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PAESAGGI E ALBERI STRAORDINARI D’ITALIA

UNA MOSTRA E UNA CONFERENZA PER DIALOGARE CON LA CITTÀ

Novara - Continua il dialogo con la città grazie all’iniziativa “Paesaggi e alberi straordinari d’Italia” promossa dall’Ordine degli Architetti P.P.C. delle Province di Novara e Vco attraverso la Commissione Formazione. Fino al 30 marzo (da martedì a domenica dalle 10 alle 19), nella Sala dell’Accademia al Broletto di Novara, è allestita la mostra “Alberi straordinari d’Italia” promossa in collaborazione con l’Associazione Patriarchi della Natura in Italia, la Fondazione Bracco, l’Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini e l’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio. Martedì scorso l'inaugurazione alla presenza del presidente degli Architetti Lucia Ferraris, del consigliere dell'Ordine Francesco Bosco, della presidente della Commissione Formazione Antonella Cavagnini, dell'assessore del Comune di Novara Elisabetta Franzoni e di Sergio Guidi, agronomo, esperto di biodiversità e presidente dell’Associazione Patriarchi della Natura. Ferraris ha sottolineato che «la mostra sancisce l’unione tra uomo e natura. Noi architetti dobbiamo avere un occhio di riguardo non solo per i monumenti architettonici ma anche per quelli naturali. Occorre dare più spazio alla ricerca e supportare le attività a favore della tutela di questi monumenti naturali». L’iniziativa, ha detto Bosco, «che nasce grazie all’impegno della commissione», tocca anche il «discorso della continuità biologica: è importante conservare i semi o i cloni degli alberi monumentali per avere prodotti di qualità e resistenti a inquinamento e cambiamenti climatici». Per Elisabetta Franzoni, assessore del Comune di Novara con delega ad Ambiente, Mobilità, Verde Pubblico, Turismo e Smart City, «le istituzioni sono sempre favorevoli ad accogliere eventi come questi. Abbiamo delle meraviglie intorno a noi e spesso non ce ne accorgiamo. Ogni albero ha una sua storia ed è giusto celebrarla. La bellezza naturale del nostro Paese e una biodiversità che è unica nel bacino del Mediterraneo meritano una iniziativa come questa». Guidi ha raccontato la nascita dell’associazione, avvenuta nel 2006, grazie all’impegno di biologi, naturalisti e agronomi iniziato negli anni Novanta. «In mostra ci sono le immagini degli alberi più antichi e importanti dal punto di vista genetico e ricchi di storia, a rappresentare le venti regioni italiane: dal cipresso piantato da San Francesco a un olivo che ha più di 3.800 anni. Gestiamo un archivio di oltre 15.000 esemplari e possiamo contare su una rete di collaboratori in tutta Italia. Non abbiamo solo censito, misurato, monitorato e fotografato gli alberi: si è cercato di riprodurre quelli più a rischio di estinzione. Oggi il nostro obiettivo è trovare una dimora ideale per queste piante: un domani i loro semi daranno origine agli alberi del futuro, i più adatti a combattere i cambiamenti climatici». Nelle due sale un viaggio attraverso la Penisola dal Piemonte (con il Vecchio Tiglio di Macugnaga) alla Sardegna, dall’Emilia Romagna alla Calabria, dal Molise alla Lombardia.

Altro momento di confronto aperto alla città la conferenza proposta martedì scorso al Castello di Novara, nella Sala delle Mura, quale ponte virtuale con la mostra “PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo. Da Migliara a Pellizza da Volpedo” allestita fino al 6 aprile al Castello di Novara grazie all’iniziativa di METS Percorsi d’Arte, Comune di Novara e Fondazione Castello. Sul tema “I paesaggi del passato: la pittura come documento” è intervenuto Carlo Tosco, referente del Politecnico di Torino per il patrimonio culturale e il paesaggio, docente di Storia dell'architettura al Politecnico di Torino e alla Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, dopo il saluto della presidente dell’Ordine, Lucia Ferraris, affiancata da Francesco Bosco, consigliere, e dall’architetto Roberta Filippi. Coinvolgente l’intervento del relatore che ha passato in rassegna alcune opere dal Quattro al Seicento per mettere a fuoco quando la pittura di paesaggio diventa fonte storica: «Il concetto di paesaggio nasce dalla pittura e il primo a utilizzare questo termine è stato Tiziano. La pittura serve a conoscere il passato: i quadri sono documenti storici». Partendo da una pietra miliare come il libro di Emilio Sereni, “Storia del paesaggio agrario italiano” uscito nel 1961 per Laterza, Tosco ha portato alcuni esempi di paesaggi che raccontano. Dalla “Fuga in Egitto” di Carracci (in cui il paesaggio non è egiziano ma quello familiare al pittore) a un soggetto analogo di Gentile da Fabriano (1423) che dà voce all’organizzazione del paesaggio a fine Medioevo; dalla “Pesca miracolosa” di Konrad Wirz (1440), con il lago di Ginevra a fare da sfondo a un episodio del Vangelo di Giovanni, al ciclo dei mesi a Trento (Torre dell’Aquila, inizio ‘400) con una grande ricchezza di informazioni sul villaggio rurale. In chiusura l’intervento di Paolo Tacchini, presidente di METS: «Che questo sia l’inizio di un rapporto di sinergia con la città e il territorio. Doveroso un ringraziamento all’architetto Roberta Filippi che si è fatta promotrice dell’incontro».