Novara - Il ministro italiano delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, ha chiesto in settimana al commissario Ue Phil Hogan di ripristinare i dazi per le importazioni nell'Ue di riso tipo Japonica dalla Birmania, durante la riunione del Consiglio Ue “Agricoltura e pesca” a Bruxelles. Coldiretti in questa occasione ha spiegato che, con un aumento del +213% nella campagna di commercializzazione 2018/2019, quest’anno si registra un boom in Europa di riso proveniente dalla Birmania, paese di stragi e persecuzioni di cui è vittima il popolo dei Rohingya.
“Dopo l’attivazione della clausola di salvaguardia che ha eliminato la facilitazione del dazio zero sull’import di riso di tipo Indica dalla Cambogia e dal Myanmar si è verificato un aumento sospetto delle importazioni dal Myanmar di riso di tipo Japonica, che invece continuano a godere delle esenzioni tariffarie per l’ingresso nella Ue. Nella stagione 2018/2019, sono arrivate 85.685 tonnellate contro le 27.334 di quella precedente – spiega Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo -. In Italia nonostante la forte produzione interna le importazioni totali di riso straniero sono già cresciute del 46,6% nei primi otto mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non possiamo temporeggiare oltre: il riso deve essere considerato un prodotto sensibile dalla Commissione Ue, evitando nuove concessioni all’import e rendendo obbligatoria a livello europeo in etichetta l’indicazione del Paese di origine, in modo da indirizzare gli investimenti dei fondi comunitari per la promozione solo verso il riso coltivato nell’Unione”.
“L’aumento delle importazioni danneggia i nostri risicoltori ed i consumatori e, proprio per la sicurezza di questi ultimi, è necessario vietare l’importazione di prodotti agricoli contenenti sostanze attive non approvate nell'UE. I risicoltori novaresi devono rispettare, come tutti gli agricoltori in Italia, precise regole per la sicurezza dei consumatori, e lavorare secondo le regole fa aumentare i costi di produzione. Costi che non sono tenuti in conto da questi Paesi che non rispettano nessuna regola, nemmeno i diritti umani”, spiega Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara - Vco
Oltre ad una concorrenza sleale, la ex Birmania è accusata infatti anche di violazione dei diritti umani ed addirittura di “genocidio intenzionale” della minoranza musulmana dei Rohingya. “È quindi necessario passare al più presto alla sospensione del regime EBA, il regime agevolato che permette ai paesi in via di sviluppo di esportare più facilmente tutto tranne le armi, e, al tempo stesso, attivare un monitoraggio quotidiano e coordinato a livello europeo delle importazioni di riso Japonica”, conclude Dellarole.