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Protesti in calo nei primi sei mesi dell’anno

A diminuire sono soprattutto gli assegni, scesi sia in numero che in valore

Novara - Anche a Novara, così come riscontrato a livello nazionale, diminuiscono assegni scoperti e cambiali: tra il primo semestre 2014 e il primo semestre 2015 il numero degli assegni a vuoto si è ridotto pressoché di un terzo, mentre il loro valore si è dimezzato. Il calo ha interessato anche cambiali e tratte accettate, che nello stesso periodo hanno registrato una diminuzione significativa, ma meno accentuata (-19,3% in termini numerici e -33,7% in termini economici). Allargando lo sguardo all’ultimo triennio gli assegni registrano una frenata ancora maggiore: rispetto al primo semestre 2012 il loro numero è infatti sceso del -39,2% mentre la diminuzione in valore ha sfiorato il -61%.

«Fra le ipotesi che possono spiegare queste flessioni – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – vi è il miglioramento delle condizioni economiche, confermato dai risultati positivi di esportazioni, produzione industriale e domanda interna, che pongono ormai alle spalle la fase più acuta della crisi e lasciano intravedere una graduale ripresa».  

Fra gennaio e giugno 2015 i titoli di credito che non hanno trovato copertura alla scadenza ammontano complessivamente a 1.958, un quinto in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore superiore ai 2,7 milioni di euro. La frequenza di utilizzo delle varie tipologie di titoli vede al primo posto le cambiali, protestate in numero pari a 1.773 e corrispondenti ad un importo di 2,2 milioni di euro; seguono a distanza gli assegni, con 158 protesti (l’8,1% degli effetti insoluti totali) e un controvalore di 508mila euro. Il calo dei mancati pagamenti riguarda anche il loro importo medio: nell’ultimo anno è diminuito in particolare il taglio degli assegni (-26,5%), ma si è ridotto anche quello di cambiali e tratte accettate (-17,8%). In generale, l’importo medio degli effetti protestati nel Novarese si attesta a 1.396 euro (3.219 quello dei soli assegni), collocando il territorio in 76a posizione nella classifica decrescente delle province italiane (dominata dalla media di Sondrio, pari a 3.392 euro, e chiusa da quella di Trieste, dove l’importo medio dei protesti ammonta a 817 euro).