Novara - “The Wild Web 2016 – Per un uso consapevole dei social network” è il titolo del convegno, dedicato a genitori ed insegnanti, che si terrà venerdì 15 aprile alle 21 nell’Aula Magna dell’Ateneo “Avogadro” a Novara e che è inserito tra le iniziative del Progetto Per Tommaso, promosso da Rotary Club Val Ticino di Novara e sostenuto da Fondazione della Comunità del Novarese Onlus. Un momento di confronto aperto, con interventi di professionisti del settore, per riflettere sui pericoli della Rete per i più giovani e sull’uso e l’abusodelle nuove tecnologie. L’appuntamento prevede la presenza di Paolo Attivissimo (giornalista e scrittore), Roberto Musco (assistente capo Polizia di Stato – Polizia Postale di Novara) e Carlo Alberto Zambrino (neuropsichiatria, direttore della Struttura Complessa del Dipartimento Materno Infantile all’Asl 13 di Novara).
«Il bullismo degli anni Duemila ha cambiato veste; il modo in cui i giovani, oggi, esprimono violenza e prevaricazione – commenta il Presidente della Fondazione della Comunità del Novarese Onlus Cesare Ponti- va di pari passo al loro modo di comunicare e, quindi, si snoda sulla Rete, attraverso Internet e i social. L’uso distorto di questi mezzi porta i ragazzi ad esporsi a rischi davvero importanti; per questo sosteniamo con forza il Progetto per Tommaso che interviene, coinvolgendo le famiglie e la scuola, per formarli all’educazione digitale».
I protagonisti della serata.
Paolo Attivissimo, nel suo intervento “Social network: se li conosci non ti fregano” aiuterà a fare “un giro dietro le quinte” della tecnologia e dell’economia di Facebook, SnapChat, WhatsApp, Instagram e altri social per capire come questi possano, eventualmente, sfruttare i soggetti più giovani. Impostazioni sicure, protezione delle foto, tracciabilità dei messaggi, recupero d’immagini apparentemente cancellate saranno descritti e mostrati concretamente, su computer e telefonino, per “riprendere in mano” la Rete.
Carlo Alberto Zambrino tratteggerà gli identikit di “Vittime e persecutori nell’era del web”. Il fenomeno del cyberbullismo è in costante aumento: la mancanza di visibilità e l’anonimato sono elementi essenziali per la pericolosità del cyberbullo. La linea che separa vittime e persecutori è labile e le parti si invertono con molta facilità. Sono adolescenti ma anche adulti che cercano di soddisfare bisogni narcisistici. Sono, per lo più, persone con scarsa opinione di sé che solo attraverso una comunità virtuale riescono a vivere amicizie e provare sicurezza e potere. Comprendere i meccanismi psicologici alla base del fenomeno, nelle sue modalità d’interrelazione fra i diversi attori, rappresenta la chiave per la prevenzione e la cura.
L’intervento di Roberto Musco, intitolato “La consapevolezza della condotta: dal reato al sociale” riguarderà, invece, comportamenti, reati e conseguenze in materia di cyberbullismo, con richiami alla responsabilità civile ed eventualmente intersezioni con le dinamiche del sexting e dell’adescamento on line.
«L’immagine che abbiamo utilizzato per i materiali grafici – commenta Susanna Borlandelli del Rotary Club Val Ticino Novara– è stata realizzata da uno studente, Andrea Rombolà. Tutto il materiale promozionale riguardante il Progetto Per Tommaso è frutto del concorso “Un Logo per Tommaso” diretto agli alunni del Liceo Artistico Musicale e Coreutico “Felice Casorati” e indetto lo scorso anno scolastico. Anche in questo modo, coinvolgendoli come parte attiva della creazione, vogliamo rendere i ragazzi i primi protagonisti del progetto».
Durante la serata di venerdì 15 aprile, alle relazioni degli ospiti, si alterneranno gli interventi dei peer educators che forniranno testimonianze dirette dell’attività svolta, attraverso video, immagini e interviste. Per agevolare la partecipazione e renderla più ampia possibile, sarà fornita la traduzione simultanea LIS (Linguaggio dei Segni)
L’ingresso al convegno è gratuito e libero al pubblico.
Cos’è il Progetto per Tommaso - Nasce nel 2010 per iniziativa del Rotary Val Ticino, a seguito di un tragico evento. Si sviluppa in collaborazione con l’ASL Dipartimento Materno Infantile di Novara ed è sostenuto dalla Fondazione Comunità Novarese, che ne ha promosso anche una raccolta fondi. Ha come finalità quella di educare all’utilizzo corretto degli strumenti informatici e di prevenire l’abuso e i rischi legati alla navigazione in Rete. Lo scopo è quello di accompagnare gli adolescenti in una “navigazione internet” sempre più sicura. Il progetto coinvolge direttamente i ragazzi, puntando alla formazione di gruppi di peer educators selezionati tra gli studenti e le studentesse delle classi del triennio degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore che, una volta preparati, riversano contenuti ed esperienze nelle classi del biennio dell’istituto di appartenenza.
Che cos’è la peer education? La peer education, cioè l’educazione alla pari, rappresenta il naturale passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari status. Il percorso di formazione dei gruppi di peer educators è gestito da figure professionali dell’ASL coordinate dal Direttore del Dipartimento Materno Infantile dott. Carlo Alberto Zambrino, da esperti informatici, da rappresentanti delle Forze dell’Ordine. L’argomento è introdotto con lezioni frontali in aula e comprende poi attività guidate quali role playing, dibattiti e attività in piccolo gruppo.