Novara - La Provincia di Torino, ora Città metropolitana, grazie ai progetti europei e di cooperazione internazionale ha intercettato 92milioni di euro di finanziamenti diretti; durante il forum mondiale sulla cooperazione internazionale dello scorso anno, sempre a Torino, sono stati organizzati 600 incontri commerciali che hanno coinvolto le imprese del territorio. Questi sono solo alcuni esempi dei risultati concreti di cui gli enti locali possono beneficiare attuando politiche attive di progettazione e cooperazione. L’argomento è stato al centro del seminario nazionale ospitato dalla Provincia di Novara nell’ambito del progetto LADDER, promosso in collaborazione con le associazioni TECLA e ALDA, lo scorso 25 e 26 gennaio.
“Costituire una rete organizzata che si occupi di intercettare le opportunità offerte dai bandi europei e da quelli nazionali è una priorità del mio mandato in Provincia – ha specificato il presidente, Matteo Besozzi – Questo seminario è un ulteriore passo in questa direzione; i Comuni, anche i più piccoli, stanno lentamente capendo l’importanza di queste opportunità, in Provincia abbiamo costituito un gruppo di lavoro specifico e a breve proporremo ai sindaci e agli altri stakeholder alcune idee progettuali sui bandi Italia-Svizzera”.
L’obiettivo della due giorni è stato anche la promozione dell’educazione allo sviluppo e la sensibilizzazione nell’ambito delle politiche di Development Education & Awareness Rising (DEAR), rivolte soprattutto alle Ong. “Stiamo attraversando cambiamenti sociali significativi, un esempio su tutti l’immigrazione – hanno ricordato il presidente di Tecla, Mario Battello e la responsabile delle relazioni internazionali della Città metropolitana di Torino, Elena Apollonio - per gli enti locali attivare politiche di ‘diplomazia municipale’ è importante al pari della manutenzione di scuole e strade, consente di realizzare iniziative altrimenti inattuabili con la limitatezza di risorse ordinarie attualmente disponibili”.
Il seminario è proseguito con l’intervento di Mattia Brazzale, di ALDA, che ha evidenziato le caratteristiche del modello alla base di LADDER che prevede la collaborazione tra autorità locali e società civile. Quest’ultima assume un ruolo di attore in un circolo virtuoso, volto a promuovere le azioni per lo sviluppo all’interno di un processo di apprendimento attivo. “Fondamentale il meccanismo attraverso cui le informazioni passano dal livello globale a quello locale”, ha aggiunto Daniele Carpita, esperto di cooperazione decentrata e di valutazione dei progetti. Tra i contributi anche quello di Andrea Micconi, direttore del Consorzio Ong piemontesi (COP), che ha avuto modo di presentare alcuni dei progetti avviati negli ultimi tre anni all’interno della politiche DEAR e di Federico Daneo, direttore del Centro piemontese di Studi africani e progettista, che, nella seconda giornata del seminario, ha dato indicazioni pratiche riguardo le fasi di stesura di un progetto europeo.