Novara - Stupore e preoccupazione. Questi i sentimenti all’indomani del Consiglio europeo sulla Competitività che ha rinviato al prossimo semestre a presidenza lettone la decisione sull’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti, il cosiddetto Made In. “Stupisce e preoccupa – ha affermato il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale Michele Giovanardi (nella foto) – che, proprio nel momento in cui il Governo dedica impegno e risorse per valorizzare le produzioni made in Italy e per rilanciare investimenti e consumi, in ambito europeo il risultato dell’azione della Presidenza italiana vada in direzione opposta. Prendiamo atto che l’Italia ha perso una grande occasione per difendere l’origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero rappresentato da 596.230 imprese con 16.274.335 addetti, di cui il 58% in micro e piccole imprese fino a 20 addetti. Con questi numeri, se non è l’Italia a difendere l’identità delle produzioni, quale altro Paese europeo è più interessato? Confartigianato – conclude Giovanardi – continuerà a battersi affinché l’Europa riconosca e approvi l’obbligo di indicare il marchio ‘made in’ sui prodotti al fine di garantirne la piena tracciabilità, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO (ad es. USA, Giappone, Canada e Corea). Ne va della difesa del patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, del diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, della lotta al grave fenomeno della contraffazione”.
La vicenda del Made In è ormai lunga, in sintesi dopo l’approvazione da parte del parlamento europeo, la norma deve essere approvata anche dall’esecutivo per essere pienamente operativa.
“Confidavamo molto nel semestre a presidenza italiana” spiega Donatella Zelandi, delegato del Settore Tessile Abbigliamento di Confartigianato Imprese Piemonte orientale, un settore – quello tessile – che sopporta in modo prevalente il peso negativo sulle imprese da parte della contraffazione delle merci “l’approvazioneda parte del Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria, dell’obbligo di indicazione di origine controllata contenuto nella proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti va nella direzione giusta, definendo nuove disposizioni in materia di ‘made in’ per garantire la piena tracciabilità del prodotto, come già avviene nei principali Paesi aderenti al WTO, ad esempio USA, Giappone, Canada e Corea” spiega Donatella Zelandi “Un vero passo decisivo per la tutela dell’origine dei nostri prodotti e per valorizzare il patrimonio manifatturiero italiano rappresentato da 596.230 imprese con 16.274.335 addetti, di cui quasi la metà, in microimprese sotto i nove addetti”.
In base alle disposizioni approvate a Bruxelles, tutti i prodotti dovranno quindi presentare il marchio ‘made in’ sulla propria etichetta per essere immessi nel mercato. Le disposizioni votate colgono molteplici obiettivi: valorizzare il patrimonio manifatturiero dell’artigianato e dell’impresa diffusa, difendere il diritto dei consumatori a una corretta informazione sull’origine dei beni acquistati, combattere il fenomeno della contraffazione.
“Ed invece purtroppo ci manca ancora la tappa finale, cioè l’impegno da parte del Governo Ue a presidenza italiana, ancora per poco, per completare rapidamente l’iter dell’approvazione definitiva. Affinché, dopo anni di battaglie, la difesa del ‘made in’ possa trovare piena attuazione. L'Italia, insieme con la Germania è, tra i G20, il Paese europeo con il maggiore valore aggiunto manifatturiero al mondo, insieme a Cina, Corea del Sud e Giappone. Questo nostro record va difeso senza esitazioni” conclude Zelandi.