Novara - I pochi contenuti positivi della manovra economica non convincono Confartigianato sull’impianto complessivo del provvedimento. Se positivi sono, ad esempio la riduzione dal 10% al 4% della ritenuta sui bonifici con i quali si pagano le imprese che eseguono interventi soggetti alle detrazioni del 36% per le ristrutturazioni e del 55% per il risparmio energetico; così come le opportunità per le neoimprese (una persona che ha avviato una attività negli ultimi cinque anni o la avvierà ora, con ricavi non superiori ai 30mila euro annui, per i primi cinque anni di attività pagherà paga una imposta sostitutiva del 5%, invece di IRPEF, IRAP e altre imposte e addizionali) non convince il complesso della manovra: "Le imprese attendevano un segnale chiaro dato dall’abolizione dell’IRAP e da una diminuzione dei costi della politica - come peraltro annunciati - e questi segnali non sono venuti" afferma Francesco Del Boca, presidente di Confartigianato Imprese Novara Verbano Cusio Ossola che ribadisce come si avverta "la necessità di impostare un piano di medio periodo che ridisegni il bilancio pubblico ed elimini ogni spreco e duplicazione. Come ben sappiamo, l’esempio dovrebbe venire sempre dall’alto e se così non è diventa difficile continuare a imporre sacrifici ai cittadini, che già ne fanno tanti. Come? Razionalizzando i livelli di governo e rendendo più efficiente la pubblica amministrazione, riducendo la spesa pubblica, recuperando evasione ed elusione - spiega Del Boca - intraprendendo un processo vero di liberalizzazioni nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle imprese e accompagnando efficacemente le imprese sui mercati internazionali. Sono tutti elementi attesi dal mondo delle imprese, ma che non sono presenti nella manovra. Il nostro Paese ha bisogno di un rilancio dei consumi e del lavoro, lavoro soprattutto per quei giovani tra i 15 e i 29 anni – sono quasi il 26% - che non studiano e non lavorano, almeno regolarmente. Le imprese stanno facendo la loro parte, come sempre; in una prospettiva di medio termine le pmi italiane chiedono la rapida approvazione dello Small Business Act: significa avere norme e un sistema Paese finalmente a misura di artigianato e piccola impresa, per affrontare le sfide della crisi. L’immediato futuro non sarà semplice: abbiamo assistito all’attacco speculativo al nostro Paese e incombe sempre la minaccia di declassazione delle Agenzie di rating (ma chi sono?), aspetti che non ci lasciano tranquilli, mentre per una ripresa effettiva è necessario un periodo lungo di impegno e di lavoro. I recenti dati segnalano invece un persistere di situazioni negative: le imprese soffrono, iniziare una attività diventa difficile. A livello locale si conferma purtroppo un segno negativo per gli Albi delle Imprese artigiane delle nostre province, secondo un trend in deficit che persiste dal 2009. Significa che sono più numerose le aziende che chiudono rispetto a quelle che iniziano una attività. I dati del primo semestre 2011 evidenziano che nei primi sei mesi di quest’anno mancano all’appello quindici aziende nel VCO e quasi ottanta nel Novarese. I prossimi mesi saranno decisivi, bisogna passare dalle parole ai fatti: sono urgenti provvedimenti per razionalizzare la spesa, incentivare il lavoro e le imprese, agevolandole nella loro attività. Se ci sarà da rimboccarsi le maniche gli imprenditori faranno la loro parte, purché non siano lasciati, come sempre, soli".