Novara - Principi, doveri, qualità dei rapporti esterni ed interni: in una parola “deontologia”. Si è parlato di questo e di molto altro durante l’assemblea annuale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Novara, guidata, martedì 22 ottobre, dal presidente Roberto Morella Longhi. La seduta è stata preceduta dalla riunione dei Giovani Consulenti e dall’assemblea rappresentanti dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro, “sindacato” della categoria, che ha riassunto le attività svolte negli scorsi mesi. Aperti ufficialmente i lavori il Presidente Roberto Morella Longhi ha dato la parola all’ospite relatore, avv. Remigio Belcredi, presidente dell’Ordine degli Avvocati che ha tratteggiato, da un punto di vista legale, le caratteristiche del codice etico dei Consulenti del Lavoro, sottolineandone anche diversità e similitudini con quello degli Avvocati, dando risalto alla scelta dei Consulenti di puntare su un prezioso “codice di principi” più che su un “codice di divieti”. La parola è poi, passata al presidente Morella Longhi che ha, inizialmente, fornito alcuni dati: “L’Ordine ha visto la luce nel 1979 – ha detto – con l’emanazione della legge 12 dell’11 gennaio che regolamenta e disciplina la professione. I dati, oggi, parlano chiaro: gli iscritti, a livello nazionale, sono circa 28 mila con una forte componente giovane e femminile; in provincia le donne primeggiano con 57 rappresentanti contro 53 uomini”. Con l’Inail, con la Direzione Territoriale del Lavoro ed anche con l’Inps con cui abbiamo firmato un accordo di istituzione di un tavolo tecnico, allargatoai Dottori Commercialisti e creato un canale diretto per la risoluzione dei casi”.
In provincia di Novara siamo contenti di poter affermare che i rapporti con gli istituti vanno via via sempre migliorando. Il presidente Morella Longhi ha invitato a riflettere sul cambiamento del ruolo del consulente: da semplice tenutario di libro paga, oggi ricopre un ruolo di primaria assistenza per la gestione del personale ed in maniera particolare perarginare, il più possibile, la perdita di posti di lavoro. “Dobbiamo, inoltre, combattere ogni giorno contro la burocrazia e contro le lobby che vorrebbero l’eliminazione degli ordini e la liberalizzazione dei mercati per meri interessi economici senza tenere conto della garanzia di professionalità e qualità che il mondo ordinistico garantisce. A dimostrazione di quanto affermato l’altro argomento affrontato è stato quello della formazione, soggetta a controllo biennale e definita più volte “indispensabile”: “La partecipazione ai convegni di aggiornamento – ha commentato il presidente – è fondamentale tanto quanto quella alle iniziative politiche di categoria. Ci sono eventi organizzati sul territorio ed altri che si possono seguire anche in e learning sia per venire incontro alle esigenze dei professionisti che a quelle dei clienti che richiedono sempre più specializzazione e aggiornamento. A livello di formazione continua, rimarrà l’obbligo formativo anche dopo i 70 anni, se si lavora si deve continuare a rimanere aggiornati. La nostra preparazione e capacità professionale è garantita dalla costante e continua formazione verificata con attenzione dall’Ordine”.
La “vocazione” per una professione, si sa, si dimostra anche affrontandone tutti i sacrifici.