Novara - “Non possiamo indugiare nella realizzazione delle opere strategiche previste dal Piano né ritardare l’attuazione di quelle riforme oggi fondamentali per superare il divario che ci separa tutt’ora dalle altre economie europee”. Lo ha detto il Presidente di Confapi, Cristian Camisa, durante la riunione della Cabina di Regia del 20 aprile u.s. per il Pnrr a Palazzo Chigi presieduta dal ministro agli affari europei, le politiche di coesione e al Pnrr, Raffaele Fitto. “Il Pnrr – commenta Mario Di Giorgio, Presidente API Novara VCO e Vercelli - è un’opportunità unica e irripetibile per efficientare la macchina pubblica e per modernizzare e alimentare la competitività del sistema Paese a tutto vantaggio della vocazione manifatturiera che caratterizza le imprese che rappresentiamo. Nel decreto da poco approvato il Governo ha già introdotto delle misure importanti che velocizzano e sburocratizzano le procedure. Sarà fondamentale ora che non ci siano più rallentamenti, considerando che ci sono oltre 40 miliardi di euro di affidamenti da perfezionare entro dicembre 2023”.
“Proprio per questa ragione, la nostra Confederazione nazionale, la CONFAPI, ha reiterato la propria disponibilità a collaborare in ogni forma, mettendo altresì a disposizione degli enti locali il proprio know how ed i propri tecnici del territorio che conoscono appieno le realtà in cui operano” – prosegue Di Giorgio.
Vista qualche difficoltà da parte degli enti locali di utilizzare le risorse e mettere a terra i progetti, la Confapi ha proposto di incrementare la sinergia tra pubblico e privato attraverso l’adozione di crediti di imposta per le aziende sul modello statunitense dell’Inflation Reduction Act e su quello già rodato e sperimentato di Industria 4.0. Le imprese italiane con quella misura hanno dimostrato di essere in grado di innovare, digitalizzare e spendere le risorse con effetti moltiplicativi sullo sviluppo del sistema Paese.
“Sarà inoltre importante – conclude Di Giorgio - che i progetti siano davvero strategici per l’ammodernamento e la crescita del Paese altrimenti meglio qualche ulteriore ripensamento dal momento che sono coinvolti i debiti delle future generazioni”.