Novara - Sono decine di migliaia le saracinesche dei negozi tradizionali e familiari che, negli ultimi anni, si sono abbassate per sempre in Italia. Le tasse eccessive, il caro affitti, una burocrazia asfissiante, la concorrenza della grande distribuzione, l’e-commerce...sono tanti i motivi che vedono, poco alla volta, scomparire i piccoli negozi di quartiere, specialmente quelli a conduzione familiare, dove con due chiacchiere e qualche sorriso ci si sente parte della comunità. Perdere i negozi tradizionali significa perdere un patrimonio di competenza, umanità, fiducia, desertificare i centri urbani e soprattutto le aree periferiche dove le vetrine accese sono un presidio di sicurezza e di socialità.
“La nostra Associazione cerca di fornire alle imprese gli strumenti e le competenze per rimanere sul mercato, anche attraverso la formazione. Ma non basta. E’ necessario che anche le Amministrazioni comunali attuino politiche a tutela di questi piccoli, grandi protagonisti delle nostre realtà urbane -spiega Maurizio Grifoni, presidente di Confcommercio Alto Piemonte-. Ecco perché, sull’esempio di altre città italiane, come Reggio Emilia, dove un’analoga iniziativa è stata approvata, lanciamo una proposta di iniziativa popolare che prevede la riduzione della fiscalità di competenza comunale sui piccoli commercianti e la calmierazione delle locazioni tramite un accordo tra Comune e proprietari.Cento firme di cittadini novaresi sono il minimo per poter presentare la proposta, ma contiamo di raccoglierne molte di più. Il discorso sui negozi di quartiere non è solo un tema del commercio. Un piccolo negozio garantisce più qualità dei prodotti ma anche servizi, sicurezza, socialità e tutela dell'ambiente”.
Le firme si raccolgono nella sede di Confcommercio in via Paletta 1 a Novara e nei gazebo che si possono trovare martedì 6 giugno mattino mercato di Largo Leonardi, pomeriggio Corso Cavour/angolo delle ore; mercoledì 7 giugno mattino mercato Piazza Pasteur, pomeriggio piazza Cesare Battisti.