Novara - Si mantiene negativo l’andamento della produzione industriale novarese, che nel terzo trimestre 2012 vede diminuire, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia la produzione, in calo del -2,3%, che il fatturato, sceso del -1,8%. La 164a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, che in provincia di Novara ha coinvolto 156 imprese, per un totale di 8.050 addetti ed un fatturato superiore ai 2,3 miliardi di euro, evidenzia flessioni produttive per tutte le province del Piemonte: la produzione regionale arretra del -5,7% rispetto al periodo luglio-settembre dello scorso anno, mentre il fatturato registra una diminuzione del -5,6%.
«La produzione industriale novarese appare in discesa per il quarto trimestre consecutivo – commenta Paolo Rovellotti (nella foto), presidente della Camera di Commercio di Novara – anche se la flessione attuale si è comunque ridotta rispetto a quelle registrate dalle indagini precedenti e appare più contenuta del calo registrato a livello regionale. Si conferma, inoltre, una sostanziale tenuta della domanda estera, seppur con alcune difficoltà a livello settoriale e previsioni orientate alla massima cautela. Gli imprenditori si trovano troppo spesso limitati da vincoli economici e burocratici nell’esercizio della propria attività – aggiunge Rovellotti – dare priorità all’impresa significa anzitutto mettere al centro il lavoro e favorire le condizioni per poterlo svolgere: solo così si potranno concretizzare iniziative capaci di futuro».
Settori
Tutte le principali attività industriali sono interessate da una flessione, che si mantiene generalmente moderata, con cali produttivi contenuti entro il punto percentuale per alimentare, tessile-abbigliamento e metalmeccanico. Cresce, invece, la produzione delle rubinetterie (+3,7%) mentre la chimica-gomma-plastica sconta la riduzione maggiore (-4,9%).
Dimensioni
Sotto il profilo dimensionale si registra un andamento eterogeneo della produzione: il risultato delle microimprese si allinea alla flessione provinciale, mentre le imprese della classe dimensionale 10-49 addetti manifestano maggiori difficoltà e vedono scendere il proprio output del -6,8%. Decisamente più contenuta la riduzione produttiva evidenziata dalle imprese di maggiori dimensioni (50-249 addetti), pari al -0,8%, mentre le imprese con oltre 250 addetti si pongono in controtendenza, evidenziando una variazione positiva del +1,3%.
Capacità Produttiva
Il grado di utilizzo della capacità produttivasi attesta, in media, al 55,1%, con valori che superano in misura più significativa la media provinciale nel caso delle rubinetterie (72,5%) e della chimica-gomma-plastica (64,3%).
Nuovi Ordinativi
Sul fronte della domanda si conferma la contrapposizione tra l’andamento del mercato interno, che sconta una flessione del -8%, e di quello estero, pressoché stabile (+0,6%). Il calo delle commesse interne colpisce tutti i comparti, alimentare escluso, con performance negative più accentuate della media per il metalmeccanico (-10,8%) e la chimica-gomma-plastica (-8,5%). Il quadro degli ordinativi esteri, viceversa, è in gran parte dominato dal segno “più”, ma evidenzia risultati in perdita per la chimica-gomma-plastica (-3,2%) e, in misura più lieve, per il metalmeccanico (-0,2%).
Fatturato
Il confronto con il terzo trimestre 2011 vede diminuire il fatturato, che si riduce complessivamente del -1,8%, risultato rispetto al quale si pone in controtendenza la crescita, seppur lieve, del metalmeccanico (+1%) e quella, più favorevole, delle rubinetterie (+6,4%). Diminuisce leggermente anche il fatturato estero, in discesa del -0,3%: il risultato generale, tuttavia, risente ancora una volta della performance negativa della chimica-gomma-plastica (-13,7%) cui si contrappone la crescita evidenziata dalle altre attività produttive.
Prospettive a tre mesi
Le prospettive degli imprenditori per il periodo ottobre-dicembre 2012 si mantengono negative in riferimento a tutti i principali indicatori congiunturali, con l’unica eccezione degli ordinativi esteri. Circa il 45% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 17,8% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -26,9 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in flessione dal 51,2% degli imprenditori, quota che supera di 32,8 punti percentuale quella degli ottimisti. Aspettative al ribasso vengono espresse anche nei confronti degli ordinativi interni, il cui saldo ottimisti/pessimisti risulta pari a -28,5 punti percentuale. Diverse le previsioni espresse in merito alla domanda estera, rispetto alla quale prevale un’attesa di stabilità: il 27,2% degli intervistati prevede un aumento delle commesse estere, mentre il 26,9% che ne ipotizza un calo, con un conseguente saldo di opinione pari a 0,3 punti percentuali.