Novara - Edilizia e impiantistica sono i settori a maggior vocazione occupazionale per i prossimi tre mesi: qui si rende disponibile il 30% del fabbisogno occupazionale a breve termine delle imprese artigiane nel Piemonte Orientale, secondo la recente indagine di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale. Tutto bene? No, perché il 96% delle imprese del campione che è nella condizione di poter o dover assumere sa che avrà difficoltà nel trovare personale. Una difficoltà che spesso si traduce nel non cercare personale e non assumere: in sei mesi le imprese campione che dichiarano di dover assumere sono scese del 10%, una contrazione che si spiega anche con la difficoltà a trovare personale.
“E’ il nodo di questi tempi: posti di lavoro disponibili ma mancano le persone, i giovani soprattutto” nota Michele Giovanardi (foto), presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, e il tema è sempre lo stesso: “I nostri imprenditori ci dicono che non trovano persone che abbiano voglia di lavorare” spiega Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale. Vuol dire che non ci sono persone preparate? Non proprio: “Abbiamo chiesto quali qualità debbano avere gli aspiranti occupati, secondo i nostri imprenditori: su sei qualità, al primo posto hanno indicato ‘Avere voglia di imparare’, poi a seguire ‘Essere puntuale e preciso’ e ‘Essere educato’; solo all’ultimo posto c’è ‘Essere in possesso di un titolo di studio adeguato’” afferma Impaloni “Si tratta delle cosiddette soft skill, atteggiamenti comportamentali e relazionali che si rivelano fondamentali”.
Alla scuola - con la quale c’è un rapporto di collaborazione attraverso il PCTO, l’ex alternanza scuola lavoro - le imprese chiedono di insegnare la cultura del lavoro. “La scuola ha una funzione importantissima, di formazione e di educazione; fondamentale è l’attività di orientamento e di PCTO, un investimento a medio – lungo termine da svolgere con le famiglie, per provare ad arginare il fenomeno apparentemente inspiegabile di posti di lavoro disponibili e di giovani che non lavorano” conclude Impaloni.