Novara - Chiusura d’anno all’insegna di una leggera flessione per l’industria manifatturiera novarese, che nel quarto trimestre 2014 vede arrestarsi la produzione, ferma al -0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un lieve calo del fatturato, pari al -0,4%. Le dinamiche seguono quattro trimestri di risultati positivi: considerando l’intero 2014, pertanto, la produzione industriale provinciale risulta cresciuta mediamente del +1,6% e il fatturato del +1,7%. La 173a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” vede Novara posizionarsi al quinto posto nella classifica delle performance produttive provinciali: tutti i territori evidenziano variazioni positive, ad eccezione di Biella, Asti e del Verbano-Cusio-Ossola, con una media regionale che si attesta al +2,1%. In provincia di Novara l’indagine ha coinvolto 149 imprese, per un totale di circa 8.400 addetti ed un fatturato superiore ai 2,4 miliardi di euro. «Dopo quattro trimestri di risultati positivi l’attività produttiva novarese registra una battuta d’arresto – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – Dall’indagine emerge un clima di persistente incertezza, che si riflette tanto nelle scelte di investimento, compiute da meno della metà delle imprese intervistate, quanto nelle previsioni future, orientate al ribasso. I dati esprimono dunque un’esigenza di stabilità, fondamentale per guardare al domani con fiducia e rendere gli investimenti immaginabili e possibili».
Produzione - La sostanziale stabilità rilevata complessivamente in riferimento alla produzione industriale discende dalle flessioni evidenziate da tutti i principali comparti di attività economica, con l’unica eccezione della chimica-gomma-plastica, in crescita del +4,5% rispetto al quarto trimestre 2013. In particolare sono le rubinetterie a registrare la dinamica più negativa, con un calo dell’output pari al -5% (-1,1% quello dell’intero metalmeccanico), seguite da tessile-abbigliamento (-3,9%) ed alimentare (-0,8%).
Fatturato - Il confronto con il quarto trimestre 2013 vede diminuire leggermente il fatturato, in calo del -0,4% a livello complessivo, con variazioni settoriali allineate alla media provinciale, eccezion fatta per le rubinetterie, che scontano una flessione maggiore (-3,6%). Si registra, invece, un aumento diffuso del fatturato estero, con un incremento medio del +2,5%, sostenuto da tutti i principali comparti di attività economica, alimentare in testa (+8,1%), ad esclusione delle rubinetterie, che evidenziano un risultato meno favorevole (-0,3).
Nuovi Ordinativi - L’analisi della domanda evidenzia un peggioramento sul fronte delle commesse interne, in calo del -2,5% rispetto all’anno precedente, con una dinamica più favorevole, seppur contenuta, degli ordinativi esteri, in aumento del +1%.
Questi ultimi sono sostenuti principalmente dalle perfomance positive della chimica-gomma-plastica (+5%) e dell’alimentare (+4,7%), a cui si contrappongono le diminuzioni registrate dagli altri comparti di attività economica. Viceversa gli ordinativi interni sono interessati da una riduzione generalizzata, con variazioni che vanno dal -7,1% del tessile-abbigliamento al -1,2% del metalmeccanico.
Prospettive a tre mesi - Per il periodo gennaio-marzo 2015 gli imprenditori manifestano le proprie preoccupazioni rispetto all’andamento di tutti gli indicatori economici. Oltre il 34% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 15,6% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -18,5 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in diminuzione dal 30,4% degli imprenditori, quota che supera di 12,4 punti percentuale quella degli ottimisti. Aspettative sfavorevoli vengono espresse anche nei confronti degli ordinativi: il saldo ottimisti/pessimisti si assesta sui -17,9 punti percentuale rispetto alle c1ommesse interne e sui -11,9 punti per quanto riguarda quelle estere.
Focus Investimenti - Alla domanda “L’azienda ha effettuato investimenti nel 2014?” meno della metà del campione intervistato (45,1%) ha risposto in maniera affermativa. Quanto agli importi, nel 38,7% dei casi le risorse non hanno superato i 250mila euro e solo nel 6,4% dei casi gli investimenti hanno riguardato cifre più consistenti. Gli investimenti si sono concentrati prevalentemente in macchinari ed attrezzature (62,1%) e, in seconda battuta, in elaboratori e sistemi elettronici (43,4%); seguono, a distanza, impianti fissi (19,9%), fabbricati (16,7%), ricerca e sviluppo (12,9%) ed impianti energie rinnovabili e/o risparmio energetico (11,5%). Gli strumenti di finanziamento utilizzati sono stati quasi esclusivamente l’autofinanziamento (45,3%) e il credito bancario (40,7%): le aziende hanno scelto solo nel 12,7% dei casi il credito agevolato e in via residuale il credito superiore ai 180 giorni da parte del fornitore e gli aumenti di capitale. Il 65,2% del campione ha inoltre dichiarato di non aver effettuato innovazioni nel corso del 2014: chi invece ha scelto di innovare lo ha fatto puntando su innovazioni di prodotto (22,4%), organizzative (17,6%), di marketing (14,7%) e di processo (12,2%). Allargando l’orizzonte temporale al triennio 2012/2014, il principale limite all’introduzione di fattori innovativi avvertito dalle imprese è stata la mancanza di risorse finanziarie (37%), seguita dai costi eccessivi delle innovazioni stesse (18,8%); da segnalare come nel 39% dei casi le imprese non abbiamo riscontrato alcun impedimento.