Novara - Nel 2015 è ancora ancora allarme per la tenuta delle imprese artigiane nelle province di Novara, Vercelli e VCO. Prendendo in esame i dati al 31 dicembre 2015, vediamo che in provincia di Novara il numero delle imprese registrate all’Albo Artigiani scende a 9.763, per effetto di un saldo negativo di 122 imprese, determinato da 690 iscrizioni contro 812 cessazioni. Sono 318 le cessazioni nella provincia del Verbano Cusio Ossola e solo 251 gli inizi, con un saldo negativo di 67 imprese, che riduce a 4.390 le imprese artigiane registrate. Fatte le dovute proporzioni il dato peggiore nell’area Piemonte Nord è relativo alla provincia di Vercelli, per le 587 cessazioni contro 307 iscrizioni, con un risultato negativo di 280 imprese in meno, con una consistenza di 4.930 imprese artigiane registrate a fine 2015. Se guardiamo al dato relativo a tutti i comparti produttivi in provincia di Novara si è verificata una lievissima crescita (+ 115 imprese), mentre Vercelli perde 84 imprese e nel VCO il calo è pari a 62 imprese. “La crescita, se c’è, è debole e disomogenea, mentre il settore artigiano registra ancora un forte calo di imprese che sembra non finire mai. Alcuni settori chiave, come l’edilizia, i trasporti conto terzi e il manifatturiero– sostiene il direttore della CNA Piemonte Nord Elio Medina – scontano ancora gli effetti devastanti di una crisi lunghissima e vanno aiutati. Per sostenere e rafforzare la ripresa il Governo che ha preso alcuni provvedimenti utili e positivi, certamente deve fare di più, altrimenti rischiamo di perdere una parte fondamentale del nostro sistema economico”.
“Questi dati ci fanno dire che questa ripresa è ancora troppo fragile, lenta e parziale – afferma Donato Telesca, presidente CNA Piemonte Nord – e ha bisogno di essere incoraggiata. Le imprese artigiane non devono chiudere, anzi, devono sempre aprirne di nuove. Meno tasse e più accesso al credito sono le formule per tenere aperte le aziende, incentivi e sgravi possono aiutare chi vuole iniziare una nuova attività imprenditoriale. Ci vuole una sorta di “Jobs Act”, che ha avuto ottimi risultati nella stabilizzazione del lavoro e nel favorire le assunzioni, con agevolazioni studiate apposta per favorire chi ha il coraggio di mettersi in proprio e aprire una nuova ditta per creare nuova occupazione”.