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LEGGE DI BILANCIO: DI GIORGIO (API) E CAMISA (CONFAPI) SONO CONCORDI

"LUCI E OMBRE, PREOCCUPANO EFFETTI SU PICCOLE E MEDIE IMPRESE"

Novara - “Luci e ombre”. Questo in sintesi il giudizio espresso da Confapi e condiviso dall’API di Novara VCO e Vercelli sulla Legge di Bilancio nel corso dell’incontro svoltosi ieri 14 novembre a Palazzo Chigi a cui ha preso parte il Presidente confederale Cristian Camisa.  “Come ha affermato il nostro Presidente confederale, sappiamo bene che le risorse messe a disposizione nella Legge di bilancio sono contingentate e che gli interventi proseguono su una strada già delineata, non potendo generare misure strutturali ed espansive che darebbero maggiore slancio al nostro sistema industriale. La valutazione di Confapi sul complesso della manovra è prudente: se da un lato emergono importanti conferme e aspetti positivi, dall’altra emerge preoccupazione per misure che potrebbero rivelarsi insufficienti, quando non addirittura di ostacolo, nel sostenere adeguatamente le Pmi industriali in questa fase così delicata” - commenta Mario Di Giorgio Presidente di API Novara VCO e Vercelli.

“Forti perplessità” sono state espresse, poi, relativamente alle misure di potenziamento dei controlli di finanza pubblica contenuti nell’articolo 112” – prosegue Di Giorgio.

“Sono concorde con Camisa che va eliminata la norma che prevede l’obbligo a carico delle imprese che beneficiano di finanziamenti pubblici, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, oltre una certa soglia prevista in fase di prima applicazione a 100mila euro, di riservare la presenza di un rappresentante del Mef negli organi di controllo sociali. Una tale norma potrebbe essere tacciata di illegittimità costituzionale per il fatto di avere un impatto eccessivamente invasivo sul principio costituzionale della libertà d’impresa specialmente sotto il profilo dell’autonomia decisionale e organizzativa. Potrebbe ridurre, infatti, l'efficacia dei programmi incentivanti, come ad esempio Transizione 5.0 e Industria 4.0, e penalizzare le aziende che potrebbero ricorrere a tali incentivi per crescere o innovare”.

“Il Presidente Camisa ha voluto porre l’accento anche su due temi, sia pur non contenuti nel ddl bilancio, ritenuti fondamentali da CONFAPI. Il primo è la questione del settore automotive per il quale “non è più procrastinabile l’adozione di un piano strutturale che accompagni il tessuto produttivo industriale dell’indotto verso la transizione ecologica con un serio e deciso piano di salvaguardia della filiera”. Il secondo è quello dei costi energetici sul quale come Confapi riteniamo che non si possa prescindere dal richiamarne l’attenzione, dato l’impatto negativo sulla competitività delle nostre Pmi sia nei confronti delle Pmi degli altri Paesi europei e di quelli extra-europei” – aggiunge Di Giorgio.

Altro tema caro a Confapi è quello relativo all’articolo 4, che prevede l’estensione della web-tax del 3% a tutti i soggetti che esercitano attività d’impresa e realizzano ricavi da servizi digitali nel territorio italiano. “Riteniamo – condivide Di Giorgio - che si tratti di una misura troppo penalizzante per le Pmi che operano nel digitale. Per questo Confapi chiede che vengano ripristinati i precedenti parametri incrementando semmai la percentuale di tassazione per i soli giganti del web”.