Novara - Scarpe per i Papi, per presidenti e per imprenditori di successo, ma anche calzature simboliche come quelle realizzate per i patriarchi ortodossi o per celebrare grandi eventi. Delle realizzazioni del calzolaio più famoso del mondo hanno parlato in questi anni 5 continenti e decine di nazioni. A documentare l’attività di Stefanelli ci hanno pensato gli inviati dei maggiori network televisivi e degli organi di stampa più diffusi. Stefanelli, che nel tempo libero non ha mai smesso di coltivare la sua passione, continua a realizzare le sue opere. E così dopo l’omaggio al Milan e alla nazionale di calcio vaticana, dopo le scarpe per la Ferrari, per il Giro d’Italia e per i 150 anni dell’Unità, ora tocca all’Expo, alla quale il calzolaio ha deciso di dedicare ben due modelli esclusivi. Si tratta di una scarpa in nappa bianca con il simbolo dell’Expo e di una di colore blu con il logo dell’Unione Europea, realizzata quest’ultima in pelle di capretto.
“Sono esemplari unici – sottolinea lo stesso – scarpe celebrative dedicate all’evento più importante del secolo, che guarda caso si svolge a due passi da me. Nelle prossime settimane le donerò direttamente ad Expo, coinvolgendo i rappresentanti del territorio novarese”. Come sempre, non si tratta di un’iniziativa commerciale ma di un evento squisitamente simbolico, vista proprio l’unicità degli esemplari confezionati. Il modello è quello vincente realizzato per Papa Ratzinger, lo stesso che la rivista americana Esquire nel 2007 definì l’accessorio più elegante dell’anno. Un dono beneaugurante, simbolo di un’Italia che lavora e produce, nonostante le difficoltà del momento. “Le scarpe rappresentano l’operosità e l’ingegno di noi italiani – dice Stefanelli – tutti confidiamo nella ripresa e con questa ultima opera ho voluto dare ai giovani un segnale di come, anche in tempi di crisi, il made in Italy rimanga un’ancora di salvezza”.
Insomma un'iniziativa sull'onda di quelle già realizzate in questi anni. La ricetta vincente di Stefanelli? “Umiltà, coerenza e integrità – dice il calzolaio – valori che mio padre mi ha tramandato assieme alla passione per il lavoro, il resto è venuto da sé”.