Novara - La ripresa dell'industria novarese perde un po' di forza, ma in un contesto che rimane favorevole. Secondo le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il primo trimestre del 2016 (riportate integralmente sul sito “www.ain.novara.it”) il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione registra una forte flessione, da 16,1 a 6,9 punti, attestandosi comunque sopra al valore medio regionale (5,8 punti). Positivi ma in contrazione sono anche i saldi tra ottimisti e pessimisti relativi alle aspettative di ordini totali (che passano da 18,2 a 6,9 punti) ed esteri (in calo molto più contenuto, da 21,3 a 19,5 punti). Anche il saldo regionale relativo agli ordini totali registra una contrazione (a 4,2 punti rispetto ai precedenti 6,7), mentre gli ordini esteri sono attesi sugli stessi valori (10,3 punti) dell'ultima rilevazione del 2015.
«Nei prossimi mesi – commenta il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli (nella foto) – verificheremo se questi dati costituiscano semplicemente il segnale di un consolidamento al rialzo della fase di ripresa o esprimano il ritorno di quella maggiore incertezza che, anche sul fronte geopolitico, la fine del 2015 e questo inizio d'anno portano con sé. L’export si conferma comunque un elemento strategico per l’economia del nostro territorio».
Ritorna su livelli più realistici, soprattutto rispetto alle tre precedenti rilevazioni, l’indicatore riferito alla volontà di procedere ad allargamenti della base occupazionale, con il relativo saldo tra ottimisti e pessimisti che cala da 17,1 a 10,2 punti (la media regionale è a 2,3 punti). «Questo dato – osserva il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – potrebbe anche essere una conseguenza della riduzione degli sgravi contributivi sulle nuove assunzioni prevista a partire dal 2016, ma è ancora caratterizzato da una notevole positività. Più preoccupante è invece l'incremento, dal 9,1% al 15,9%, della percentuale di imprese che intende fare ricorso alla Cassa integrazione, anche perché la relativa media piemontese è cresciuta meno, dal 18,4% al 21,2%, pur rimanendo su valori più elevati».
Rimane invece solido il trend sulle previsioni di investimento, che sono annunciate, per quanto concerne quelli “marginali”, dal 48,9% delle aziende (rispetto a 47,7% di tre mesi fa), mentre la percentuale di imprenditori che ha in programma investimenti “significativi” sale dal 29,5% al 34,1%. In lieve aumento (dal 29,4% al 30,6%) ma sempre sui minimi storici, sono le dichiarazioni di ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti (38,8% la media regionale) pur con ampie differenze tra i comparti produttivi: nel chimico e nel tessile-abbigliamento, infatti, le segnalazioni di insolvenza si attestano, rispettivamente, al 29,4% e al 55,6%.
A livello settoriale si registra un andamento molto contrastante nel metalmeccanico, dove il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di produzione crolla da 24,1 a -11,1 punti e viene confermato dal trend degli ordini totali (da 26,6 a -3,6 punti), mentre il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di ordini esteri cresce da zero a 16 punti. Migliorano anche le aspettative di allargamento della base occupazionale (con saldo ottimisti/pessimisti da 6,7 a 10,7 punti), ma balza dal 6,7% al 21,4% la percentuale di aziende che intende ricorrere alla Cassa integrazione (Cig). Il 50% delle imprese dichiara di voler effettuare investimenti “marginali” (era il 43,3% nel trimestre precedente) mentre il 32,1% dichiara l’intenzione di procedere a investimenti “significativi” (40% a ottobre 2015). In costante riduzione, da quattro rilevazioni consecutive, risulta la percentuale di imprese che segnala ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, ora al 28,6%. Sempre positivo, e in ulteriore miglioramento, il panorama previsionale nel chimico, con aspettative di produzione e di ordini, totali ed esteri, che registrano saldi ottimisti/pessimisti rispettivamente a 26,3 (da 12,5), 22,2 (da 18,7) e 26,3 (da 13,3) punti. Per il sesto trimestre consecutivo si conferma nulla la percentuale di imprese che dichiara l’intenzione di fare ricorso alla Cig, mentre il saldo ottimisti/pessimisti sull'ampliamento degli organici sale ancora, da 25 a 31,6 punti. Nel tessile-abbigliamento si registra solo un lieve miglioramento nelle aspettative di produzione e di esportazione (con saldi ottimisti/pessimisti rispettivamente a zero e a 22,2 punti), ma calano fortemente le attese di incremento degli organici e quasi un terzo del campione intende ricorrere alla Cig. Brusca frenata, infine, dei principali indicatori del comparto alimentare, con dati contrastanti che, come nel caso del metalmeccanico, attendono una conferma dalla prossima rilevazione: i saldi ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzione e di ordini ritornano a zero dopo due rilevazioni in territorio fortemente positivo, mentre insieme alle previsioni di investimenti “significativi” aumentano le intenzioni di ricorso alla Cig e le segnalazioni di ritardi negli incassi.