Novara - Anche se lentamente, e con alti e bassi, prosegue la ripresa dell'industria novarese, trainata soprattutto dagli ordini esteri. Lo rivelano le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il terzo trimestre del 2011 (riportate integralmente sul sito internet “www.ain.novara.it”) che segnalano anche un lieve aumento degli investimenti e qualche spiraglio per l’occupazione. Il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione nel prossimo trimestre cala da +6,4 a +2,5 punti, confermando sia l’andamento altalenante delle ultime rilevazioni sia la direzione rialzista che caratterizza il trend da oltre un anno.
«La ripresa – osserva il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli – procede a strappi ma si sta ormai consolidando, anche se la nostra economia non ha molto da festeggiare: le imprese novaresi si sono difese durante la crisi comprimendo i margini e spostandosi su un terreno dove contano di più innovazione, qualità e servizio. In questi anni abbiamo però accumulato un forte ritardo rispetto a Paesi come Germania e Francia, e la perdita di competitività ha impedito alle nostre aziende di sfruttare appieno l’aumento della domanda nei mercati di destinazione del Made in Italy».
L’export continua a essere l’elemento trainante della ripresa: i saldi tra ottimisti e pessimisti relativi agli ordini totali ed esteri si attestano, rispettivamente, a +13,2 e a +14,2 punti, confermandosi in crescita rispetto alla precedente rilevazione in cui erano, rispettivamente, a +10,8 e +11,5 punti. «Il Novarese – aggiunge Ravanelli – si caratterizza però, in controtendenza rispetto al dato nazionale, anche per una lieve ripresa della domanda interna che registra, dopo quattro trimestri di “ristagno” una discreta previsione di crescita. Se confermato dalle prossime rilevazioni, si tratterebbe di un segnale molto positivo».
Qualche segnale positivo si registra anche sul fronte occupazionale. Dopo tre anni ritorna, infatti, sopra lo zero il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla volontà di procedere a nuove assunzioni, che passa dagli zero punti di fine marzo 2011 agli attuali +1,6. Cala dal 21,9% al 18%, inoltre, la percentuale di aziende che dichiarano di voler fare ricorso alla Cassa integrazione guadagni durante l’estate. «Per la prima volta dopo 10 trimestri consecutivi – osserva il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – questo indicatore scende sotto il 20%, ma in una fase così delicata è ancora presto per poter parlare di fine dell’emergenza: i rischi maggiori derivano oggi dall’instabilità finanziaria e dallo scarso coordinamento tra i governi nelle scelte di politica economica. Nel Novarese la crisi ha lasciato segni indelebili: si sono perse occupazione e competenze in termini di capitale umano, che si è impoverito a rimanere a lungo inutilizzato, e imprese, alcune delle quali hanno subito cali di fatturato del 40%».
«Gli interventi da attuare per recuperare competitività a livello nazionale – conclude Ravanelli – sono noti: semplificazione e sburocratizzazione, opere pubbliche, liberalizzazioni e apertura al mercato in molti servizi, formazione, efficienza della pubblica amministrazione, contrasto dell’evasione, riforma fiscale, contenimento della spesa pubblica. Elementi positivi, nel breve termine, per il nostro territorio, sono però sia la cauta ripresa degli investimenti per sostituzione o ampliamento degli impianti, dichiarate, rispettivamente, dal 41,8% e dal 23% degli imprenditori, rispetto ai precedenti 38,8% e 21,6%, sia la riduzione, dal 52,6% al 45,8%, delle segnalazioni di ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti».
