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Ripresa ancora incerta per l’industria novarese (meno male che c'è... l'alimentare)

Novara - C’è ancora molta incertezza sul futuro dell’industria novarese. Lo rivelano le previsioni congiunturali elaborate dall’Associazione Industriali di Novara per il quarto trimestre dell’anno, riportate integralmente sul sito “www.ain.novara.it”. Il saldo tra gli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quelli che sono pessimisti sull’incremento della produzione tra ottobre e dicembre 2011 sale da +2,5 a +5,9 punti.
«L’indicatore – osserva il presidente dell’Ain, Fabio Ravanelli – continua però a evidenziare un’alternanza tra una fase di recupero e una di flessione; rispetto alla nostra precedente indagine, inoltre, lo scenario è notevolmente peggiorato. Durante l'estate, infatti, la ripresa si è molto indebolita in tutte le maggiori economie avanzate e anche il dinamismo dei paesi emergenti, finora importante motore del rilancio, si è affievolito. L’uscita dalla crisi, oltre che dalle turbolenze finanziarie e dai noti problemi dei debiti sovrani, è frenata dal ridursi della spinta data dalle esportazioni e dal ristagno dei consumi interni. La risposta delle imprese avviene abbassando i margini e puntando sempre più su innovazione, qualità e servizio, nell’attesa che la situazione a livello globale sia più chiara per tutti».
I saldi tra ottimisti e pessimisti relativi agli ordini totali ed esteri si attestano, rispettivamente, a +3,9 e +4,7 punti, a fronte dei precedenti +13,2 e +14,2 punti. «Il rimbalzo del commercio mondiale registrato nel 2010 – aggiunge Ravanelli - è terminato e con esso anche la forte crescita delle nostre esportazioni. In mancanza di stimoli alla ripresa dei consumi interni la componente più dinamica della domanda totale si è ridotta drasticamente».
Dati contrastanti anche per quanto concerne il mercato del lavoro. Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla volontà di procedere ad allargamenti della base occupazionale ritorna negativo (-1,9 punti) dopo il graduale miglioramento registrato nei mesi scorsi (era a 1,6 nella precedente rilevazione), ma cala dal 18% al 13,9% il numero di imprese che dichiara di voler ricorrere alla Cassa integrazione guadagni.
«La flessione dei livelli di attività nel terzo trimestre – spiega il direttore dell’Ain, Aureliano Curini – ha interrotto il seppur lieve rilancio della domanda di lavoro che era iniziato a fine 2010, invertendo un trend ascendente iniziato oltre due anni fa. Positivo è comunque il fatto che gli imprenditori novaresi continuino a investire per migliorare la propria capacità produttiva: le imprese che intendono effettuare investimenti di sostituzione o ammodernamento degli impianti salgono dal 41,8 al 47,1%, a fronte di un calo dal 23% al 15,7% di chi ne prevede un ampliamento. In una fase di domanda debole, scarsa redditività e incertezza sul futuro, i progetti di investimento, pur ridimensionati nel breve termine, costituiscono un importante segnale di vitalità».
Ancora problematico, invece, il problema dei ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti, che viene segnalato dal 58,6% delle imprese contro il precedente 45,8%. «In questa indagine – nota Curini - si registra una riduzione significativa delle differenze tra i vari settori, a dimostrazione che in momenti di contrazione della domanda la crisi di liquidità colpisce indistintamente tutti i comparti».

