Torino - Accelerano le esportazioni delle micro e piccole imprese del Piemonte. Gli acquisti esteri di prodotti da forno e carni lavorate, verdura e frutta conservata, prodotti ittici ma anche di abbigliamento e scarpe, di mobili e materiale metallifero, nel primo semestre 2017 sono cresciuti del 10% rispetto all’anno passato, arrivando a un controvalore di 5.548 milioni di euro. A certificare questi risultati è la rilevazione di uno studio di Confartigianato su fonte Istat. A livello provinciale capolista Alessandria con 1.301milioni e +30,8% rispetto al primo semestre 2016. Segue Biella con 783milioni e +9,3%, Cuneo con 880milioni (+6,9%), Vercelli con 493milioni (+4,3%), Verbano – Cusio Ossola con 74 milioni (+4,3%), Torino con 1.341 milioni (+3,6%), Asti con 110 milioni (+ 3,3%), e infine Novara con 563 milioni (+0,9%).
Il grado di esposizione, dato dal rapporto tra le esportazioni nei settori di MPI e il valore aggiunto territoriale, si riscontra nel Veneto con il 19,17; seguono Toscana con il 15,38%, Marche con l’11,97%, Emilia Romagna con l’11,24%, Friuli Venezia Giulia con l’11,23%, Lombardia con il 9,90% e Piemonte con il 9,85%. La provincia con il maggior grado di esposizione è Belluno (57,3%), seguono Biella con 38,97%, Arezzo (35,98%), Prato (34,22%), Vicenza (33,18%), Fermo (27,39%), Treviso (25,57%) e Alessandria con 25,39%.
“Questi dati confermano che il rilancio dell’economia italiana comincia dalle piccole imprese -commenta il Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici- la vocazione all’export è uno dei tanti punti di forza dell’artigianato e delle piccole imprese che, nonostante la crisi, sanno conquistare i mercati esteri con l’alta qualità dei prodotti made in Italy e costituiscono una componente fondamentale dell’economia italiana. In particolare rappresenta un dato molto significativo per il nostro territorio il fatto che la dinamica dell’export in Piemonte risulta superiore alla media nazionale, una grande vitalità che ci rende più ottimisti”.
“L’impegno dei nostri artigiani sull’internazionalizzazione -continua Felici- per il miglioramento della qualità dei prodotti, e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri, stanno dando buoni risultati. Crescono sempre più le imprese che partecipano alle iniziative sull’export e quindi è da apprezzare lo sforzo che si sta facendo anche sul fronte della formazione. Per affacciarsi sui mercati esteri infatti occorrono competenze che non tutte le realtà hanno”.