Novara - Continua all’insegna del “meno” l’andamento dell’industria manifatturiera novarese, che nel secondo trimestre 2013 vede diminuire sia la produzione che il fatturato. La 167a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” registra flessioni in tutte le province del Piemonte, eccetto Torino, con la performance novarese posizionata al penultimo posto: in confronto al periodo aprile-giugno 2013 la produzione provinciale arretra del -3,4% (-1,2% il dato regionale) e anche il fatturato appare in diminuzione, con un calo del -2,8% (a fronte del -0,6% dell’intero Piemonte). L’indagine ha coinvolto nel Novarese 141 imprese, per un totale di oltre 7.900 addetti ed un fatturato superiore ai 2,4 miliardi di euro.
«I dati evidenziano qualche sofferenza in più rispetto al contesto regionale - spiega Paolo Rovellotti (nella foto), presidente della Camera di Commercio di Novara – ma ci conforta constatare, pur nella negatività espressa dal calo della produzione, il settimo consecutivo, un miglioramento rispetto agli indicatori rilevati in apertura d’anno. Dall’estero si riaprono spiragli positivi, gli unici in grado di rischiarare un quadro con numerose zone d’ombra che si chiamano burocrazia, incertezza legislativa, rigidità del mercato del lavoro. Il vero problema non è il potenziale competitivo delle nostre imprese– sottolinea Rovellotti – che rappresenta un dato di fatto, bensì le sfavorevoli condizioni di contesto con cui gli imprenditori devono fare i conti e che finiscono troppo spesso per frenare la loro attività».
Settori - Il calo della produzione industriale interessa tutte le attività economiche, con l’unica eccezione del tessile-abbigliamento, che rispetto al secondo trimestre del 2012 evidenzia un lieve aumento, pari al +1%. Le flessioni dell’output registrate dai principali comparti (alimentare, tessile-abbilgliamento, chimica-gomma-plastica e metalmeccanico) appaiono comunque moderate: appena al di sotto del punto percentuale per alimentare e metalmeccanico (con le rubinetterie che scendono al -2,3%) e leggermente inferiore alla media provinciale per la chimica-gomma-plastica (-3,1%).
Dimensioni - Per quanto riguarda il profilo dimensionale, la riduzione produttiva viene avvertita in misura più evidente dalle piccole imprese, in particolare da quelle con meno di 10 addetti, la cui perfomance si attesta al -5,1%. Le attività con un numero di addetti compreso tra 10 e 49 unità registrano una diminuzione minore, pari al -3,2%, mentre le grandi imprese contengono il calo della produzione al di sotto della media provinciale.
Capacità Produttiva - Il grado di utilizzo della capacità produttivasi attesta mediamente al 57,1%: a registrare il valore più alto nel periodo in esame sono le rubinetterie (69,4%) mentre il più basso viene raggiunto dal tessile-abbigliamento (54,1%).
Nuovi Ordinativi - L’analisi della domanda mostra risultati diversificati rispetto alla provenienza delle commesse: mentre gli ordinativi domestici si confermano in calo, con una flessione annua del -4,2%, quelli provenienti dall’estero evidenziano un aumento del +5,6%. L’incremento della domanda oltreconfine coinvolge tutte le attività economiche e, in modo particolare, la chimica-gomma-plastica, che oltre a mettere a segno un incremento a due cifre (+10,4%) rappresenta l’unico comparto che riesce a registrare un risultato favorevole anche sul fronte delle commesse interne (+2,6%).
Fatturato - Il confronto con il secondo trimestre 2012 vede diminuire il fatturato, che rispetto allo scorso anno si riduce complessivamente del -2,8%: restringendo l’analisi ai principali comparti il quadro risulta più attenuato, con risultati che vanno dal -1,4% dell’alimentare al +1% della chimica-gomma-plastica. Aumenta, invece, il fatturato estero, con un incremento medio del +1,6%, sostenuto da tutti i comparti di attività economica.
Prospettive a tre mesi - Le prospettive formulate dagli imprenditori per il trimestre successivo alla rilevazione si mantengono negative in riferimento a tutti i principali indicatori congiunturali. Quasi il 47% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 13,9% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -32,9 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in flessione dal 46,1% degli imprenditori, quota che supera di 29,8 punti percentuale quella degli ottimisti. Analoghe le aspettative espresse nei confronti dei nuovi ordinativi, il cui saldo di opinione risulta negativo in riferimento sia alla domanda interna, attesa in diminuzione dal 48,3% degli intervistati contro il 14,9% che ne ipotizza un aumento, sia a quella estera, il cui saldo ottimisti/pessimisti risulta pari a -14,9 punti percentuale. Va comunque evidenziato che quasi il 46% degli imprenditori ha formulato previsioni di stabilità in merito alle commesse estere.