Novara - Inizio d’anno all’insegna dell’incertezza per l’industria novarese. Lo rivelano le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il primo trimestre 2013 (riportate integralmente sul sito “www.ain.novara.it”). Il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione tra gennaio e marzo 2013 si attesta a -8,2 punti, sostanzialmente stabili rispetto ai -8,7 dello scorso ottobre. «L’incertezza – commenta il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli (nella foto) – rimane il tratto dominante anche di questo inizio 2013, e nei prossimi mesi dovremo verificare concretamente la portata di questa lieve inversione di tendenza. Come l’Italia, anche il territorio novarese è ancora immerso in una forte contrazione della domanda e della produzione, senza aver mai recuperato i danni della crisi. I bassi livelli di attività e fatturato, le difficoltà a ottenere pagamenti e credito e le aspettative negative sono, per molte imprese, giustificabili ragioni di scoramento. Al contempo, però, altre aziende registrano performances lusinghiere, grazie anche all’orientamento strategico rivolto a una marcata proiezione internazionale. L’export è, infatti, l’unica componente della domanda a registrare una variazione positiva: i saldi tra ottimisti e pessimisti relativi agli ordini totali ed esteri si attestano, rispettivamente, a -7 e +13 punti, contro i -14,1 e +6,3 della nostra precedente rilevazione».
I dati relativi al mercato del lavoro rimangono negativi: il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni risale lievemente, a -11,5 punti dai precedenti -12,9. Ma oltre un quarto delle imprese intervistate (26,4%,contro il precedente 19,6%) pensa di fare ricorso alla Cassa integrazione guadagni, facendo registrare all’indicatore il peggior dato dal 2010. «Le condizioni del mercato del lavoro – aggiunge il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – restano preoccupanti. Le industrie novaresi hanno cercato il più possibile di evitare la riduzione degli organici, ma data l’entità, in alcuni casi, dei cali di attività e di fatturato, non è possibile valutare fino a quando potranno resistere. Le attese di nuova occupazione sono rinviate al 2014».
Rimane su livelli elevati (anche se scende dal 59,8% al 54,2%) la percentuale di imprese che dichiara un ritardo negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, mentre una netta inversione di tendenza è registrata dai programmi di investimento, che raggiungono i livelli più elevati degli ultimi cinque trimestri. La percentuale di aziende che dichiarano di voler procedere alla sostituzione o all'ammodernamento degli impianti, infatti, sale al 51,7%dal precedente 40,9%, mentre prevede di investire in ampliamenti della capacità produttiva il 21,8%degli imprenditori, contro il 19,4% di tre mesi fa. «Si tratta – osserva Ravanelli – di un elemento molto positivo. Nella fase più acuta della crisi molti progetti imprenditoriali erano stati tenuti in sospeso, per prudenza, pronti a essere attivati al primo segnale di un potenziale miglioramento della situazione. Accanto alle fragilità, internazionali e interne, ci sono quindi elementi che possono funzionare come “leva” per una ripartenza, pur di velocità moderata, nel prossimo futuro. Per questo motivo voglio chiudere le mie osservazioni con uno spunto di speranza, che credo costituisca la migliore risposta che un imprenditore possa dare, a se stesso come a propri collaboratori, nei periodi di maggiore difficoltà, riportando una frase di Thomas Fuller, storico inglese del 1600: It is always darkest just before the day dawneth. “È sempre più buio appena prima dell’alba”».
L'ANDAMENTO DEI SETTORI PRINCIPALI
METALMECCANICO – Ancora negativi i principali indicatori - Il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alle aspettative di produzione si attesta a -7,4 punti, rimanendo sui livelli, sempre negativi, della scorsa rilevazione (-6,8). Lieve miglioramento, invece, per le attese di ordini totali: -11,9 è il saldo ottimisti/pessimisti (-13,6 il saldo precedente) e di ordini esteri (+2,8 punti, rispetto allo zero di fine 2012). Il 47,6% delle imprese intervistate dichiara la volontà di effettuare investimenti per l’ammodernamento degli impianti, mentre il 23,8% intende procedere ad ampliamenti. In crescita, partendo da livelli già elevati, risulta però la percentuale di imprese (33,3%) che dichiara la volontà di ricorrere alla Cig, mentre peggiorano nettamente le aspettative di allargamento della base occupazionale, oggi a -16,6 punti di saldo ottimisti/pessimisti rispetto ai -9,1 di fine 2012. Il 53,7% delle imprese (contro il 47,7% del 4° trimestre 2012) dichiara ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, con conseguenze molto negative sulla liquidità disponibile.
CHIMICO – Positiva inversione di tendenza - Dopo la pesante contrazione registrata dalle aspettative di produzione nella precedente rilevazione (-35,7 punti), l’indicatore migliora, evidenziando un saldo ottimisti/pessimisti nullo. Anche il saldo ottimisti/pessimisti riferito agli ordini totali torna a zero dopo aver registrato un andamento decisamente negativo (-28,6 punti) nella precedente indagine, mentre il saldo ottimisti/pessimisti relativo agli ordini esteri registra un segno positivo (+21,4 punti) raggiungendo il valore massimo dal 4° trimestre 2011. Ritorna positivo (+13,3 punti, contro i precedenti -21,4) anche il saldo riferito alle aspettative di allargamento della base occupazionale, mentre le previsioni di ricorso alla Cig continuano a essere pari a zero. Rimane invece molto elevata la percentuale di imprese che dichiara un ritardo negli incassi: 58,3% rispetto al 50% del 4° trimestre 2012.
TESSILE E ABBIGLIAMENTO – Positivi solo ordini e investimenti - Il saldo tra ottimisti e pessimisti riferito alle aspettative di produzione torna negativo (-11,1 punti), ma risulta in controtendenza rispetto ai saldi ottimisti/pessimisti riferiti agli ordini totali (+22,2 punti) ed esteri (+37,5 punti). Ancora negative le prospettive occupazionali, con un saldo ottimisti/pessimisti a -11,1 punti, in linea con il precedente -14,3. Le imprese che intendono ricorrere alla Cig passano da zero al 22,2%, ma salgono anche le intenzioni di investimento per sostituzione/ammodernamento degli impianti (55,6%, contro il precedente 42,9%) e di ampliamento della capacità produttiva (da zero a 11,1%). Dopo il picco registrato nell’ultima indagine previsionale (71,4%), si attesta a livelli sempre elevati ma meno preoccupanti la percentuale di imprese che denuncia ritardi negli incassi: 55,6%.
ALIMENTARE – Luci e ombre nelle previsioni del comparto - Il saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzione si orienta in controtendenza rispetto all’andamento positivo registrato negli ultimi tre trimestri, scendendo a -11,1 punti, con i saldi ottimisti/pessimisti sulle aspettative di ordini totali che passano da +12,5 a -33,4 punti e quelli sulle attese di ordini esteri che scendono da +37,5 a +25 punti. Balzano dal 12,5% al 22,2% le previsioni di investimenti per l’ampliamento della capacità produttiva mentre il 55,6% delle imprese intende investire in ammodernamento degli impianti. Dopo due trimestri senza alcuna segnalazione, invece, risultano negativi entrambi gli indicatori riferiti al mercato del lavoro: l’11,1% delle aziende dichiara la volontà di fare ricorso alla Cig e il saldo ottimisti/pessimisti relativo agli allargamenti della base occupazionale cala da zero a -22,2 punti. Si riduce notevolmente, forse anche a causa dell’introduzione della nuova disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, la percentuale di imprese che dichiara ritardi negli incassi, al 22,2% rispetto al precedente 57,1%.