Novara - Lo scorso 27 novembre si è tenuto l’annuale convegno di FME, la Federazione Nazionale Grossisti Distributori di Materiale Elettrico, che le riunisce aziende e distributrici di materiale elettrico, sia nazionali che internazionali. È stata l’occasione per un’importante panoramica sulle trasformazioni della filiera elettrica e del mercato edile, fino alle tendenze di crescita future.
Paolo Ferrari, vicepresidente dell’ente dal 2023 e Amministratore Delegato di Comoli Ferrari, ha preso parola, in chiusura, per commentare l’andamento dell’anno che sta per concludersi e dare un punto di vista sul futuro che attende il settore elettrico “Siamo alle porte di un’opportunità incredibile, forse senza precedenti, nemmeno pari al momento del dopoguerra. Abbiamo infatti un’incredibile opportunità di riportare il nostro Paese ad esprimere – sia per capacità di competitività, che per standing – il vero valore che possiede.” Così Paolo Ferrari introduce il suo intervento, e prosegue “Ciò che indubbiamente da sempre viene riconosciuto all’Italia e agli italiani è la capacità di avere quel guizzo in più di problem solving e di adattamento. Tuttavia, quello che dovremmo imparare dai più bravi, è mettere struttura e a fare sistema.”
È da questa considerazione che Ferrari apre ai due temi sui quali è necessario investire nel breve termine per cogliere l’opportunità a cui il settore elettrico è chiamato a rispondere nei prossimi 10-15 anni a venire: l’esigenza, per l’impresa, di attrarre nuovi talenti e la necessità, come filiera, di fare sistema.
“Tutti noi dovremmo adoperarci per investire su nuovi fattori di attrattività. Questo per due motivi” incalza Ferrari “Da un lato sono cambiati i valori fondanti che guidano i nostri giovani e che sono stati, a lungo, indirizzo per le nostre aziende. Questo cambio di minset ci restituisce lavoratori che selezionano loro per primi l’azienda in cui andare, e non viceversa; dall’altro lato occorre ridare valore ad una formazione tecnico specialistica, un valore che è venuto meno nel tempo, anche a fronte di un pregiudizio che ha portato a indirizzare i giovani verso una formazione più accademica, incentivando una preparazione universitaria.”
Su questo aspetto Ferrari ritiene ci sia un forte problema strutturale, se si considera che l’Italia vanta il secondo posto al mondo come Paese manifatturiero, ma registra, tuttavia, una forte carenza di operatori in manifattura. Inoltre, per effetto delle dinamiche demografiche, *da qui al 2030 è stimato che ogni anno mancheranno all’appello mediamente 150mila lavoratori. Carenza non solo dovuta alla difficoltà di reperire le competenze ricercate dalle imprese, ma anche al progressivo invecchiamento della popolazione, che riduce la platea di occupabili. Contrazione da cui non è esente neppure l’Università: tra meno di 20 anni le università italiane rischiano di subire una perdita di introiti pari a mezzo miliardo di euro. Un declino attribuibile al crollo previsto del numero degli studenti, stimabile a circa 415mila iscrizioni in meno entro il 2041 (-21,2%) e, appunto, al calo demografico.
Ma Ferrari non perde l’ottimismo “Io credo che in questo senso – lavorare sull’attrattività – qualcosa la possiamo fare come filiera. Dobbiamo rendere il nostro mestiere ‘più figo’. Solo in questo modo potremo tentare di invertire la tendenza e ricostruire un percorso, sebbene impiegherà certamente qualche anno“.
Lo sa bene l’Amministratore Delegato di Comoli Ferrari che, da un anno a questa parte, non solo ha continuato ad investire nella formazione delle nuove generazioni, diventando partner di uno dei primi corsi ITS in grado di formare gli specialisti della transizione energetica digitale, presso al Kilometro rosso di Bergamo. Ma, dal 2023, ha deciso di investire anche nella MotoGp, diventando uno degli sponsor del team VR46, la scuderia di Valentino Rossi: un mondo di innovazione affascinante per i giovani, voluto anche per rendere l’Azienda più appetibile sul mercato del lavoro, sperimentando, in questo modo, nuovi sistemi di reclutamento.
“L’altro aspetto fondamentale per incidere come settore, riguarda l’interlocuzione con il legislatore.” Così Ferrari apre al secondo tema sul quale investire per far crescere il comparto dell’elettrico “Recentemente la filiera elettrica è stata identificata ufficialmente come una delle filiere strategiche del nostro Paese. A questo proposito ritengo che abbiamo le competenze, la capacità e la voglia di essere utili a una causa comune, che non è solo una causa di settore.” Dichiara Paolo Ferrari, che aggiunge con forza “Se imparassimo a stare un po’ di più dalla stessa parte del tavolo, anche in certe attività come quelle di interlocuzione con il legislatore, saremmo certamente molto più efficaci. Se ci muovessimo con forza e all’unanimità nel far passare un qualcosa che non è solo utile al business di un comparto, ma che è utile, in primis, alla competitività del Paese, allo stile di vita delle persone, e a tutti quanti noi, che non solo operiamo in questo mondo, credo che, con orgoglio, daremmo un contributo significativo”.
Un contributo che sicuramente non potrà prescindere anche dalle prossime mosse del Governo, specie sugli investimenti per l’Industria 5.0 . “Ciò considerato ribadisco” conclude Paolo Ferrari “abbiamo un’enorme opportunità davanti. Qui la differenza la faremo se saremo bravi a coglierla al meglio.”
La Convention annuale di FME ha registrato un incredibile successo con quasi 300 partecipanti, un record di presenze che conferma l’importanza di questo appuntamento come punto di riferimento per l’intero mondo elettrico.
* analisi del Monitor «Il mercato del lavoro in Italia, tra record e mismatch» realizzato dall’Area studi Legacoop e Prometeia.
FME (Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico) si impegna a creare un ambiente favorevole alla crescita e al successo delle imprese associate, che attualmente sono 83, promuovendo anche il benessere della comunità commerciale. FME agevola incontri per favorire lo scambio di conoscenze, promuovere le migliori pratiche e offrire opportunità di networking tra gli associati. Offre programmi di formazione per migliorare le competenze e le capacità degli associati, aiutandoli a rimanere competitivi in un mercato in continua evoluzione.