Torino - Anno nuovo, rincaro nuovo. Infatti i ritocchi dei pedaggi autostradali sono sempre puntuali, come un orologio svizzero, ogni inizio dell’anno. Il nuovo regalo, che peserà sulle imprese e sulle famiglie, previsto in materia di Decreto Milleproroghe si può quantificare con +2,3%. Aumento che ha colpito in particolare la A6, una delle tratte più battute dai torinesi e da sempre un cantiere a cielo aperto. Per non parlare dell’Asti-Cuneo perennemente incompiuta che ha visto un aumento del pedaggio per la sola parte di tratta che può essere percorsa.
“Anche quest’anno –commenta Giovanni Rosso, Presidente autotrasporto Confartigianato Imprese Piemonte–è previsto un aumento delle tariffe dei pedaggi autostradali, un vero e proprio furto ai danni delle famiglie e delle imprese e a vantaggio dei concessionari delle autostrade. Questo è un aumento ingiustificato, considerata la quantità dei lavori e rallentamenti dovuti alla manutenzione stradale e i disagi che viviamo quotidianamente. Voglio ricordare che i nostri autotrasportatori impiegano il doppio di tempo per raggiungere le loro mete lavorative, dovendo transitare tra mille ostacoli, viabilità modificata, ponti a rischio e strade impercorribili. Chiediamo alla Politica maggior rispetto per la nostra categoria che ogni giorno, prima di pianificare l’iter lavorativo, deve guardare le previsioni del tempo, scongiurare disastri idrogeologici, barcamenarsi tra percorsi modificati, pagare il rincaro dei pedaggi autostradali senza che migliorino i servizi offerti”.
“Chiediamo inoltre alla politica – conclude Rosso - maggiore attenzione per il nostro comparto che ha già vissuto una crisi generalizzata e che comprenda, prima di chiedere di mettere mano al portafoglio, le gravi criticità della viabilità nella nostra Regione soprattutto verso la Francia e la Liguria e risolva le carenze infrastrutturali mai veramente affrontate. Infatti, all’inizio di questo nuovo anno questa è la situazione viabilità per il Piemonte nel caso non risulti chiara: il tunnel del colle di Tenda ancora chiuso, l’autostrada Torino-Savona ostaggio dei cantieri infiniti, la riapertura del valico del Tenda bis slittata all’estate del 2024 e con una sola galleria a senso unico alternato, i problemi al Frejus, il futuro stop del traforo del Monte Bianco. Anziché incrementare, in maniera metodica, i pedaggi autostradali occorre che la politica esca dalla contingenza e dalla rincorsa delle emergenze per tracciare un disegno complessivo per dotare il Nord Ovest di infrastrutture moderne senza le quali rischiamo di compromettere il futuro del comparto dell’autotrasporto e dell’economia tutta».