L'ANDAMENTO DEI SETTORI PRINCIPALI

METALMECCANICO - Tutti i principali indicatori risultano positivi ma stabili o in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione: +4,3 punti rappresenta il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di produzione, in crescita rispetto alla precedente indagine (1,8), ma a un livello da comportare seri dubbi sulla effettiva tenuta della ripresa. I saldi ottimisti/pessimisti sugli ordini totali ed esteri (rispettivamente 2,2 e 5,2 punti) si posizionano ai minimi rispetto a quanto registrato nelle altre indagini delll’anno: 15,5 e 13 punti nel terzo trimestre, 13,3 e 13,7 nel secondo e 11,5 e 18,4 nel primo trimestre 2011. Si attestano invece su buoni livelli gli indici riferiti agli investimenti: in particolare, l’indicatore relativo alla volontà di effettuare investimenti per l’ammodernamento/sostituzione della capacità produttiva risulta stabile (41,5% rispetto al 43,1% della precedente indagine) mentre quello relativo alla volontà di procedere a investimenti di ampliamento registra un miglioramento dal 13,8% della precedente rilevazione all’attuale 17,4%. Sul versante occupazionale è stabile l’indice relativo alla percentuale di imprese che dichiara la volontà di ricorrere alla Cig (17,8% rispetto al precedente 17,9%) e negativo l’indicatore relativo alle aspettative di allargamento della base occupazionale (-4,2 il saldo ottimisti/pessimisti contro il precedente 1,7). In peggioramento, partendo da livelli già preoccupanti, risultano le segnalazioni sui ritardi negli incassi, denunciati dal 55,3% delel imprese rispetto al 45,6% del terzo trimestre 2011.

CHIMICO - Brusca frenata nelle aspettative di produzione, i cui saldi ottimisti/pessimisti rimangono comunque positivi, a 6,3 punti contro i precedenti 30,8. Secondo gli operatori il rimbalzo registrato nello scorso trimestre è stato però giustificato più dalla necessità di ricostituzione delle scorte dopo un periodo stagnazione che da una ripresa sostenuta dell’attività. Gli indicatori riferiti agli ordini totali e a quelli esteri confermano l’andamento delle aspettative di produzione: nulli risultano entrambi i saldi ottimisti/pessimisti riferiti, rispettivamente, agli ordini totali ed esteri, a fronte di saldi a 38,5 e 25 punti nello scorso trimestre 2011. Continuano invece a migliorare gli indici relativi al mercato del lavoro: sae da zero a 6,3 punti il saldo ottimisti/pessimisti riferito alle imprese che hanno dichiarato l’intenzione di procedere ad allargamenti della base occupazionale mentre rimane nulla per il quarto trimestre consecutivo la percentuale di imprese che dichiara la volontà di fare ricorso alla Cig. Anche nel chimico peggiora l’indicatore relativo al mancato rispetto dei tempi di pagamento pattuiti, segnalato nel 53,8% dei casi rispetto al precedente 33,3%.

TESSILE E ABBIGLIAMENTO - Una forte cautela caratterizza le previsioni dei comparti tessile e abbigliamento, i cui dati, a partire da questa rilevazione, vengono accorpati per disporre di un campione più significativo. Il saldo ottimisti/pessimisti riferito alle aspettative di produzione è nullo, e viene confermato dall’indicatore relativo agli ordini esteri; positivo, invece, a 16,7 punti, il saldo ottimisti/pessimisti relativo agli ordini totali. A fronte di aspettative di allargamento della base occupazionale nulle il 16,7% delle imprese intervistate dichiara l’intenzione di fare ricorso alla Cig, mentre il 50% delle aziende vuole procedere a investimenti di sostituzione o ammodernamento degli impianti. Stabile, ma a livelli sempre elevati (50%), la percentuale di imprese che denunciano ritardi negli incassi.

ALIMENTARE - Decisamente positive le prospettive del comparto, con il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alle aspettative di produzione che passa da 18,2 a 41,7 punti. I saldi sulle attese relative agli ordini totali ed esteri si attestano, rispettivamente, a 33,4 e 41,7 punti, a fronte dei precedenti zero e 9,1 punti, mentre un quarto delle aziende intervistate dichiara l’intenzione di potenziare la capacità produttiva e salgono dal 45,5% al 75% le previsioni di investimenti di ammodernamento/sostituzione. Si conferma nulla, per il quarto trimestre consecutivo, la percentuale di imprese che dichiara di voler ricorrere alla Cig e ritorna positivo dopo tre trimestri (a 8,3 punti) il saldo ottimisti/pessimisti sull’intenzione di effettuare nuove assunzioni. Ancora su livelli elevati (66,7% rispetto al 63,6% del terzo trimestre 2011) la percentuale di imprese che dichiarano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti.