Novara - L'industria novarese comincia a intravedere l’uscita dalla crisi, anche se l’incertezza rimane ancora forte in tutti i comparti produttivi. Dalle previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il secondo trimestre dell’anno (riportate integralmente sul sito internet “www.ain.novara.it”) emerge che saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e i pessimisti sull’incremento della produzione tra aprile e giugno 2012 è passato da -11,2 a -2,8 punti, assestandosi sui livelli di inizio 2011.
«Il barometro congiunturale – osserva il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli (nella foto) – è lontano dai valori depressionari dell’autunno scorso e per l’Italia si registrano timidi segnali di svolta, che potrebbero trovare conferma dopo l’estate. L’incertezza è però ancora elevata e il rincaro delle materie prime, che un lato denota la ripresa della domanda internazionale, danneggia il potere d’acquisto dei Paesi consumatori».
I saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali ed esteri si attestano, rispettivamente, a +0,9 e +3,4 punti, in netto miglioramento rispetto alla caduta registrata nella precedente rilevazione (-16,3 e -7 punti). «Il commercio mondiale – aggiunge Ravanelli – è in ripresa, ma la debolezza degli scambi nell’area Euro frena i volumi complessivi. La fiacchezza del mercato del lavoro, inoltre, erode il reddito disponibile e i consumi delle famiglie italiane sono ancora fermi».
I dati relativi al mercato del lavoro sono entrambi negativi. Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla volontà di procedere ad allargamenti della base occupazionale cala a -9,4 punti dai precedenti -8,6, mentre il 23,5% delle imprese intervistate (contro il precedente 20,7%) dichiara di voler fare ricorso alla Cassa integrazione guadagni. «Pur essendo un indicatore in ritardo rispetto a quelli relativi alla produzione – commenta il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – il mercato del lavoro denota, nel breve termine, prospettive sfavorevoli. La flessione dei livelli di attività registrata durante la fase più acuta della crisi, infatti, ha causato nell’industria ulteriori cali di produttività, che viene recuperata anche con riduzioni d’organico».
In contrazione risultano anche le intenzioni di investimento: 41,3% e 15,4% sono le percentuali di imprese che dichiarano di voler fare, nei prossimi tre mesi, investimenti, rispettivamente, di ammodernamento della loro capacità produttiva e di ampliamento degli impianti (i valori della precedente indagine erano, rispettivamente, 46,1% e 19,1%). «I progetti delle aziende – spiega Curini – sono ancora frenati dalla debole domanda interna, dai margini erosi dal rincaro delle materie prime e da un credito più selettivo».
Ritorna su livelli molto elevati, infine, la percentuale (59,8%) di imprese che dichiara un ritardo negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti (49,1% il dato precedente).
L'ANDAMENTO DEI SETTORI PRINCIPALI
METALMECCANICO - Migliorano tutti i principali indicatori del comparto, ma si attende dalla prossima rilevazione la conferma di una effettiva inversione di tendenza: +12,8 è il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di produzione (-23,4 nel 1° trimestre 2012) e 2,7 punti quello sugli ordini totali (-22,9 il precedente). Anche l’indicatore relativo agli ordini esteri registra un miglioramento, pur rimanendo in territorio negativo (-3,2 punti contro i -5,1 di gennaio). Gli indicatori relativi agli investimenti registrano un lieve arretramento rispetto alla precedente rilevazione: il 35,1% (rispetto al 37%) esprime la volontà di effettuare investimenti per l’ammodernamento della capacità produttiva e il 16,2% (rispetto al 21,7%) per il suo ampliamento. Il 24,3% delle imprese intervistate dichiara l’intenzione di ricorrere alla Cig (era il 27,7% nel 1° trimestre 2012) mentre il saldo ottimisti/pessimisti sull’allargamento della base occupazionale passa da -12,5 a -2,5 punti. Sale invece, dal 46,8% al 54,1%, la percentuale di dichiarazioni di ritardi negli incassi rispetto ai tempi pattuiti.
CHIMICO - L’andamento contrastante dei principali indicatori denota un clima di incertezza: dopo una fase positiva torna a zero (rispetto ai +9,5 punti del trimestre precedente) il saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzione. Solo il saldo relativo agli ordini totali registra un miglioramento, a +13,3 punti rispetto ai precedenti -14,3, mentre quello relativo agli ordini esteri si mantiene a zero, come nella precedente indagine. In contrazione gli indicatori relativi al mercato del lavoro: cala da +14,2 a +6,7 il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle imprese che hanno dichiarato l’intenzione di procedere ad allargamenti della base occupazionale e cresce dal 4,8% al 6,7% la percentuale di intenzioni di ricorso alla Cig. Preoccupante risulta, infine, la crescita delle segnalazioni di ritardi negli incassi, che passa dal 31,6% al 61,5%.
TESSILE-ABBIGLIAMENTO - L’indice del saldo ottimisti/pessimisti riferito alle aspettative di produzione presenta un andamento altalenante, attualmente a zero punti (+11,1 è il valore riferito al 1° trimestre 2012), che andrà verificato nelle prossime rilevazioni. Contrastati anche gli indicatori sugli ordinativi, con il saldo ottimisti/pessimisti relativo agli ordini totali a +12,5 punti e quello relativo agli ordini esteri a -12,5 punti. In peggioramento (da zero a -12,5 punti) le aspettative di allargamento della base occupazionale, mentre diminuisce la percentuale di imprese che intende fare ricorso alla Cig (14,3% rispetto al precedente 22,2%). In netta contrazione risulta la volontà di procedere a investimenti di sostituzione degli impianti (37,5% rispetto al precedente 66,7%) mentre crescono al 62,5% (contro il precedente 44,4%) le segnalazioni di ritardi negli incassi.
ALIMENTARE - Ritornano positive le previsioni del comparto, con un +18,2 di saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di produzione (-14,3 il dato precedente) e i saldi ottimisti/pessimisti riferiti, rispettivamente, agli ordini totali ed esteri, a +27,3 e +40 punti (contro i -14,3 e -7,7 punti del 1° trimestre 2012). Il 18,2% delle imprese intervistate dichiara di voler ampliare la sua capacità produttiva (era il 21,4% nella precedente rilevazione) mentre il 54,5% intende fare interventi di ammodernamento o sostituzione (era il 64,3% nel 1° trimestre 2012). Cresce, dal 7,1% al 9,1%, la volontà di fare ricorso alla Cig e rimane negativo, anche se in miglioramento, il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle previsioni di allargamento della base occupazionale (-9,1 punti rispetto ai precedenti -21,5). Diminuisce, pur mantenendosi a livelli elevati, dal 64,3% al 45,5%, la percentuale di imprese che denunciano ritardi nei tempi di pagamento.