvolti. E le sue imprese costituiscono anche la centralità quotidiana di tutti noi, perché, più di tutti, impattano sulla vita delle persone, nei tempi e nei luoghi delle nostre città. Un modello di pluralismo imprenditoriale e distributivo, che tiene insieme tradizione e innovazione, imprese familiari e società di capitali, persone e territori. Attività che esprimono quell’economia della “socialità”, che è il tratto distintivo del Made in Italy, e che assicurano vivibilità e qualità della vita nelle nostre città e nei centri storici. Riportare alla normalità e mantenere vitale questo mondo di imprese (a cominciare dal turismo, dalla ristorazione, dal commercio al dettaglio, dalla cultura e dal tempo libero) significa investire su quella parte dell’economia reale che può realmente avere un effetto moltiplicatore sull’economia e un effetto equilibratore sulla società. All’iniziativa del 1° aprile stanno aderendo tutte le Federazioni rappresentate da Confcommercio, dai ristoratori agli agenti di commercio, dai negozi di moda agli albergatori, dai fioristi agli ottici alle discoteche e altre ancora che vi comunicheremo...
“Ogni giorno incontri uno di noi. Siamo in ogni tuo piccolo gesto quotidiano. E vogliamo continuare a farlo. Basta chiusure!”.
Maurizio Lo Vecchio Presidente Silb Novara Cusio Ossola parteciperà con una sua delegazione del sindacato ballo una categoria penalizzata dal 22 di febbraio dell’anno scorso. "Il Futuro non (si) chiude - spiega - oltre ad essere un grido d'allarme per la situazione drammatica che le imprese stanno vivendo in questo delicato momento storico, diventa il claim di un'importante iniziativa di Confcommercio. Una grande campagna social nazionale caratterizzata da un forte impatto visivo ed emotivo, che coinvolge l'intero Sistema attraverso le Associazioni territoriali e le Federazioni. Obiettivo dell'iniziativa è quello di raccontare la crisi, il sentiment ma anche la voglia di ripartire degli imprenditori, nonché la disperazione, ormai generalizzata, che investe l'intero settore del terziario di mercato. Ma soprattutto, sostenere la necessità e l’urgenza - condivise da tutte le imprese associate - di consentire, nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza, la riapertura delle attività per scongiurare le drammatiche chiusure di imprese e la perdita di posti di lavoro. Nello slogan Il Futuro non (si) chiude ogni parola assume una valenza significativa. Il Futuro è un termine che torna spesso nelle domande di una società rimodellata su nuove esigenze e dinamiche socio-economiche e che coinvolge dal singolo alla collettività, dal commercio all'urbanistica postpandemica, ripensando in chiave funzionale i collegamenti con le comunità locali. Aspetto, quest'ultimo, fondamentale per impedire la desertificazione commerciale e consolidare la realtà delle economie urbane. Il (si) individua il peso della responsabilità nella gestione dell'emergenza Covid-19 che poteva essere gestita sicuramente con meno incertezza e più programmazione, senza ricorrere necessariamente sempre al più chiusure come se fosse l’unica via percorribile".