Novara - Si celebra oggi, venerdì 6 giugno, la 12a Giornata dell’Economia, il tradizionale appuntamento che vede le Camere di Commercio di tutta Italia impegnate nel valorizzare la conoscenza dei sistemi economici locali attraverso la diffusione di un ricco patrimonio informativo. «Da sempre il sistema camerale è impegnato nella lettura dello stato di salute dell’economia dei territori – commenta Francesco Del Boca (nella foto) presidente della Camera di Commercio di Novara – vale a dire dell’economia reale, fatta di persone e storie, prima ancora che di dati e numeri. Compito delle statistiche è quello di fornire indicazioni utili a programmare interventi concreti e rispondenti alle esigenze effettive e non quello di alimentare i dibattiti. Il sistema imprenditoriale novarese possiede grandi potenzialità – aggiunge Del Boca – ma manifesta non poche sofferenze: il nostro impegno è salvaguardare le risorse vitali che lo caratterizzano e che sono indispensabili per alimentare lo sviluppo dell’intero territorio».
Bilancio demografico: -506 imprese negli ultimi cinque anni - I dati relativi alla provincia di Novara fotografano un tessuto produttivo che ha complessivamente risentito dell’impatto della crisi, seppur con notevoli differenze a livello settoriale, evidenziando diversi segnali di difficoltà, a partire dalla numerosità delle imprese. Se tra 2008 e 2013 il tasso di natalità delle imprese si è mantenuto pressoché costante, tranne che per una moderata flessione nel 2012, quello di mortalità ha mostrato variazioni più sensibili e orientate al rialzo, arrivando a superare l’apertura di attività imprenditoriali. La consistenza della base imprenditoriale si è conseguentemente ridotta, passando dalle 32.173 imprese registrate nel 2008 alle 31.667 del 2013.
Un calo che ha colpito soprattutto costruzioni (-571 unità nel quinquennio in esame), industria manifatturiera (-386) e agricoltura (-111), con flessioni decisamente più contenute per il comparto del trasporto e magazzinaggio e per il commercio, mentre sono cresciute tutte le rimanenti attività. Si tratta, tuttavia, di incrementi di entità contenuta (l’unico a tre cifre è l’alloggio e ristorazione, aumentato di 253 unità) e che, pertanto, non riescono a bilanciare le perdite registrate dagli altri settori.
La riduzione del tessuto produttivo viene avvertita in misura ancora più intensa dalle ditte artigiane, che nello stesso periodo hanno perso quasi 900 unità. In questo caso l’innalzamento del tasso di mortalità è stato accompagnato da una progressiva diminuzione della natalità, il cui indicatore è sceso tra 2008 e 2013 da 9,3 a 6,7.
Ancora sofferente il mercato del lavoro - Il ridimensionamento del numero di imprese in alcuni settori strategici di attività economica, in cui operano imprese di media e grande dimensione, si riflette in maniera evidente sul quadro occupazionale: tra giugno 2008 e giugno 2013 il numero di addetti è infatti diminuito di oltre 9.100 unità, una flessione riconducibile pressoché interamente alla componente “dipendente”.