Novara - Apertura d’anno all’insegna del ribasso per la produzione industriale novarese, che nel primo trimestre 2012 vede diminuire, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia la produzione, in calo del -5,8%, che il fatturato, sceso del -7,5%.
La 162a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, che in provincia di Novara ha coinvolto 159 imprese, per un totale di oltre 8.000 addetti ed un fatturato superiore ai 2,5 miliardi di euro, evidenzia performance negative per tutte le province del Piemonte: la produzione regionale arretra del -3,6% rispetto al periodo gennaio-marzo dello scorso e anche il fatturato registra una diminuzione di analoga entità.
«L’andamento discendente delineatosi durante il 2011 trova ulteriore conferma in questo esordio d’anno – commenta Paolo Rovellotti (nella foto), presidente della Camera di Commercio di Novara –Le difficoltà accomunano tutti i comparti manifatturieri, con l’unica eccezione dell’alimentare, tipicamente ad andamento anticiclico. Qualche segnale positivo, seppur non privo di incertezze, si intravede sul fronte estero: l’internazionalizzazione rimane la via maestra per imboccare la ripresa e compensare la debolezza del mercato interno, una via che vogliamo rendere percorribile per tutte le imprese, anche quelle di minori dimensioni, e che a fine maggio ci vedrà presenti alla fiera delle costruzioni Libya Build di Tripoli».
Settori - Il calo della produzione industriale in provincia di Novara, avvertito da tutte le attività manifatturiere, si accentua per il comparto metalmeccanico, che complessivamente evidenzia una variazione annuale del -7,2%, risultato che arriva a sfiorare il -11% considerando le sole rubinetterie. Più contenute le perdite dell’output della chimica-gomma-plastica (-3,8%) e del tessile-abbigliamento (-3%), mentre l’alimentare conferma l’andamento positivo, seppur altalenante, emerso nelle precedenti rilevazioni, con una crescita pari al +0,9% rispetto al primo trimestre 2011.
Dimensioni - Sotto il profilo dimensionale le maggiori criticità riguardano soprattutto le microimprese: le attività con meno di 10 addetti registrano, infatti, una riduzione produttiva pari al -11,5%. Supera la media provinciale anche la diminuzione delle imprese con 250 addetti ed oltre, in discesa del -7,5%, mentre appare più contenuto il calo produttivo della fascia dimensionale intermedia.
Capacità Produttiva - Il grado di utilizzo della capacità produttiva si attesta, in media, al 55,3%, con valori leggermente superiori nella chimica-gomma-plastica (69,3%) e nel metalmeccanico (58,8%).
Nuovi Ordinativi - Il segno “meno” domina anche sul fronte della domanda: mentre i nuovi ordinativi provenienti dall’estero contengono il calo complessivo entro il -0,1%, le commesse interne scontano una flessione più significativa, pari al -7,8%. Le difficoltà del mercato interno colpiscono tutti i comparti, senza eccezione alcuna, con perdite superiori al 10% per il tessile-abbigliamento e il metalmeccanico (-14,2% il dato relativo alle rubinetterie). Più eterogeneo appare, invece, il quadro degli ordinativi esteri, che diminuiscono per la chimica-gomma-plastica e il sistema moda, mentre aumentano per metalmeccanico e, soprattutto, per l’alimentare, che mette a segno una variazione del +13,7%.
Fatturato - Il confronto con il primo trimestre 2011 vede diminuire anche il fatturato, che rispetto allo scorso anno si riduce complessivamente del -7,5%, con flessioni superiori alla media provinciale per il comparto della chimica e gomma plastica (-13,3%) e le rubinetterie (-8,3%). In calo anche il fatturato estero, in discesa del -7,2%: i risultati si confermano negativi per le rubinetterie, ma soprattutto, per la chimica-gomma-plastica, che evidenzia una perdita del -23,5%, cui si contrappone la crescita, superiore al +21% dell’alimentare e quella, decisamente più contenuta, del metalmeccanico.
Prospettive a tre mesi - Le prospettive degli imprenditori per il periodo aprile-giugno 2012 si mantengono negative in riferimento a tutti i principali indicatori congiunturali. Oltre il 46% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 16,7% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -30 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in flessione da circa la metà degli imprenditori, quota che supera di 32 punti percentuale quella degli ottimisti. Analoghe le aspettative espresse nei confronti dei nuovi ordinativi, il cui saldo di opinione risulta negativo in riferimento sia alla domanda interna, attesa in diminuzione dal 50,9% degli intervistati contro l’11,6% che ne ipotizza un aumento, sia a quella estera, il cui saldo ottimisti/pessimisti risulta pari a -30 punti percentuale.