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Presentato l’ultimo Osservatorio burocrazia CNA

Dall’alimentare alla meccatronica, dagli impiantisti agli acconciatori, il girone infernale della burocrazia per le piccole imprese. CNA Piemonte Nord invia analisi e proposte ai sindaci e ai candidati alle prossime elezioni amministrative
Marco Pasquino

Novara - CNA Piemonte Nord ha partecipato all’ultima rilevazione dell’Osservatorio sulla burocrazia “Alla ricerca dei mestieri smarriti nel dedalo dei rapporti Stato – Regioni”, i cui risultati sono stati presentati la scorsa settimana nella sede nazionale della Confederazione, con la partecipazione del professor Sabino Cassese. La rilevazione, attraverso un questionario compilato dal personale che si occupa dell’apertura e dell’inquadramento delle imprese nelle strutture territoriali di CNA, ha indagato il quadro normativo vigente in seguito alla riforma del Titolo V della Costituzione sulla disciplina dei procedimenti amministrativi obbligatori per le imprese artigiane. Sono stati presi in esame i settori dell’alimentare, estetica e acconciatura, installazione e manutenzione impianti, tatuaggio e piercing, toelettatura animali e meccatronica. L’analisi e il confronto tra le diverse esperienze regionali evidenziano una serie di criticità dovute a differenze territoriali di tipo normativo e amministrativo che rendono difficile la vita delle imprese.

“Il decentramento amministrativo e l’autonomia territoriale ampliati con la riforma – afferma il presidente CNA Piemonte Nord Massimo Pasteris - non sono positivi o negativi in senso assoluto. Sono utili se semplificano la vita a cittadini e imprese valorizzando le specificità del territorio, sono dannosi se generano complicazioni e producono nuova burocrazia inutile. Per un decentramento efficiente servono azioni di monitoraggio costante, capacità di intervento per correggere le criticità, una sana collaborazione tra i vari livelli istituzionali e un confronto constante con il sistema della piccola impresa”.

Il direttore CNA Piemonte Nord Marco Pasquino (foto) annuncia che “In questi giorni invieremo ai sindaci, ai consiglieri regionali e ai rappresentanti politici del nostro territorio la ricerca completa, insieme alle nostre proposte. La manderemo anche ai candidati alle elezioni regionali e ai candidati sindaco. Il nostro Osservatorio costituisce un punto di partenza per avviare un confronto politico a tutti i livelli, sulle criticità che le imprese artigiane riscontrano ogni giorno a causa delle troppe frammentazioni nei rapporti tra Stato, Regioni e Enti locali”.

ALCUNI ESEMPI

Alimentare

Per poter consumare un prodotto gastronomico all’interno di un’attività artigiana, le norme burocratiche impongono sedute scomode e vietano l’uso di piatti di ceramica e posate in metallo. E se l’artigiano ha l’ardire di offrire una bibita per accompagnare un trancio di pizza o un caffè espresso dopo un cornetto di propria produzione deve addentrarsi in un infernale labirinto burocratico e normativo e deve adattarsi a vincoli e limitazioni.

Installazione e manutenzione impianti

L’impresa che opera in più regioni deve destreggiarsi nel girone infernale del catasto degli impianti termici in quanto ogni Regione ha sviluppato una propria piattaforma con modalità di accesso e procedure specifiche. Ma per complicare l’attività, alcune regioni dispongono di più catasti, fino a 7, che non dialogano tra loro e con differenze delle modalità di raccolta dati.

Estetica e acconciatura

Per chi deve acquisire il titolo professionale la durata dei corsi di formazione regionali obbligatori varia da 3 a 5 anni. Le ore di formazione per ogni anno oscillano tra 198 e 1.394.

Tatuaggio e piercing

Il panorama formativo è molto variegato. I corsi regionali variano da 12 a 1.500 ore l’anno e soltanto 13 Regioni hanno disciplinato l’attività.

Toelettatura animali

Nessuna Regione invece ha disciplinato in modo specifico l’attività di toelettatura di animali e solo 8 hanno previsto un percorso formativo.

Meccatronica

La qualifica obbligatoria nasce dall’accorpamento tra meccanici autoriparatori ed elettrauto. Le imprese iscritte a una sola attività hanno dovuto conseguire l’abilitazione mancante con apposito corso di formazione regionale. La comunicazione della nuova qualifica alla Camera di Commercio non è sufficiente nella maggior parte dei comuni italiani che richiedono anche la presentazione di una Scia (fino a 20 adempimenti e 10 enti da contattare) come se si trattasse di una nuova attività. Il paradosso è che l’attività di meccatronica non ha ancora un proprio codice Ateco.