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Via su ristoro danni fauna: Aziende agricole penalizzate

Daniele Botti

Novara - Cia Novara Vercelli VCO esprime il malcontento di numerose aziende agricole associate che vedranno ridurre drasticamente, ed in alcuni casi azzerare, i risarcimenti attesi per i danni da fauna selvatica, nonostante la situazione di criticità nei campi, a causa di provvedimenti che l’Organizzazione ha già contestato a suo tempo. Le scelte della Regione Piemonte, in materia di quantificazione del valore dei prodotti agricoli danneggiati (non più il valore definito dai bollettini delle Camere di Commercio, ma una indefinita e vaga media triennale dei prezzi Ismea) ha di fatto ridotto di oltre il 50% il valore effettivo dei ripristini. Un esempio: il prezzo del fieno è stimato dalla Regione a 14 euro/quintale contro i 35 che gli agricoltori pagano sul mercato per ricomprare il fieno che daini e cinghiali gli hanno danneggiato. Aggiungiamo a questa beffa i lavori di ripristino dei prati e dei campi coltivati, che sono svolti con gasolio agricolo e fertilizzanti che hanno costi più che raddoppiati rispetto al 2021. Inoltre, aumenta sensibilmente la platea delle aziende agricole danneggiate dall’applicazione del “de minimis”. Alcune si vedranno ridurre drasticamente la cifra del risarcimento, altre la vedranno addirittura azzerata. Questo è dovuto al fatto che aumentano progressivamente i danni e il loro valore ma le regole del regime “de minimis” continuano a fissare in 25 mila euro su base triennale quanto è possibile erogare, senza prevedere una relativa variazione. 

Spiega il direttore Cia Novara Vercelli VCO Daniele Botti (foto): «Quando la Regione ci ha inviato il regolamento con le nuove proposte per il pagamento dei danni da fauna selvatica, abbiamo espresso il nostro parere contrario motivando le ragioni, ovvero che utilizzare gli indici di media Ismea anziché i bollettini della Camera di Commercio sarebbe stato gravemente penalizzante per le aziende agricole. Questa facile previsione si è avverata, ma la Regione ha continuato a non accogliere le proposte di modifica che avevamo richiesto. Sulla questione del “de minimis” la situazione è più complessa perché occorre intervenire a livello europeo. Il nostro presidente regionale Cia Gabriele Carenini, che ha delega nazionale in tema di fauna selvatica, si sta occupando del problema da molto tempo, ma la risoluzione è in mano alla politica. Il nostro ruolo è spiegare le istanze di parte agricola, evidenziare le criticità, suggerire soluzioni e proporre miglioramenti, ma le decisioni effettive non fanno capo alle Organizzazioni di categoria».

Intanto, sempre a proposito di Cia, sono tre i posti disponibili sul territorio per svolgere il Servizio Civile al patronato Inac della Cia, uno per la sede di Novara, uno per Domodossola e uno per Vercelli (dettagli su www.cianovaravercellivco.it). I candidati devono avere un’età compresa tra i 18 e i 28 anni e presentare domanda entro il prossimo 10 febbraio alle ore 14 (scheda e modulistica sul sito www.inac-cia.it, necessario essere in possesso dello Spid). Il progetto dell’Inac su cui lavoreranno i selezionati, della durata di 12 mesi, titola “Diritti e benessere per la Terza età” ed è dedicato al miglioramento della qualità di vita degli anziani residenti in Piemonte, particolarmente colpiti dalla pandemia da Covid, attraverso la promozione dell’accesso ai servizi di tutela e assistenza con sportelli informativi. L'impegno settimanale previsto è di 5 ore al giorno con un compenso mensile netto di 444,30 euro.

Spiega la direttrice interprovinciale Inac Cia Giuseppina Fioramonti: «Il Servizio Civile è una valida opportunità per imparare e conoscere, inserendosi in un contesto professionale in ambito assistenzialistico e dei servizi sociali. Il progetto vuole promuovere il cosiddetto invecchiamento attivo e la piena conoscenza dei diritti e servizi dedicati. Dopo la scadenza del termine di partecipazione avverranno le selezioni e i colloqui, quindi saranno assegnati i tre posti a disposizione nelle nostre sedi».

Secondo i dati a disposizione del Patronato Inac (al 1° gennaio 2021), in Piemonte risiedono 4.274.945 persone, gli ultra65 sono 1.112.287 e rappresentano il 26% della popolazione. Le previsioni stimano il loro aumento al 30% nel 2025 e al 32.9% nel 2030. I Servizi sociali in Piemonte hanno a carico 40.981 anziani non autosufficienti e 28.150 autosufficienti.