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Superbonus Decreto blocco cessione crediti

Cna: “Imprese in grande sofferenza. Senza risposte dal Governo ci saranno azioni di protesta”
Marco Pasquino

Novara - “Quello che sta avvenendo in questi giorni è talmente grave che non l’avremmo mai potuto immaginare – commenta Marco Pasquino (foto), direttore CNA Piemonte Nord – i nostri telefonini squillano incessantemente per le chiamate dei titolari imprese del settore edile e dei settori collegati che ci chiedono come si devono comportare. Il decreto del Consiglio dei Ministri che vieta la cessione dei crediti e lo sconto in fattura relativo ai bonus per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico, e blocca le operazioni di acquisto dei crediti incagliati da parte degli enti locali, ha messo tutti in ginocchio. Il provvedimento era del tutto inatteso, anzi, ci aspettavamo delle risposte per sbloccare le difficoltà legate alla cessione del credito”.

“CNA chiede l’istituzione di un tavolo permanente per trovare soluzioni efficaci e condivise – puntualizza Filippo Calcagno, presidente CNA Costruzioni Piemonte Nord – sul riordino del sistema degli incentivi, così da assicurare ancora un volano per la crescita e strumenti adeguati per promuovere la transizione ecologica. La nostra Confederazione ha predisposto un documento da portare in discussione nell’incontro previsto per oggi, lunedì 20 febbraio (allegato). In assenza di risposte cercheremo un accordo, insieme alle altre Associazioni datoriali, per organizzare delle azioni di protesta”.

In attesa di conoscere l’esito dell’incontro con il Governo, alcuni soci CNA della filiera delle costruzioni hanno raccontato la loro esperienza. Come Giuseppe Gentile, titolare di una impresa di costruzioni con una decina di dipendenti, con sede a Castelletto Ticino.

“Fortunatamente non ho crediti incagliati – racconta – e i nuovi cantieri sono già stati attivati, quindi non rientrano nel blocco. Per il futuro mi sono già organizzato: torno al modello organizzativo che avevo prima dell’entrata in vigore dei bonus, ovvero chiudo con le ristrutturazioni e, nei prossimi anni mi dedicherò solo a costruire e vendere nuovi edifici”.

E’ più preoccupato Fabrizio Codini, la sua ditta, stesse dimensioni, con sede a Novara, è specializzata in rivestimenti e cappotti. “Non ho crediti incagliati perché lavoro con un general contractor, ma il futuro mi spaventa. Se viene meno il meccanismo della cessione del credito prevedo un calo di lavoro del 70%. Grazie ai bonus collegati al pagamento tramite sconto in fattura e cessione del credito siamo riusciti a riqualificare condomini popolari costruiti negli anni ’50 e ’60, che hanno ottenuto, già solo con il cappotto e la sostituzione degli infissi, un risparmio del consumo di gas per riscaldamento del 50%. Risparmiando sulla bolletta i proprietari hanno ammortizzato totalmente la percentuale a loro carico dei costi di esecuzione. Si tratta di persone, operai e pensionati, che in assenza dello sconto in fattura con cessione del credito non avrebbero mai potuto anticipare il costo dei lavori. Grazie alla crescita di fatturato negli anni scorsi ho potuto assumere tre nuovi dipendenti. Adesso chissà. Sto anche investendo risorse per la certificazione SOA. Bloccare cessione del credito e sconto in fattura equivale a bloccare bonus e superbonus, che hanno fatto crescere il nostro settore, hanno contribuito a riqualificare il patrimonio immobiliare del nostro Paese e migliorato la qualità dell’aria. E’ una follia”.