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In Piemonte più di 110mila imprese rosa

Novara - Il Piemonte vanta oltre 110.000 imprese guidate da donne, che rappresentano il 24,2% del totale e sono concentrate soprattutto nei settori degli altri servizi (32,4%) e del commercio (27,3%): sono i risultati dell’indagine “Piccole imprese, grandi imprenditrici 2013”, presentata il 3 giugno da Unioncamere e Regione nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto insieme alla Commissione Abi per dare voce all’Osservatorio regionale per l’imprenditoria femminile.

“La fotografia scattata da Unioncamere per rappresentare la realtà delle imprese rosa in Piemonte - ha dichiarato l’assessore regionale alle Pari opportunità, Giovanna Quaglia - costituisce per la Regione uno strumento molto utile per leggere ed interpretare, in modo trasversale, le dinamiche che caratterizzano il legame donna-impresa. Certo, in un momento di grande difficoltà come quello attuale, in cui le percentuali di disoccupazione stanno purtroppo raggiungendo livelli record, è un dato di fatto importante che l’impresa femminile faccia registrare un trend positivo. Questo non significa in alcun modo che le istituzioni debbano abbassare la guardia. Nella consapevolezza del ruolo fondamentale che le imprese femminili ricoprono per la crescita del nostro Paese, è importante intensificare l’impegno per favorire la piena occupazione delle donne. E mi riferisco in particolare alle politiche di conciliazione, fondamentali per non mettere le donne di fronte a una scelta tra il lavoro e la famiglia. Anche in questo senso l’analisi degli strumenti utilizzati dalle nostre imprese ci permette di correggere e migliorare le molte azioni messe in campo dalla Regione”.

“La realizzazione di indagini conoscitive - ha osservato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - è un passaggio imprescindibile per individuare le esigenze e gli ostacoli che le donne incontrano nella loro attività imprenditoriale e poter così programmare, insieme agli altri attori istituzionali, attività di sviluppo e qualificazione della loro presenza nel mondo dell’imprenditoria, per prepararle al meglio alle sfide del mercato”.

Scendendo nel dettaglio, le imprese femminili si costituiscono prevalentemente sotto forma di aziende individuali (61,5%) e di società di persone (27,9%), mentre soltanto il 9,1% predilige la forma delle società di capitale e l’1,5% quella delle altre forme, che comprendono i consorzi e le cooperative. Operano soprattutto nei settori del terziario tradizionale, vale a dire negli altri servizi (32,4%), nel commercio (27,3%) e nel turismo (8,8%), il 15,5% nell’agricoltura, il 7,5% nell’industria in senso stretto e il 3,9% nelle costruzioni. A livello territoriale, il peso è sostanzialmente omogeneo: il gap tra Biella e Alessandria - province in cui la concentrazione di imprese femminili sul totale è rispettivamente la minore e la maggiore - è infatti di lieve entità. Nell’indagine si è deciso di affiancare alle analisi quantitative sulla struttura dell’imprenditoria femminile in Piemonte e sulla performance economica-finanziaria delle società di capitale femminile, un’analisi qualitativa, resa possibile attraverso un’indagine sul campo, volta a indagare gli aspetti legati all’attività, tra cui le motivazioni alla base della scelta imprenditoriale, le strategie intraprese e le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro adottate. La partecipazione di 964 imprese femminili con sede legale in Piemonte ha riscontrato la volontà di sviluppare un’autonoma idea imprenditoriale costituisca la motivazione più ricorrente alla base della scelta di mettersi in proprio (indicata dal 43,4% delle intervistate). Tra gli altri fattori spiccano il desiderio di proseguire la tradizione familiare o la scelta di valorizzare le eccellenze del territorio (28,5%), la necessità di trovare lavoro (un’impresa su quattro) e il desiderio di maggior indipendenza e riconoscimento economico (una su cinque).