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Pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, Brustia: Inaccettabile il continuo procrastinare da parte dello Stato

Emilia Brustia

Novara - «Il continuo procrastinare, da parte dello Stato, il pagamento dei propri debiti nei confronti di imprese e fornitori è inaccettabile. Che poi l’amministrazione pubblica, nella bozza della Legge di stabilità in questi giorni all’esame delle Camere, intenda dotarsi di una norma che addirittura consenta agli enti pubblici meno virtuosi, come le Regioni sottoposte ai cosiddetti “Piani di rientro dai disavanzi sanitari”, di essere immuni da qualsivoglia azione legale intentata dalle imprese creditrici, è un'ipotesi che non può essere condivisa sotto alcun profilo». Lo sostiene il presidente della Sezione Edili dell'Associazione Industriali di Novara, Emilio Brustia, che ha in questi giorni mandato una lettera al presidente dell'Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), Paolo Buzzetti, e al presidente dell'Ance Piemonte, Giuseppe Provvisiero, per invitarli a intervenire «con grande sollecitudine sui contenuti dei nuovi disposti normativi, in particolare l’art. 6, comma 3 della bozza della Legge di stabilità».

«Questi concetti normativi – spiega Brustia – erano già presenti nelle due ultime leggi finanziarie, ma in questa bozza vengono addirittura enfatizzati dal sostanziale azzeramento di qualsiasi risorsa a disposizione di Enti e Regioni. I settori della pubblica amministrazione interessati dai provvedimenti sono la giustizia e la sanità, ma il timore è che questa deriva si estenda a tutte le amministrazioni pubbliche, di fatto congelando qualsiasi possibilità di rientro dei propri crediti da parte delle nostre imprese».

Un intervento su questi temi da parte dell'Ance, di cui gli imprenditori edili novaresi apprezzano la puntuale azione nei confronti del Governo, sia sul piano politico sia nel campo della proposizione normativa, viene ritenuto da Brustia «assolutamente necessario, perché con questo sistema il tema dei ritardati pagamenti delle pubbliche amministrazioni, peraltro di entità e gravità finora mai verificatesi, assumerebbe addirittura il sapore della beffa, rischiando di annullare definitivamente le difficili possibilità di ripresa per moltissime realtà imprenditoriali».

«Nel maggio scorso – aggiunge il presidente dell'Ain, Fabio Ravanelli – avevamo espresso il nostro plauso alle disposizioni governative in materia di certificazione dei crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione e di compensazione con debiti iscritti a ruolo, evidenziando come un fatto di grande rilievo che il Governo si fosse impegnato a recepire, entro la fine dell'anno, la direttiva europea “Late Payments”, che fissa a 60 giorni il termine massimo e inderogabile di pagamento per la pubblica amministrazione. A cinque mesi di distanza dobbiamo purtroppo esprimere la nostra delusione per non avere ancora visto alcun riscontro concreto all'annunciata adozione di questi strumenti, che avrebbero potuto avere effetti positivi nel sostenere la liquidità delle imprese e nel rilanciarne la competitività attraverso una ripresa degli investimenti. Auspichiamo che quanto promesso si realizzi quanto prima, perché il costo del debito pubblico non può continuare a essere sostenuto dall'impresa privata».