Novara - Ancora un risultato negativo per la produzione industriale novarese, che nel secondo trimestre 2012 vede diminuire, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia la produzione, in calo del -4,3%, che il fatturato, sceso del -5,8%. La 163a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, che in provincia di Novara ha coinvolto 149 imprese, per un totale di 7.480 addetti ed un fatturato superiore ai 2,5 miliardi di euro, evidenzia flessioni produttive per tutte le province del Piemonte: la produzione regionale arretra del -5,4% rispetto al periodo aprile-giugno dello scorso anno, mentre il fatturato registra una diminuzione del -3,7%.
«Per il terzo trimestre consecutivo la produzione industriale novarese risulta in calo – commenta Paolo Rovellotti, presidente della Camera di Commercio di Novara – Rispetto ai risultati registrati in apertura d’anno, si rileva un lieve miglioramento, soprattutto in riferimento alla domanda estera, che non riesce, tuttavia, a compensare le debolezze del mercato interno: una reale ripresa potrà realizzarsi solo a fronte di un cambiamento del clima in cui operano gli imprenditori – aggiunge Rovellotti – soffocati dalle difficoltà di accesso al credito ed oppressi dal peso di una burocrazia spesso ancora lontana da una reale semplificazione».
Settori - Tutte le attività industriali, ad eccezione dell’alimentare, sono interessate da una flessione della produzione, evidenziando intensità differenti, ma generalmente moderate: la perdita maggiore è quella della chimica-gomma-plastica (-5,1%), seguita dal metalmeccanico (-3,7%); tessile-abbigliamento e rubinetterie contengono, invece, il calo produttivo entro il punto percentuale, mentre continua l’andamento positivo del comparto alimentare, in crescita del +1,8% rispetto al secondo trimestre 2011.
Dimensioni - Sotto il profilo dimensionale si riscontra un andamento eterogeneo della produzione: le maggiori criticità riguardano sia le microimprese con meno di 10 addetti, che registrano una riduzione produttiva pari al -6,9%, sia le imprese di maggiori dimensioni (50-249 addetti), il cui calo dell’output si attesta al -7,1%. Più contenuta la flessione evidenziata dalle imprese con oltre 250 addetti (-2,7%), mentre evidenziano una variazione positiva, pari al +1,4%, le imprese della fascia dimensionale 10-49 addetti.
Capacità Produttiva - Il grado di utilizzo della capacità produttivasi attesta, in media, al 48,3%, con valori superiori alla media provinciale per le rubinetterie (68,1%) e la chimica-gomma-plastica (57,2%).
Nuovi Ordinativi - Sul fronte della domanda, emerge con evidenza la contrapposizione tra l’andamento del mercato interno, che sconta una flessione del -7,2%, e di quello estero, in crescita del +4,4%. Il calo delle commesse interne colpisce tutti i comparti, senza eccezione alcuna, con una perdita del -9,7% per il metalmeccanico. Viceversa, il quadro degli ordinativi esteri è dominato dal segno “più”, con valori compresi tra il +3,6% dell’alimentare e il +9,1% delle rubinetterie.
Fatturato - Il confronto con il secondo trimestre 2011 vede diminuire il fatturato, che rispetto allo scorso anno si riduce complessivamente del -5,8%, con flessioni superiori alla media provinciale per il comparto della chimica e gomma plastica (-8,3%) e variazioni positive, invece, per il tessile-abbigliamento (+1,9%) e le rubinetterie (+1,7%). Diminuisce anche il fatturato estero, in discesa del -4,4%: il risultato generale risente, tuttavia, della performance negativa della chimica-gomma-plastica (-9,2%) cui si contrappone la crescita evidenziata dalle altre attività produttive.
Prospettive a tre mesi - Le prospettive degli imprenditori per il periodo luglio-settembre 2012 si mantengono negative in riferimento a tutti i principali indicatori congiunturali, con l’unica eccezione degli ordinativi esteri. Circa il 45% degli intervistati dichiara di aspettarsi un calo della produzione industriale, a fronte del 15,6% che ne prospetta un aumento, generando un saldo di opinione negativo pari a -29,2 punti percentuale. Le previsioni pessimistiche prevalgono anche relativamente al fatturato, atteso in flessione dal 47,2% degli imprenditori, quota che supera di 29,6 punti percentuale quella degli ottimisti. Analoghe le aspettative espresse nei confronti degli ordinativi interni, il cui saldo ottimisti/pessimisti risulta pari a -32,7 punti percentuale. Diverse le aspettative espresse in merito alla domanda estera, attesa in aumento dal 24,9% degli intervistati contro il 19,8% che ne ipotizza un calo, con un conseguente saldo di opinione positivo, pari a 5,4 punti percentuali; va comunque sottolineato che ben il 55,6% delle imprenditori prevede una situazione di stazionarietà in merito alle commesse estere.