Trecate - Proviamo a trattare il problema pensionistico come un mosaico della prossima manovra che il Governo sta faticosamente cominciando a comporre. Il prossimo round tecnico con i sindacati è fissato per il prossimo 5 settembre con all'ordine del giorno: “Le mansioni gravose e la tutela previdenziale per le donne”. Ma la questione denatalità rende di fatto insostenibile già nel medio periodo qualsiasi riforma previdenziale, come ha evidenziato saggiamente qualche giorno fa il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgietti. Data l'importanza del pacchetto pensioni, in calendario ci sono altri 2 incontri importanti: il 5 e il 18 settembre prossimo, tra l'Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale e i sindacati. Le “somme di queste riunioni si tireranno a fine settembre, al momento della presentazione della nota di aggiornamento al DEF, dalla quale emergeranno le risorse realmente disponibili per la definizione della legge di bilancio. C'e quindi “tanta carne al fuoco” come si suol dire, a cominciare da quello della rivalutazione delle pensioni. Il Governo dovrà anche decidere se prorogare al 2024 l'irrobustimento degli assegni ora a circa 600 euro, per gli over 75.
Traccerò adesso brevemente alcune ipotesi previdenziali in vista della manovra di Governo: 1) Una quota 103 anche nel 2024 - Le poche risorse a disposizione non consentono al Governo in carica di aprire la strada a quota 41 in forma secca, cioè uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall'età. L'esecutivo sta valutando il prolungamento a tutto il 2024 di quota 103, ovvero della possibilità di uscire anticipatamente con 41 anni di contributi e 62 anni di età. 2) L'APE sociale - L’Anticipo Pensionistico (APE) sociale si esaurisce il 31 dicembre di quest'anno. Anche in questo caso, il Governo è orientato a prorogare questo strumento di un anno, ampliandone il raggio d'azione e quindi consentire l'utilizzazione dell'Ape sociale ad altre categorie di lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti. 3) Opzione Donna con limite a 60 anni - Il Governo infine è intenzionato a cambiare nuovamente la configurazione di opzione donna anche per allentare almeno in parte la stretta introdotta con l'ultima legge di bilancio. Tra le ipotesi c'è quella di attivare un meccanismo sulla falsariga dell'Ape sociale con un possibile limite d'età fissato a 60 anni.
Dott. Vincenzo Guarino