L'ANDAMENTO DEI SETTORI PRINCIPALI
METALMECCANICO: indicatori positivi ma in arretramento
Il saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di produzione scende da +14,1 a +1,8 punti, lasciando dubbi sulla tenuta a lungo termine della ripresa. Secondo gli operatori l’andamento può rappresentare sia una fase di assestamento sia un’inversione di tendenza generata dalla nuova ondata di incertezza. Più stabili risultano, invece, i dati riferiti agli ordini totali e a quelli esteri, i cui saldi ottimisti/pessimisti si attestano, rispettivamente, a +15,5 e +13 punti contro i precedenti +13,3 e +13,7, confermando un apporto positivo della domanda interna all’indicatore complessivo. Altri dati interessanti per il comparto sono il forte calo, dal 28,1% al 17,9%, delle imprese che dichiarano la volontà di ricorrere alla Cig e il forte aumento, dal 30,5% al 43,1%, di quelle che intendono effettuare investimenti di ammodernamento o sostituzione degli impianti. La maggiore cautela che caratterizza il prossimo trimestre si riflette, invece, nell’indicatore relativo alla volontà di procedere a investimenti di ampliamento, dichiarata dal 13,8% del campione rispetto al precedente 22%. Relativamente stabile, ma a livelli sempre preoccupanti, l’indicatore relativo all’andamento degli incassi (45,6% rispetto al 46,6% del secondo trimestre 2011).
CHIMICO: Attese positive per il comparto
Il saldo ottimisti/pessimisti sulle aspettative di produzione balza da zero a +30,8 punti e attende di essere confermato dalle successive indagini, in quanto potrebbe essere il risultato di un periodo di stagnazione, con conseguente utilizzo delle scorte di magazzino e necessità di una loro ricostituzione. I saldi ottimisti/pessimisti riferiti, rispettivamente, agli ordini totali ed esteri, passano da +7,7 e +10 punti a +38,5 e +25 punti, mentre sul fronte occupazionale non si segnalano attese negative. Cala dal 50% al 33% la segnalazione di mancato rispetto dei tempi di pagamento pattuiti.
TESSILE E ABBIGLIAMENTO: Frenata nel tessile, migliora l’abbigliamento
Il settore tessile non conferma il miglioramento registrato nelle due precedenti rilevazioni, con il saldo ottimisti/pessimisti riferito alle aspettative di produzione che scende da +12,5 a -14,3 punti, con attese nulle per gli ordini totali (+25 il saldo ottimisti/pessimisti della precedente indagine) e negative per quelli esteri (il cui saldo crolla da +37,5 a -16,6 punti). Calano, invece, sia la percentuale di imprese che dichiara l’intenzione di utilizzare la Cig (dal 44,4% al 28,6%) sia le denunce di ritardi negli incassi (dal 77,8% al 42,9%, al di sotto della media di tutti i settori). Per l’abbigliamento, invece, si registra qualche segno di ripresa per il secondo trimestre consecutivo: a fronte di aspettative di produzione con saldi ottimisti/pessimisti ancora nulli si confermano infatti positive le attese sugli ordini esteri (+28,6 il saldo ottimisti/pessimisti, contro il precedente +33,4). Il 33,3% delle imprese intervistate dichiara però l’intenzione di fare ricorso alla Cig, contro il 20% del trimestre scorso.
ALIMENTARE: previsioni In miglioramento
Il saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di produzione ritorna positivo, passando da -8,3 a +18,2 punti. A fronte di attese nulle sugli ordini totali (come nel precedente trimestre), si rilevano aspettative positive dall’indicatore relativo agli ordini esteri (+9,1 il saldo ottimisti/pessimisti, in miglioramento rispetto allo zero della precedente rilevazione). A fronte di un aumento della percentuale di imprese che dichiarano la volontà di procedere ad allargamenti della capacità produttiva (36,4%, rispetto al precedente 16,7%) si registra una riduzione (dal 75% al 45,5%) di chi intende effettuare investimenti di ammodernamento o sostituzione. Nulle, infine, sia le intenzioni di ricorso alla Cig sia il saldo ottimisti/pessimisti sulle nuove assunzioni. Sale invece, al 63,6% rispetto al 58,3% del secondo trimestre 2011, la percentuale di segnalazioni di ritardi negli incassi.