Novara - Avvio d’anno all’insegna del moderato pessimismo per l’industria delle province di Novara e di Vercelli. Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre gennaio-marzo 2023 (disponibili sul sito www.cnvv.it) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione conferma l’andamento discendente della precedente rilevazione, calando da 8,1 a 3,7 punti nel Novarese e assestandosi da -10,2 a -9,6 punti in provincia di Vercelli, a fronte di una media regionale che sale da 2,1 a 4 punti. A far virare in negativo il sentiment sono soprattutto i saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali ed esteri, che passano rispettivamente da 7,3 a 6,5 e da 2 a -6,6 punti in provincia di Novara, da -13,3 a -18,1 e da -13 a -13,2 punti in provincia di Vercelli, mentre il Piemonte risale, rispettivamente, da -0,6 a 1,4 e da -5,3 a -2,1 punti.
«Nonostante nel 2022 la maggioranza delle aziende sia riuscita a resistere all’abnorme aumento dei costi – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa (foto) – il 2023 si apre all’insegna dell’incertezza perché ai ben noti problemi economici, energetici e geopolitici si aggiungono il maggior costo del denaro e la crescente selettività nell’accesso al credito. Le scelte fatte a Bruxelles, inoltre, si riverberano in modo sempre più diretto sulla competitività delle imprese, anche a livello locale; si tratta di un aspetto a cui dovremo fare crescente attenzione in futuro».
A fronte di una media regionale stabile il mercato del lavoro conferma i segnali di contrazione del trimestre precedente, con un saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni che scende da 12, 9 a 1,9 punti in provincia di Novara e da 2 a 1,2 punti in provincia di Vercelli, mentre la percentuale di imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione sale, rispettivamente, dal 3,3% al 5,7% e dal 14,4% al 17,1%.
«Soltanto le previsioni di investimenti – osserva il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – si mantengono ancora su livelli buoni e superiori alla media regionale: ne prevedono di “significativi” il 31,1% delle imprese del Novarese, a fronte del precedente 30,6%, e il 28,9%, rispetto al 24,5%, di quelle del Vercellese, mentre investimenti di sostituzione sono programmati dal 50,9% delle aziende in provincia di Novara, a fronte del precedente 53,7%, e dal 41% di quelle in provincia di Vercelli, a fronte del precedente 45,9%».
Pur rimanendo inferiore alla media regionale (al 25,9%) continua a crescere in provincia di Novara la percentuale di aziende che segnalano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, che passa dal 19% al21,7%. In controtendenza, invece, è il dato della provincia di Vercelli, che registra un calo dal 21,4% al 14,8%.
I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, confermano la precedente contrazione dei saldi ottimisti/pessimisti relativi a produzione e ordini nel metalmeccanico, nella rubinetteria-valvolame e nell’alimentare, tutti con valori negativi. Rallenta ulteriormente il chimico, mentre ritornano positivi i principali saldi del tessile-abbigliamento.
“Per il 2023 - conclude il presidente - l’analisi congiunturale presenta il sistema impresa Piemonte con indicatori in linea con i trend di quest’anno, questo anche grazie alla grande eterogeneità delle produzioni e dei settori in cui operano le nostre aziende. Anche l’industria del turismo sembra aver ripreso i trend pre-pandemia. Le incertezze e possibili criticità restano, davanti a noi c’è soprattutto un’occasione per accelerare la trasformazione e le transizioni nella nostra industria. Ciò avverrà se l’utilizzo dei fondi del Pnrr e della programmazione 2021-2027 nei prossimi mesi sarà rapido ed efficace, e riuscirà a coinvolgere al massimo il tessuto produttivo piemontese, con un’attenzione particolare alla formazione e all’aggiornamento continuo per studenti, imprese e lavoratori. È una visione strategica di grande concretezza, che deve essere al centro di una sinergia determinate tra pubblico e privato. Solo così riusciremo a dare un’attenzione strutturale al mondo produttivo ma anche alla tenuta della coesione sociale, perché sono crescenti le difficoltà e le insicurezze che le famiglie stanno affrontando” commenta Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte".